La profezia di Berlusconi

Renato Brunetta

Renato Brunetta

Roma, 12 marzo 2016 - Gentile Direttore, giovedì è accaduto un fatto di portata storica. Emerge la verità sulla Libia e le colpe che hanno condotto a una situazione gravissima dove noi piangiamo i nostri morti e l’Italia deve fare i conti con un’ondata di migranti determinata da sciagurati comportamenti altrui. Obama, com’è forse poco noto dato il silenzio dei Tg e la minimizzazione dei giornaloni, ha riletto la storia degli ultimi anni criticando se stesso per aver assecondato Francia e Regno Unito nell’attacco contro Gheddafi. Ha denunciato Sarkozy e Cameron con il termine pesantissimo di ‘scrocconi’, poiché hanno usato il consenso, le armi e i soldi degli americani (un miliardo di dollari) per fare i propri interessi in Libia, senza nemmeno riuscirci e anzi consegnando quel Paese al ‘caos’.

Questa verità storica affermata da Obama necessita di essere riletta dal punto di vista italiano, a proposito di quel 2011. Berlusconi si oppose con tutte le forze all’intervento, evocando esattamente lo scenario di caos e di dominio jihadista che minaccia anzitutto l’Italia, e fu posto davanti al fatto compiuto di un intervento stabilito bypassando il nostro governo e trovando invece sponde potentissime nel Quirinale e a sinistra. Se Sarkozy e Cameron sono stati scrocconi, a danno di americani, libici e italiani, come possiamo definire il presidente Napolitano che di quegli interessi si fece paladino? Complice, traditore? Fu in quella primavera del 2011 che si dimostrò per la prima volta operativo quell’intreccio torbido di interessi esteri e volontà italiane di rovesciamento antidemocratico di Silvio Berlusconi che si completò nell’autunno di quello stesso anno e che si stava già preparando in primavera con la vestizione di Mario Monti come candidato in pectore di una sorta di regime di Vichy in salsa italica. Occorre a questo punto un’operazione verità su quel 2011, una ricerca a carte scoperte di tutto ciò che ha determinato un corso della nostra repubblica lontanissimo dalla democrazia. Per questo abbiamo chiesto una commissione di inchiesta parlamentare. Non ci illudiamo: il Partito democratico, che è stato l’utilizzatore finale delle mene di Napolitano e dei circuiti finanziari e mediatici oggi sostenitori di Renzi, non accetterà mai di consentire a qualunque cosa che cominci non con la P di Potere ma la V di Verità.