Il Cairo, 28 marzo 2021 - Non si sblocca ancora la Ever Given, una gigantesca portacontainer incastrata nel Canale di Suez: è fallito anche l'ultimo tentativo. Ma sono stati fatti alcuni passi in avanti: eliche e timone sono stati liberati con la rimozione di circa 20.000 tonnellate di detriti da sotto lo scafo. Inoltre un altro aiuto arriverà, in caso non si riuscisse ancora a disincagliarla, dallo scarico delle centinaia di container che la nave trasporta: lo ha ordinato il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi all'Autorità che gestisce il Canale di Suez.
Canale di Suez: liberata la portacontainer Ever Given
La gigantesca portacontainer è incastrata nello stretto egiziano da alcuni giorni, impedendo così il passaggio ad ormai più di 350 navi (369, tra cui 25 petroliere). Stamane sono arrivati altri due rimorchiatori, di cui uno italiano, per partecipare ai lavori per disincagliare l'immensa imbarcazione che da martedì blocca il passaggio in una delle vie d'acqua più importanti del mondo, ma è stato inutile.
Canale di Suez: quanto ci costa il blocco
L'italiano Carlo Magno e dell'olandese Guard Alp sono gli ultimi rimorchiatori giunti in soccorso nello stretto artificiale egiziano. Bernhard Schulte Shipmanagement che gestisce l'Ever Given ha spiegato che assieme ad altri avrebbero dovuto spingere la nave lunga 400 metri, mentre in contemporanea le draghe continuvano ad aspirare la sabbia e il fango da sotto l'imbarcazione. Naturalmente si puntava anche a sfruttare l'alta marea per disincagliare il gigantesco portacontainer, ma come riferisce la Leth Agencies, che questa notte ha lavorato per tentare di rimettere a galla l'imbarcazione, non è servito.
Nemmeno la Luna piena e l'alta marea, che sembravano propizie all'operazione, sono bastate: il livello dell'acqua era insufficiente alla riuscita. L'Autorità del Canale di Suez ha comunque fatto sapere che i tentativi riprenderanno, e i rimorchiatori saliranno da 14 a 16. L'armatore danese Maersk, il maggiore a operare nel Canale di Suez, ha stimato che serviranno dai tre ai sei giorni per smaltire l'enorme ingorgo.
Siria, razionato carburante
Una delle immediate conseguenze in Siria: le autorità di Damasco hanno annunciato di aver iniziato a razionare il carburante. Il ministero del Petrolio siriano ha spiegato che il blocco ha impedito il passaggio di una nave proveniente dall'Iran e che sarebbe dovuta arrivare venerdì al porto di Banias in Siria con a bordo carburante e prodotti petroliferi.
Allarme per gli animali trasportati sulle navi
Altro problema che sta insorgendo per colpa dei ritardi riguarda le navi che trasportano bestiame: almeno una ventina ha reso noto il Guardian. Gli animali sono in sofferenza dopo sei giorni a bordo. Gerit Weidinger, coordinatrice per l'Europa di Animals International, ha lanciato l'allarme: ''La mia più grande paura è che gli animali finiscano il cibo e l'acqua e rimangano bloccati sulle navi perché non possono essere scaricati altrove per questioni burocratiche''.
Normalmente queste navi ricevono ''rifornimenti per due-tre giorni''. Quindi si tratta di "una bomba biologica a orologeria per gli animali, gli equipaggi e tutte le altre persone coinvolte". Tra le nave che trasportano bestiame e che sono bloccare a Suez, cinque hanno caricato animali in Spagna e nove in Romania all'inizio di marzo, spiega Animals International.