Noa Pothoven e i dubbi sull'eutanasia. Olanda avvia ispezione sanitaria

Facciamo chiarezza: la ragazza di 17 anni, secondo i media olandesi, è morta "perché ha smesso di bere e di mangiare, dopo che le era stata rifiutata la domanda dell'eutanasia". Papa Francesco: "Eutanasia e suicidio assistito una sconfitta per tutti"

Noa Pothoven (Facebook/Ansa)

Noa Pothoven (Facebook/Ansa)

Roma, 5 giugno 2019 - La morte di Noa Pothoven in Olanda è diventato un caso seguito in tutto il mondo. L'annuncio era stato dato dalla sorella e riportato ieri dai giornali italiani e internazionali. I media riferivano: la ragazza di 17 anni ha chiesto e ottenuto l'eutanasia perché non riusciva più a vivere per la depressione causata da violenze sessuali subite da bambina. Tuttavia, oggi, un punto viene messo in dubbio: "Non è morta per eutanasia, ha solo smesso di mangiare e di bere". Proviamo a fare chiarezza.

Nel frattempo, un portavoce del dicastero olandese ha informato che il ministero della Salute ha avviato "un'ispezione sanitaria per verificare se è necessario aprire un'indagine" sulla morte di Noa. L'ispezione, ha precisato il portavoce, non riguarda l'eutanasia, ma intende accertare "il tipo di cure ricevute e se ci sia stato qualche errore" nei trattamenti somministrati. Al termine di questa prima verifica, il ministero deciderà se procedere con un'indagine ufficiale.

Noa Pothoven, cosa dicono i giornali olandesi

In un articolo del giornale olandese De Gelderlander, datato 1 dicembre 2018, si legge che la giovane ragazza aveva chiesto più volte il ricorso all'eutanasia, ma non l'aveva mai ottenuta. "La domanda è stata rifiutata - si legge nell'articolo-intervista a Noa - perché sono troppo giovane e avrei dovuto prima affrontare un percorso di recupero dal trauma psichico fino ad almeno 21 anni". 

Un rifiuto che aveva ulteriormente peggiorato la situazione della ragazza. "Sono devastata perché non posso aspettare così a lungo (fino a 21 anni, ndr), rivivo la paura e il dolore ogni giorno", scriveva la stessa Noa nella sua autobiografia "Morire o imparare". 

E così Noa, come riportato ancora dal giornale De Gelderlander citando la sorella, è morta in un letto di casa sua, dopo aver smesso di bere e mangiare. Notizia questa di domenica 2 giugno, riportata anche da altri quotidiani locali. Quel che è assodato è invece la presenza dell'assistenza medica, fornita da una clinica specializzata, nelle ultime ore di Noa. Ma non è nemmeno chiaro se la ragazza sia stata accompagnata da 'sedazione profonda'. E, va detto, anche se fosse così non si tratterebbe di eutanasia legale. A dare, invece, la notizia della morte per eutanasia, erano stati i media italiani e internazionali, sulla base di agenzie stampa che esplicitamente dichiaravano: "Noa è morta, dopo una lunga battaglia, in seguito alla richiesta e all'ottenimento dell'eutanasia". 

Marco Cappato, esponente dei radicali, ha smentito che la ragazza è morta in seguito all'ottenimento dell'eutanasia: "L'Olanda gliel'aveva rifiutata - sostiene su Facebook -. Lei ha smesso di bere e mangiare e si è lasciata morire a casa, coi familiari consenzienti". Dalle fonti che abbiamo potuto consultare, emerge che sarebbe più corretto parlare di suicidio assistito, mentre non si sarebbe trattato di eutanasia legale. Nessun media olandese riporta o conferma l'autorizzazione della procedura da parte dei Paesi Bassi.

VATICANO - Nel frattempo, il Vaticano oggi ha commentato la notizia, dichiarando: "La morte di Noa è una grande sconfitta e perdita per l'umanità". E, sempre in mattinata, è stato pubblicato un tweet sull'account ufficiale di Papa Francesco. "L'eutanasia e il suicidio assistito sono una sconfitta per tutti - si legge - . La risposta a cui siamo chiamati è non abbandonare mai chi soffre, non arrendersi, ma prendersi cura e amare per ridare la speranza".