
Nuovo massiccio bombardamento russo su tutto il Paese, almeno 12 vittime e decine di feriti. Mosca accusa: il 20 maggio respinto nel Kursk un attacco di droni nemici all’elicottero del presidente.
Quello di due notti fa è stato il più pesante attacco russo sull’Ucraina dall’inizio della guerra. A dirlo è il ministro degli Interni di Kiev, Ihor Klymenko. Il bilancio, provvisorio, conta 12 morti, fra cui tre bambini, e 60 feriti. Secondo lo Stato maggiore, sul Paese sarebbero stati lanciati 70 missili balistici di vario tipo e 300 droni d’attacco, soprattutto gli iraniani Shahed. L’aviazione ucraina ha comunicato di essere riuscita ad abbattere 45 missili e 266 droni. Il resto, però, si è abbattuto sul Paese, in particolare su 13 regioni: le città di Kiev, Zhytomyr, Khmelnytskyi, Ternopil, Dnipropetrovsk, Mykolaiv, Odessa, Kharkiv, Chernihiv, Cherkasy, Sumy e Poltava.
Sono stati colpiti almeno 80 edifici residenziali, a dimostrazione, ancora una volta, che i russi non si fanno alcun problema nel colpire i civili. A questo proposito, il presidente Zelensky ha parlato di "attacco deliberato contro le città", sottolineando che fra gli edifici più danneggiati c’è anche il dormitorio della facoltà di Storia.
L’attacco è avvenuto poco prima che venisse ultimato lo scambio di prigionieri pattuito in Turchia. Ieri sono tornati a casa gli ultimi 303 soldati dei 1.000 che Mosca e Kiev hanno deciso di consegnare reciprocamente. Zelensky ha ringraziato i negoziatori, specificando che tutti i militari nelle mani dei russi torneranno a casa. Ma tutto questo serve a poco, di fronte all’ennesimo lutto nazionale e a una guerra di cui non si vede la fine.
Dall’altra parte del confine, come sempre, si ribalta la realtà. Le armate del Cremlino hanno rivendicato la conquista del villaggio di Romanovka, nel Donetsk. Si tratta di una località che porta a Pokrovsk, città da 60mila abitanti, sulla quale Mosca vuole mettere le mani da tempo e che rappresenta uno snodo strategico di importanza fondamentale.
In risposta alle accuse internazionali per la notte di fuoco vissuta dall’Ucraina, i media russi hanno diffuso la notizia di 95 droni provenienti da Kiev abbattuti, la maggior parte nella regione di Bryansk, e che sono state introdotte restrizioni negli aeroporti di Domodedovo e Zhukovsky. Il sindaco della capitale, Serghei Sobjanin, ha dichiarato che 15 droni sono stati resi inoffensivi nel corso della giornata, fra cui uno che si stava avvicinando alla città.
Il presidente Putin, intanto, in un’intervista ha dichiarato di ricevere resoconti giorno e notte, provenienti da tutta la linea del fronte, con cadenza praticamente quotidiana. Nei giorni scorsi, il numero uno del Cremlino ha visto la guerra particolarmente da vicino. Secondo una notizia riportata dal canale televisivo Rossija 1, lo scorso 20 maggio l’elicottero su cui viaggiava lo "zar", diretto nella regione di Kursk per visitare i militari e i volontari impegnati su uno dei fronti più caldi del conflitto, è stato attaccato in modo massiccio da alcuni droni ucraini. I velivoli sono stati respinti subito dall’esercito russo, che ha sottolineato come la sicurezza del presidente non sia mai stata a rischio.
Marta Ottaviani