Olena Kocherga, dai teatri ucraini alla strada: "Suono per sopravvivere"

La flautista dell’orchestra di Zaporizhzhia è fuggita nelle Marche: "Mi manca tutto del mio Paese: lavoro, casa e amicizie. Basta guerra, vi prego"

Ancona, 7 dicembre 2022 - ​Da primo flauto e solista ad artista di strada per sopravvivere. È la storia di Olena Kocherga, musicista 40enne, ucraina di Zaporizhzhia. Fuggita da una guerra che ancora oggi devasta vite, palazzi e famiglie nell’Est Europa, la maestra Kocherga vive oggi a Civitanova, nelle Marche, dove è arrivata lo scorso marzo. Tre giorni fa Olena era ad Ancona, nel centralissimo viale della Vittoria, per racimolare due spicci e tentare di unire il pranzo con la cena. È vestita con abiti pesanti, Kocherga. Olena, capelli biondi e occhiali neri sul viso pare intirizzita dal freddo. Una melodia esce dal suo flauto allietando le compere natalizie dei passanti, che la guardano incuriositi. Indossa un cappotto marrone, pantaloni pesanti e scarpe alquanto spartane. Uno zaino buttato a terra e un piedistallo con la bandiera ucraina e un foglio. C’è scritto: "Prima della guerra ero primo flauto e solista dell’orchestra sinfonica e accademica".

Olena Kocherga suona nell’orchesta di Zaporizhzhia
Olena Kocherga suona nell’orchesta di Zaporizhzhia

Vicino, giace una cassa audio, ma a risaltare è una foto. La sua foto. Quella in cui appare felice, vestita di blu, sul palco di un teatro che è quello della sua città, Zaporizhzhia. In quello scatto che conserva nel cuore, Olena è intenta a suonare il flauto, il suo unico e inseparabile compagno di vita con cui ha intrapreso un viaggio nella speranza di un presente migliore, dato il futuro incerto. Si è lasciata alle spalle miseria, disperazione, razzi e bombe che stanno continuando a devastare la sua città natale. La intervistiamo appena termina l’esecuzione di un brano.

Non serve intendersi di musica per decidere di lasciarle qualche spiccio nella scatola bianca ai suoi piedi. I più sono infatti colpiti dallo stendardo gialloblu. Il ticchettio delle monete fa scattare il "grazie" di Olena: "Sono fuggita dal mio Paese a causa della guerra. Sono primo flauto e solista – ribadisce – è la mia professione e il mio sogno ora è suonare in un’orchestra italiana. Non importa se sia o meno nelle Marche". Interloquiamo in un italiano frammentato: "Non so se riesco a rispondere alle sue domande, non parlo bene l’italiano", si scusa. Chiediamo se preferisca l’inglese, ma pure così l’intervista risulta difficoltosa. Insistiamo e sorride raccontandoci un po’ della sua storia. Lo fa a bassa voce, quasi con distacco: "Sono arrivata in Italia il 15 marzo 2022, qualche settimana dopo l’inizio del conflitto", prosegue. Nello zaino, il suo flauto grigio argento e qualche vestito. Chiediamo come stiano i suoi familiari a migliaia di chilometri da qui, ma Olena glissa: "Non ho famiglia, solo my boyfriend", cioè – tradotto – solo il suo fidanzato. "Lo sento ogni giorno, sta a Zaporizhia. Se combatte nell’esercito? Ora, non più". Domandiamo se le manchi la sua città: "Sì, mi manca tutto del mio Paese, lavoro, casa e amicizie. Voglio tornare là". Poi, prima di congedarsi mostra la foto davanti al leggio che regge gli spartiti: "Questa con l’abito blu sul palco sono io. E ora scusi, ma devo riprendere a suonare, ho bisogno di soldi". La salutiamo, dopo il suo ultimo appello: "Basta guerra, vi prego. La musica vincerà".