epa10213304 A handout photo made available by the Swedish Coast Guard and taken from the Swedish Coast Guard aircraft shows the small gas leak from Nord stream 2 in the Swedish economic zone in the Baltic Sea, Sweden, 28 September 2022 (issued 29 September 2022). Swedish coast guard on 29 September confirmed a fourth gas leak on the Nord Stream pipelines.  EPA/SWEDISH COAST GUARD / HANDOUT MANDATORY CREDIT: SWEDISH COAST GUARD HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Nord Stream (Ansa)

Non si dirada la 'nebbia' intorno al giallo dell'esplosione del gasdotto Nord Stream, che connetteva in modo diretto Germania e Russia attraverso il Mar Baltico. Ieri il New York Times ha riferito, citando funzionari statunitensi, che nuove evidenze di intelligence suggeriscono che un "gruppo filo-ucraino" abbia compiuto gli attacchi, senza che le autorità di Kiev ne fossero a conoscenza. Poche ore dopo, il quotidiano tedesco Zeit ha riferito che gli inquirenti avrebbero individuato la nave utilizzata per effettuare il blitz.   L'indagine tedesca Kiev nega un ruolo La reazione di Mosca Stoccolma da sola La sfiducia tra alleati Tutti gli occhi sul Baltico    Gruppo Wagner: "Preso controllo della parte est di Bakhmut" Caos in Georgia: il sogno Ue, la legge di stampo russo e le proteste L'indagine tedesca Oggi la Procura federale generale tedesca conferma di aver individuato un'imbarcazione sospetta e di averla fatta perquisire lo scorso gennaio. L'imbarcazione potrebbe essere stata utilizzata per trasportare gli esplosivi. Su autori, motivi o ruoli di uno Stato non è al momento possibile rilasciare dichiarazioni attendibili, comunica la procura, come riporta Dpa. Nel frattempo, anche la ministra tedesca degli Esteri, Annalena Baerbock, ha invitato ad aspettare i risultati delle indagini e non correre a conclusioni in base ai report mediatici. "Ovviamente seguiamo molto intensamente tutti i rapporti e anche tutti i risultati che sono disponibili da diversi attori", ha detto Baerbock durante una visita nella città curda Erbil, ma è necessario aspettare per "poi fare valutazioni da parte del governo" e "non trarre prematuramente conclusioni". Questa mattina, il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, ha invitato ad attendere i risultati delle indagini sul sabotaggio del Nord Stream, sottolineando che l'attacco potrebbe essere anche stato un'operazione di falsa bandiera per addossare la colpa a gruppi filo-ucraini. Kiev nega un ruolo Intanto Kiev ribadisce di non avere nulla a che fare con il sabotaggio. "Non è una nostra attività, sarebbe un complimento per le nostre forze speciali ma noi non c'entriamo con quello", ha detto il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, a margine di una riunione informale dei colleghi dell'Ue a cui è stato invitato. Secondo lo stesso quotidiano, non risulta che il presidente Volodymyr Zelensky fosse al corrente dell'azione avvenuta nel mar Baltico a fine gennaio. La reazione di Mosca "Non sarei sorpresa se, dopo una presunta inchiesta, gli occidentali e i loro giornali stabilissero che il Nord Stream è stato distrutto da un delfino-attentatore fuggito dalla Crimea in Ucraina", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commentando l'articolo del New York Times. Washington e Londra, aggiunge Zakharova sul suo canale Telegram, stanno solo "utilizzando indiscrezioni controllate" per sostenere i loro interessi. "Mi chiedo - scrive ancora la portavoce - chi autorizza tali indiscrezioni. E la risposta è che sono coloro che non vogliono condurre un'inchiesta legale, e vogliono distogliere l'attenzione del pubblico dai fatti in ogni modo possibile". Invece di far uscire indiscrezioni, conclude Zakharova, "i regimi occidentali coinvolti nell'accaduto devono rispondere alle richieste ufficiali della parte russa (per un'inchiesta) e, come minimo, prendere in considerazione l'inchiesta giornalistica di Seymour Hersh". Cioè il giornalista americano Premio Pulitzer secondo il quale l'attacco è stato compiuto dagli Usa con la complicità della Norvegia.  Stoccolma da sola Quel che è certo è che una verità ufficiale sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream, manca ancora e non appare prossima a concretizzarsi. Che un'indagine comune che includesse la Russia non potesse avere luogo, dato il grave deterioramento dei rapporti con l'Occidente seguito all'invasione dell'Ucraina, era scontato. Suscitò invece una certa sorpresa la decisione della Svezia di andare avanti da sola, senza coinvolgere la Danimarca, l'altro Paese le cui acque territoriali erano state interessate dalla falla aperta nel gasdotto lo scorso 26 settembre, e la Germania. Il governo tedesco aveva proposto l'istituzione di un team investigativo congiunto sotto l'egida di Eurojust, Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione giudiziaria. Lo scorso 14 ottobre Mats Ljungqvist, il magistrato svedese incaricato dell'inchiesta, rispose che condividerne i risultati avrebbe messo a rischio la sicurezza nazionale di Stoccolma. E a poco valsero le promesse dell'allora premier, Magdalena Andersson, sulla cooperazione con Copenaghen e Berlino. La sfiducia tra alleati Tre inchieste di Paesi alleati che procedono per conto loro per far luce su un avvenimento di tale gravità non sono solo una manifestazione di inefficienza e una cattiva pubblicità per un'Ue nella quale gli interessi nazionali appaiono troppo spesso destinati a prevalere. L'episodio è soprattutto la spia di quanto elevato sia il grado di sfiducia tra i membri del blocco nella condivisione di intelligence, campo nel quale la comunità europea è ancora in forte ritardo, rendendo umiliante ogni possibile confronto con i 'Five Eyes' dell'Anglosfera.  Tutti gli occhi sul Baltico Il braccio di mare dove è avvenuto il sabotaggio è tra i più monitorati dell'Europa settentrionale. A Nord c'è la costa svedese, a Ovest l'isola danese di Bornholm e a Est l'exclave russa di Kaliningrad, spina nel fianco della Nato. Sono numerosi i sottomarini e le navi militari che attraversano l'area con regolarità. E, secondo il quotidiano svedese Dagens Nyheter, imbarcazioni svedesi erano presenti nella zona del sabotaggio pochi giorni prima dell'esplosione. Che Stoccolma possa avere in mano qualcosa di più concreto delle altre nazioni coinvolte è più di una mera ipotesi. Questa settimana le autorità svedesi hanno riferito di aver raccolto materiali nei pressi dei tratti di gasdotto danneggiati, dando a intendere che l'inchiesta abbia segnato un qualche progresso.

