Martedì 23 Aprile 2024

La Nike sfida Trump: atleta 'ribelle' nuovo testimonial della campagna per i 30 anni

L'ex giocatore di football Usa, Colin Kaepernick, scelto come simbolo per i 30 anni dello slogan 'Just Do It'. Il campione aveva lanciato il boicottaggio dell'inno americano prima delle gare Nfl, per protesta contro le violenze della polizia nei confronti dei neri

Colin Kaepernick (a sx) e Donald Trump (Twitter/Ansa)

Colin Kaepernick (a sx) e Donald Trump (Twitter/Ansa)

New York, 4 settembre 2018 - Il colosso dell'abbigliamento sportivo americano, la Nike, si schiera contro Donald Trump scegliendo un 'nemico' del presidente come volto per la campagna pubblicitaria che celebra i 30 anni dello slogan 'Just Do It'. Non calca i campi dal gennaio del 2017, ma Colin Kaepernick è il giocatore di football americano più famoso e odiato negli States per aver lanciato il boicottaggio dell'inno americano e - adesso - per essere diventato ufficialmente uno dei protagonisti dello spot del 'baffo'. Il primo piano del volto dell'atleta è accompagnato da uno slogan diretto contro la Casa Bianca: "Credi in qualcosa, anche se significa sacrificare tutto".

L'immagine in bianco e nero, postata su Twitter, ha accesso la guerra sui social. Dal momento che l'ex quarterback di San Francisco è diventato, nel 2016, il simbolo della protesta contro la violenza della polizia nei confronti dei neri: la campagna pubblicitaria Nike è stata applaudita da alcuni e attaccata da altri, che hanno assicurato di boicottare il marchio. Sneaker e abbigliamento Nike dato alle fiamme su Facebook, Instagram e Twitter. "Boicottate l'anti americana Nike - si legge in un post su Twitter -, odia i veterani e i loro prodotti sono fatti in Cina e non in Usa". "Cara Nike, brucio tutte le cose Nike che posseggo. L'uomo che hai scelto come volto per la tua campagna #justdoit indossava calzini che descrivevano i poliziotti come maiali". Un altro post, da parte di un ex marine, mostra una foto con dei calzini Nike deliberatamente strappati.

A tre giorni dall'inizio della nuova stagione Nfl, la Nike ha sferrato un colpo importante a livello di marketing, entrando in un caso che ha spaccato il Paese per due anni ed è estremamente spinoso per Trump. Nonostante Kaepernick sia senza squadra da oltre da un anno e mezzo, da quando è finito il suo contratto con San Francisco, la Nike ne ha fatto uno dei suoi testimonial accanto alla regina del tennis Serena Williams e alla star Nba LeBron James (altro rivale di Trump) nel trentennale del leggendario slogan. "Crediamo che Colin sia uno degli sportivi più carismatici della sua generazione, che usa il potere dello sport per cambiare il mondo", ha spiegato alla Espn Gino Fisanotti, vice presidente di Nike per il Nord America.

La decisione del colosso di abbigliamento sportivo non è esente dei rischi perché è tra i fornitori delle divise Nfl, alla quale Kaepernick ha fatto causa. Il marchio, noto per le sue innovative campagne pubblicitarie, ora poi si è esposto all'ira di Trump. Il presidente Usa dallo scorso autunno ha combattuto una personale battaglia contro gli atleti che, ispirati da Kaepernick, si inginocchiano o sollevano un pugno, a testa bassa, durante l'inno americano prima delle partita. Per The Donald e parte del pubblico a stelle e strisce si tratta di atti anti patriottici, un insulto ai militari che hanno prestato servizio e sono morti sotto la bandiera americana. Il primo schiaffo, l'azienda Usa lo prende in Borsa dove nelle contrattazioni che precedono l'apertura dei mercati perde fino al 3,14%.