Omicron, gli ultimi studi: colpisce la gola, è meno letale. Il caso Israele

Primi risultati di lavori in attesa di revisione. Scienziato Usa: "Il virus più contagioso della storia". Il confronto con il morbillo. In Israele via a quarta dose per over 60

Roma, 2 gennaio 2022 - Mentre Israele  prevede che la diffusione della variante Omicron potrebbe far scattare l’immunità di gregge, e uno studio Usa dimostra che Omicron è il virus con la propagazione più rapida della storia, un numero crescente di prove indica che la variante ha maggiori probabilità di infettare la gola rispetto ai polmoni, il che secondo gli scienziati potrebbe spiegare perché sembra essere più infettiva ma meno mortale rispetto ad altre versioni del virus.

Covid in Italia: il bollettino con i contagi del 3 gennaio

Cartabellotta: "Rischio intasamento ospedali. Limitare contatti sociali"

Gli ultimi studi

Sei diversi studi - quattro pubblicati dalla vigilia di Natale - hanno confermato che Omicron non danneggia i polmoni delle persone tanto quanto la variante Delta e altre precedenti varianti del Coronavirus. Gli studi devono ancora essere sottoposti a revisione paritaria da parte di altri scienziati. “Il risultato di tutte le mutazioni che rendono Omicron diversa dalle varianti precedenti è che potrebbe aver alterato la sua capacità di infettare diversi tipi di cellule”, ha affermato Deenan Pillay, professore di virologia presso l’University College di Londra, citato dal Guardian.

Omicron, G7: "La più grave minaccia alla salute mondiale"

 “In sostanza, sembra essere più in grado di infettare il tratto respiratorio superiore, le cellule della gola. Quindi si moltiplicherebbe nelle cellule lì più facilmente che nelle cellule profonde nel polmone. Questo è davvero un risultato preliminare, ma gli studi puntano nella stessa direzione”, ha aggiunto Pillay.

Se il virus produce più cellule nella gola, lo rende maggiormente trasmissibile, evidenziano gli esperti, sottolineando che questo aiuterebbe a spiegare la rapida diffusione di Omicron. Un virus capace di infettare il tessuto polmonare, invece, sarebbe potenzialmente più pericoloso ma meno trasmissibile, aggiungono i ricercatori. 

Più contagioso del morbillo

Roby Bhattacharyya, infettivologo del General Hospital in Massachusetts, per far capire la velocità con cui si propaga questa variante del Coronavirus, ha fatto un paragone con uno dei virus più trasmissibili conosciuti, quello del morbillo. Individuato solo poche settimane fa in Sudafrica, Omicron è già la variante più diffusa in gran parte del mondo. "Si tratta di una diffusione incredibilmente rapida", commenta l'esperto, citato da El Pais, per poi spiegare questa velocità mettendolo a confronto con il morbillo, normalmente molto contagioso. Una persona affetta da questa malattia infettiva, non vaccinata, contagia in media altre 15 persone; una colpita da Omicron ne infetta 6, secondo gli ultimi studi.

Covid, in Inghilterra restrizioni come "ultima risorsa"

Ma la differenza sta nei tempi del contagio: il morbillo ha bisogno di 12 giorni in media, ma ad Omicron ne bastano 4 o 5. "Un caso di morbillo ne produce altri 15 in 12 giorni, un caso di Omicron ne produce 6 in quattro giorni; in otto giorni ne ha prodotti 36, 216 in 12 giorni", ha riassunto Bhattacharyya. Anche lo storico della medicina e medico Anton Erkoreka si dichiara stupito dalla velocità con cui si propaga Omicron. "È il virus più esplosivo e quello con la diffusione più rapida della storia", afferma. Erkoreka, direttore del Museo Basco di Storia della Medicina , ricorda che la peste nera del XIV secolo e il colera del XIX secolo - causati da batteri - hanno impiegato anni per diffondersi in tutto il mondo.

Il caso Israele: quarta dose per over 60

La diffusione della variante Omicron in Israele potrebbe far raggiungere l’immunità di gregge nel paese. A dichiararlo è stato il direttore generale del Ministero della Salute: “Il prezzo sarebbe quello di numerosissime infezioni”, ha dichiarato Nachman Ash, parlando con l’emittente radiofonica 103FM.

“I numeri dovrebbero essere molto alti per raggiungere l’immunità di gregge. È  possibile, ma non vogliamo arrivare a questo traguardo attraverso le infezioni, ma attraverso invece un gran numero di persone vaccinate”. 

Attualmente, circa il 60% della popolazione di Israele ha completato il ciclo delle vaccinazioni: oggi il governo ha dato il via libera alla somministrazione di una quarta dose gli ultrasessantenni e al personale sanitario. L'inoculazione di un secondo booster era già stato approvata per le persone immunodepresse e per i residenti delle case di riposo. I casi registrati nel Paese dall’inizio della pandemia sono poco meno di 1,4 milioni, ma nelle ultime settimane l’aumento dei contagi ha portato gli esperti a prevedere un aumento fino a 2-4 milioni di casi entro la fine di gennaio; per il Covid, in Israele si sono finora registrati 8.244 decessi.