Esteri

<p>Non si dirada la 'nebbia' intorno al giallo dell'esplosione del <strong>gasdotto Nord Stream</strong>,&nbsp;che connetteva in modo diretto Germania e Russia attraverso il Mar Baltico. Ieri il <a href="https://www.quotidiano.net/esteri/gasdotto-nord-stream-sabotato-1.8548361"><strong>New York Times</strong></a> ha riferito, citando funzionari statunitensi, che nuove evidenze di intelligence suggeriscono che un<strong> "gruppo filo-ucraino"</strong> abbia compiuto gli attacchi, senza che le autorità di Kiev ne fossero a conoscenza. Poche ore dopo, il quotidiano tedesco Zeit ha riferito che gli inquirenti avrebbero individuato la<strong> nave utilizzata per effettuare il blitz</strong>.</p> 
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<p>Oggi la <strong>Procura federale generale tedesca</strong> conferma di aver individuato un'imbarcazione sospetta e di averla fatta perquisire lo scorso gennaio. L'imbarcazione potrebbe essere stata <strong>utilizzata per trasportare gli esplosivi</strong>.&nbsp;Su autori, motivi o ruoli di uno Stato non è al momento possibile rilasciare dichiarazioni attendibili, comunica la procura, come riporta Dpa. Nel frattempo, anche la ministra tedesca degli Esteri, Annalena Baerbock, ha invitato ad <strong>aspettare i risultati delle indagini</strong> e non correre a conclusioni in base ai report mediatici. "Ovviamente seguiamo molto intensamente tutti i rapporti e anche tutti i risultati che sono disponibili da diversi attori", ha detto Baerbock durante una visita nella città curda Erbil, ma è necessario aspettare per "poi fare valutazioni da parte del governo"&nbsp;e "non trarre prematuramente conclusioni". Questa mattina, il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, ha invitato ad attendere i risultati delle indagini sul sabotaggio del Nord Stream, sottolineando che l'attacco potrebbe essere anche stato un'operazione di falsa bandiera per addossare la colpa a gruppi filo-ucraini.</p> 
<h2 class="title-paragraph"><a id="Kiev nega un ruolo" name="Kiev nega un ruolo" rel="nofollow">Kiev nega un ruolo</a></h2> 
<p>Intanto<strong> Kiev ribadisce di non avere nulla a che fare con il sabotaggio</strong>. "Non è una nostra attività, sarebbe un complimento per le nostre forze speciali ma noi non c'entriamo con quello", ha detto il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, a margine di una riunione informale dei colleghi dell'Ue a cui è stato invitato. Secondo lo stesso quotidiano, non risulta che il presidente Volodymyr Zelensky fosse al corrente dell'azione avvenuta nel mar Baltico a fine gennaio.</p> 
<h2 class="title-paragraph"><a id="La reazione di Mosca" name="La reazione di Mosca" rel="nofollow">La reazione di Mosca</a></h2> 
<p>"Non sarei sorpresa se, dopo una presunta inchiesta, gli occidentali e i loro giornali stabilissero che il Nord Stream è stato distrutto da un delfino-attentatore fuggito dalla Crimea in Ucraina", ha detto la <strong>portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova</strong>, commentando l'articolo del New York Times. Washington e Londra, aggiunge Zakharova sul suo canale Telegram, stanno solo "utilizzando indiscrezioni controllate"&nbsp;per sostenere i loro interessi. "Mi chiedo - scrive ancora la portavoce - chi autorizza tali indiscrezioni. E la risposta è che sono coloro che non vogliono condurre un'inchiesta legale, e vogliono distogliere l'attenzione del pubblico dai fatti in ogni modo possibile". Invece di far uscire indiscrezioni, conclude Zakharova, "i regimi occidentali coinvolti nell'accaduto devono rispondere alle richieste ufficiali della parte russa (per un'inchiesta) e, come minimo, prendere in considerazione l'inchiesta giornalistica di Seymour Hersh". Cioè il <strong>giornalista americano Premio Pulitzer </strong>secondo il quale l'attacco è stato compiuto dagli <strong>Usa</strong> con la complicità della <strong>Norvegia</strong>.&nbsp;</p> 
