Lunedì 14 Luglio 2025
MARIO
Esteri

Odissea di famiglia: "Ho riabbracciato mia moglie e mio figlio"

Dall’Italia in Persia per far conoscere il piccolo ai parenti di lei. Il ginecologo Politi: "Erano bloccati dai pasdaran poi l’arrivo a Baku".

Salvatore Politi con la compagna e figlio in un’immagine che li ritrae sorridenti

Salvatore Politi con la compagna e figlio in un’immagine che li ritrae sorridenti

Benedetto

Oggi Salvatore Politi, ginecologo 42enne di origine siciliana residente a Parma, ha un volo di ritorno da Baku con la sua compagna e il piccolo Italo (nome di fantasia). È la fine di un incubo. La donna, di origine iraniana, era volata nella sua terra natale per far conoscere al piccolo i suoi nonni materni. Poi tutto è precipitato: l’escalation tra Israele e Iran ha fatto perdere a Salvatore le tracce della sua famiglia. Un lungo silenzio di tre giorni, poi la via di fuga verso Baku predisposta dalle autorità italiane. Adesso che la famiglia è al sicuro, abbiamo raggiunto telefonicamente Salvatore in Azerbaigian.

Come ha avuto inizio la vicenda?

"Tutto inizia chiaramente prima dell’escalation tra Israele e Iran: non avremmo mai esposto nostro figlio a una situazione di pericolo. Abbiamo fatto il biglietto a inizio maggio, rassicurati dai colloqui di pace previsti con gli americani. Quando la mia compagna e mio figlio si trovavano in Iran è successo il peggio, sono partiti i bombardamenti. Volevamo far conoscere i nonni a nostro figlio. Lei è andata via dall’Iran per vivere la libertà. Noi occidentali diamo per scontati diritti, a partire dalla libertà, che in tante zone del mondo non lo sono. Gli iraniani sono un popolo giovane, acculturato, che ha voglia di libertà e subisce per primo il proprio sistema di governo".

Come è venuto a conoscenza della criticità della situazione?

"Non ho avuto alcuna notizia della mia famiglia per tre lunghi giorni, mentre assistevo da qui allo scontro tra Iran e Israele. Era impossibilitata negli spostamenti a causa dei posti di blocco, della mancanza di benzina, ma erano interrotti anche i collegamenti telefonici, fissi e mobili: una situazione di vero isolamento".

Quando ha avuto notizie?

"I media e giornalisti sono stati importanti per portare all’attenzione pubblica questa vicenda. E ringrazio le Istituzioni, dalla Farnesina, che ha aperto il canale verso Baku, ai carabinieri, che hanno scortato la mia famiglia in questo viaggio verso la libertà, prendendosi cura materialmente di mio figlio con affetto. Ho avuto da loro le prime informazioni. E ci sono ancora altri italiani o iraniani con coniuge italiano bloccati, come nel mio caso. Purtroppo la mia compagna ha dovuto lasciare i genitori nel suo Paese. Non può essere pienamente felice, ma almeno la nostra famiglia si è finalmente riunita".

Oggi il lieto fine, quindi?

"Sì, abbiamo l’aereo per l’Italia e non vediamo l’ora di tornare alla normalità di tutti i giorni".