Sabato 17 Maggio 2025
LORENZO MANTIGLIONI
Esteri

Negoziati sul nucleare tra Iran e Usa: "Ora l’improbabile è possibile"

Progressi nei colloqui indiretti mediati dai diplomatici dell’Oman, presto un nuovo tavolo nel Sultanato. L’ottimismo del vicepremier Tajani: "Confermiamo la nostra disponibilità ad agevolare il dialogo".

Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani (a destra), con l’omologo iraniano

Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani (a destra), con l’omologo iraniano

"Ora anche l’improbabile è possibile". Le parole del ministro degli Esteri omanita, Badr Al Busaidi, trasudano ottimismo. Il secondo round dei colloqui indiretti sul nucleare tra Washington e Teheran, mediati da Muscat, è andato in scena a Roma, nell’ambasciata dell’Oman, in un clima definito "costruttivo". Le due delegazioni, guidate rispettivamente dall’inviato statunitense per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e dal ministro iraniano Abbas Araghchi, hanno proseguito il dialogo volto a raggiungere un accordo sul programma nucleare della Repubblica islamica.

"Roma diventa Capitale di pace e di dialogo", ha scritto ieri mattina sul suo profilo X il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, dopo aver ricevuto alla Farnesina Abbas Araghchi. "L’ho incoraggiato a proseguire nel cammino del negoziato contro l’arma nucleare – ha continuato –. L’auspicio del governo italiano è che tutti insieme si possa arrivare ad una soluzione positiva per il Medio Oriente. E confermiamo la nostra disponibilità ad agevolare il dialogo". Gli fa eco da Taranto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che vede la scelta di Roma come parte "del riconoscimento che va al di là dei nostri confini di un ruolo che l’Italia sta portando avanti in questi anni, che è quello di essere saldamente ancorata a una coalizione storica, ma di essere in grado di dialogare con ogni Paese del mondo e quindi anche essere luogo che può ospitare incontri per costruire la pace, la sicurezza, le condizioni per cui cessino gli scontri, cessino le guerre e, in qualche modo, cessi il terrorismo". Sempre nelle stesse ore, il ministro Tajani ha incontrato anche il suo omologo omanita Badr Al Busaidi ("C’è il totale sostegno dell’Italia alla mediazione dell’Oman tra Usa e Iran") e il Direttore generale dell’Aiea, Rafael Grossi.

A preannunciare le aspettative con le quali Teheran avrebbe partecipato al secondo round di colloqui con gli Stati Uniti è stato il consigliere politico della Guida Suprema iraniana Ali Khamenei, Ali Shamkhani: la Repubblica islamica mira a raggiungere "un accordo equilibrato, non una resa". Un’intesa che, sempre secondo il consigliere iraniano, deve necessariamente soddisfare i criteri di serietà, garanzie, equilibrio, rimozione delle sanzioni, celerità, facilitazione degli investimenti, nessun riferimento ai modelli libico ed emiratino, ovvero allo smantellamento completo del programma nucleare, nessuna minaccia e il contenimento di chi vuole minare il negoziato, riferendosi chiaramente a Israele e al suo primo ministro Benjamin Netanyahu (dato che quest’ultimo non ha escluso la possibilità di attaccare nei prossimi mesi i siti nucleari iraniani).

Dalla parte opposta dell’Atlantico, invece, il presidente americano, Donald Trump, ha sottolineato che "se l’Iran non farà un accordo (sul nucleare, ndr), si metterà male per loro". Su X, la puntualizzazione di Steve Witkoff: "Qualsiasi accordo definitivo deve stabilire un quadro per la pace, la stabilità e la prosperità del Medio Oriente. Questo significa che l’Iran deve interrompere ed eliminare il suo programma di arricchimento nucleare e di armamento".

Al netto delle distanze iniziali, subito dopo la conclusione dei colloqui, il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha dichiarato alla tv di Stato che il secondo vertice sul nucleare "è stato un buon incontro" e che "questa volta siamo riusciti a raggiungere una migliore intesa su una serie di principi e obiettivi". I negoziati, dunque, proseguiranno e le due delegazioni, dopo Muscat e Roma, torneranno indirettamente a interloquire il prossimo 26 aprile ancora una volta in Oman.