<h2 class="title-paragraph"><a id="Stoccolma da sola" name="Stoccolma da sola" rel="nofollow">Stoccolma da sola</a></h2> 
<p>Quel che è&nbsp;certo è&nbsp;che una verità&nbsp;ufficiale sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream, manca ancora e non appare prossima a concretizzarsi. Che un'indagine comune che includesse la Russia non potesse avere luogo, dato il grave deterioramento dei rapporti con l'Occidente seguito all'invasione dell'Ucraina, era scontato. Suscitò&nbsp;invece una certa sorpresa la decisione della Svezia di andare avanti da sola, senza coinvolgere la Danimarca, l'altro Paese le cui acque territoriali erano state interessate dalla falla aperta nel gasdotto lo scorso 26 settembre, e la Germania. Il governo tedesco aveva proposto l'istituzione di un team investigativo congiunto sotto l'egida di Eurojust, Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione giudiziaria. Lo scorso 14 ottobre Mats Ljungqvist, il magistrato svedese incaricato dell'inchiesta, rispose che condividerne i risultati avrebbe messo a rischio la sicurezza nazionale di Stoccolma. E a poco valsero le promesse dell'allora premier, Magdalena Andersson, sulla cooperazione con Copenaghen e Berlino.</p> 
<h2 class="title-paragraph"><a id="La sfiducia tra alleati" name="La sfiducia tra alleati" rel="nofollow">La sfiducia tra alleati</a></h2> 
<p>Tre inchieste di Paesi alleati che procedono per conto loro per far luce su un avvenimento di tale gravità&nbsp;non sono solo una manifestazione di inefficienza e una cattiva pubblicità&nbsp;per un'Ue nella quale gli interessi nazionali appaiono troppo spesso destinati a prevalere. L'episodio è&nbsp;soprattutto la spia di quanto elevato sia il grado di sfiducia tra i membri del blocco nella condivisione di intelligence, campo nel quale la comunità&nbsp;europea è&nbsp;ancora in forte ritardo, rendendo umiliante ogni possibile confronto con i 'Five Eyes'&nbsp;dell'Anglosfera.&nbsp;</p> 
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<p>Il braccio di mare dove è&nbsp;avvenuto il sabotaggio è&nbsp;tra i più&nbsp;monitorati dell'Europa settentrionale. A Nord c'è la costa svedese, a Ovest l'isola danese di Bornholm e a Est l'exclave russa di Kaliningrad, spina nel fianco della Nato. <strong>Sono numerosi i sottomarini e le navi militari che attraversano l'area con regolarità</strong>. E, secondo il quotidiano svedese Dagens Nyheter, imbarcazioni svedesi erano presenti nella zona del sabotaggio pochi giorni prima dell'esplosione. Che Stoccolma possa avere in mano qualcosa di più&nbsp;concreto delle altre nazioni coinvolte è&nbsp;più&nbsp;di una mera ipotesi. Questa settimana le autorità&nbsp;svedesi hanno riferito di aver <strong>raccolto materiali nei pressi dei tratti di gasdotto danneggiati</strong>, dando a intendere che l'inchiesta abbia segnato un qualche progresso.</p>

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Nord Stream: dalle indiscrezioni del New York Times alle indagini tedesche. Cosa sappiamo

Il giallo del gasdotto. La Procura federale generale di Berlino conferma di aver individuato un'imbarcazione sospetta e di averla fatta perquisire lo scorso gennaio. Poche ore prima il quotidiano americano aveva parlato attacco compiuto da gruppi filo-ucraini

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