Mosca, 20 aprile 2021 - Hanno giocato d'anticipo. Nel giorno delle manifestazioni per Alexei Navalny, i poliziotti russi hanno arrestato Kira Yarmysh, la portavoce dell'oppositore di Vladimir Putin in sciopero della fame dal 31 marzo - ora trasferito in una colonia penale - e Liubov Sobol, la legale del suo fondo anticorruzione. Per i sostenitori, Navalny rischia la vita. Per questo, per oggi si era dato appuntamento ai manifestanti in piazza. Oggi che non è un giorno qualunque, ma una scadenza solenne per il presidente Putin, che parlerà alla Nazione nel suo discorso all'Assemblea federale sulla situazione del Paese e sulle principali direzioni di politica estera e interna. Ma perquisizione e fermi sono scattate un po' in tutto il Paese, da Vladivostock a Mosca. Secondo la Ong Ovd-Info, sarebbero 44 i fermati in 23 città russe. Erano stati 11mila gli arrestati a gennaio, quando Navalny è stato incarcerato. In un costante aggiornamento su Twitter, l'organizzazione non governativa dà conto di quel che sta accadendo passo passo. Tra le tante segnalazioni, una riguarda gli studenti. A Ekaterinburg sarebbero stati diffidati a partecipare alle proteste di piazza, equiparate ad attività terroristiche. La Ong mette anche in guardia gli attivisti dai bot che provano a minaregli stessi canali di informazioni online. Intanto garantisce assistenza legale "24 ore su 24, 7 giorni su 7".
Infatti le notizie sugli arresti sono frammentarie e si rincorrono su siti e social. Yarmish, che da settimane si trova agli arresti domiciliari, sarebbe stata portata via dagli agenti all'uscita di casa per fare la spesa, negli orari che le erano consentiti. Mentre Sobol, secondo la versione affidata a Twitter dall'avvocato Vladimir Voronin, sarebbe stata arrestata da molti poliziotti che hanno bloccato il suo taxi e l'hanno costretta a scendere. "Non sappiamo dove sia stata portata", la denuncia del legale. La scommessa del Cremlino è che si trasformino in un flop le manifestazioni di protesta indette per oggi, "qui non c'è di mezzo solo la libertà ma la vita di Navalny", era stato l'appello dei sostenitori al popolo russo, nei giorni scorsi. Intanto l'Europa mostra di avere le armi spuntate. Snobbata la risoluzione approvata ieri dell'assemblea parlamentare del Consiglio con la richiesta alla Russia di permettere ai medici dell'oppositore di visitare il dissidente e di liberarlo entro giugno. Richiesta accolta come una semplice raccomandazione. E nemmeno per ora sembra avere avuto seguito l'irritazione e l'avviso chiaro dato dagli Usa di Joe Biden. Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan da ultimo aveva avvertito: ci saranno conseguenze per la Russia se Navalny muore. E la figlia Daria il 18 aprile avevalanciato un appello su Twitter: "Consentite a un medico di visitare il mio papà".