Ucraina, Emma Bonino: "Ecco cosa possono fare Nato e Ue per fermare Putin"

L’ex ministra degli Esteri: l’intervento militare difficile anche se fosse colpito per sbaglio un Paese dell’Alleanza

Una donna ucraina piange dopo l’ennesimo bombardamento russo (Ansa)

Una donna ucraina piange dopo l’ennesimo bombardamento russo (Ansa)

Roma, 14 marzo 2022 - Nemmeno l’ex ministra degli Esteri Emma Bonino aveva previsto questa guerra. Ma, nonostante la sua lunga esperienza sia al vertice della politica Ue sia nel campo del peacekeeping, attacca chi non esplicita una scelta di campo a favore dell’Ucraina.

Senatrice Bonino, l’Europa e la Nato stanno facendo abbastanza?

"In questi contesti, ‘abbastanza’ sarebbe fermare subito l’aggressione militare russa. Ma l’Ue ha reagito con compattezza e decisioni straordinarie, impensabili fino a pochi anni fa: sanzioni alla Russia, invio di armi all’Ucraina, accoglienza dei profughi con l’attivazione della direttiva 55 come chiedevamo da tempo".

Però dopo tre settimane di invasione è chiaro che Putin vuole tutta l’Ucraina. Dunque la Nato cosa può fare in più?

"Le esercitazioni, come sta già facendo. Solo se per esempio l’artiglieria russa sbagliasse di qualche chilometro e toccasse la Polonia - ipotesi certo non augurabile - Varsavia potrebbe chiedere l’intervento dell’Alleanza. Ma, attenzione, secondo l’articolo 5 del Trattato Nato, ogni Paese resterebbe comunque libero di decidere le azioni che ritiene più opportune".

Non vede possibile un modello Kosovo quindi?

"A me pare difficile che qualcuno sia disposto a mandare l’esercito in Ucraina, un Paese due volte l’Italia con 40 milioni di abitanti non è, appunto, il Kosovo (grande come l’Umbria), dove comunque siamo rimasti 10 anni".

È sostenibile la tesi “Stiamo con l’Ucraina ma non siamo in guerra contro la Russia”?

"No. Si deve stare dalla parte di chi subisce un’aggressione immotivata, contraria ai principi basilari del diritto internazionale e al diritto umanitario. Ovviamente, nessuno è contro i russi: non dobbiamo sconfiggere la Russia, ma Putin".

Cosa pensa degli intellettuali del “né - né”?

"O non sono pienamente consapevoli della posta in gioco, la nostra libertà, oppure Putin sta raccogliendo i frutti della propaganda che ha seminato in questi anni. Tra l’altro, dire che ‘l’Ucraina un po’ se l’è cercata’ ricorda la frase troppo spesso usata sulle donne: si colpevolizza la vittima per giustificare la prevaricazione violenta. Non può esserci equidistanza. Putin aggredisce l’Ucraina perché teme la democrazia, la libertà e i diritti".

Come si fa ad aiutare Kiev di più senza scatenare un terzo conflitto mondiale?

"Ad esempio si potranno ridurre gli acquisti di gas con cui Putin finanzia la guerra. Bisogna lasciare a lui una via d’uscita diplomatica, ma non sono ottimista sulla sua sincerità. Ha già perso la guerra sul piano politico e comunicativo".

Non fu un errore allargare la Ue ad Est?

"Nessun nuovo paese Nato ha mai rappresentato un pericolo per Putin, salvo che nelle sue ossessioni. A maggior ragione oggi, andare in Polonia o nei paesi baltici a dire ‘non dovevamo consentirvi di entrare nella Nato’ sarebbe grottesco. Putin si è ripreso di fatto la Bielorussia, che ha smesso da un paio di settimane di essere un paese neutrale e denuclearizzato. Chi è che si espande verso chi?".

Da che parte pensa che si schiererà alla fine Pechino?

"La Cina ha bisogno della stabilità mondiale per continuare a crescere economicamente. E anche se non prenderà mai ufficialmente la parte contraria a Mosca, spero che a Pechino prevalga la realpolitik e il concetto che dove passano le merci, non passano gli eserciti".

Zelensky sollecita la mediazione di Israele. Non c’è il rischio che questa mossa risvegli anche il fondamentalismo islamico contro l’Occidente?

"Non credo che questo sarebbe un problema. Magari quella mediazione funzionasse!".