Natale in tempi di Covid, cosa succede negli altri Paesi del mondo

Dal lockdown duro di Germania, Austria e Olanda alle saune di gruppo della Finlandia: le ricette anti-virus sono moltissime

Natale 2020, nel mondo registrati oltre 75 milioni di contagi da Covid (Ansa)

Natale 2020, nel mondo registrati oltre 75 milioni di contagi da Covid (Ansa)

Roma, 19 dicembre 2020 - Il Natale della pandemia da Covid non ce lo dimenticheremo. Non solo l'Italia è stata costretta a varare inedite regole anti.contagio per le feste (qui il testo del decreto in Gazzetta Ufficiale): il Coronavirus ha stravolto in tutto il mondo economie, abitudini, relazioni, lavori, affetti ma anche hobby, gusti, alimentazione, sonno (e sogni). E ogni nazione reagisce all'aggressione del virus in modo diverso. Ecco una carrellata di Paesi stranieri che hanno modificato le regole dei giorni di festa in funzione anti-contagio. Paese che vai, lockdown che trovi, si può dire. 

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Germania: lockdown duro e molti 'consigli'

"Un prezzo inaccettabile": è cosi' che Angela Merkel definì i 590 morti in 24 ore di una settimana fa. E' da allora che la Germania ha deciso di mettere l'acceleratore alle misure restrittive contro il Covid. Nel frattempo il record di vittime è arrivato a quasi mille (giovedì scorso), mentre la curva epidemica si è alzata fino a 30 mila contagi al giorno. "Le misure che abbiamo messo in atto finora non sono sufficienti", ha ammesso la cancelliera domenica scorsa. Da lì la decisione di passare al lockdown 'duro', in vigore da questo mercoledì: chiusi i negozi e prevalentemente anche le scuole e gli asili, le aziende sono chiamate a favorire al massimo livello lo smart working, per gli incontri privati è stato stabilito un 'tetto' di cinque persone da due nuclei familiari, esclusi i minori di 14 anni. Solo nei giorni delle festivita' natalizie si potranno incontrare quattro persone oltre il proprio nucleo familiare stretto.

Austria: terzo lockdown duro

L'Austria torna in lockdown dal 26 dicembre e fino al 18 gennaio. Chiusi scuole, ristoranti e negozi, con l'eccezione di alimentari e farmacie. Test di massa il 16 e 17 gennaio, chi avrà esito negativo potrà uscire il 18. Dal 7 gennaio formazione a distanza nelle scuole. 

Belgio: polizia anti-cenone

In Belgio, uno dei Paesi al mondo in cui il virus circola maggiormente, al parziale confinamento in vigore da 6 settimane si aggiunge un coprifuoco a Bruxelles e in Vallonia, dalle 22 alle 6. Ogni famiglia avrà diritto ad avere in casa un solo ospite oppure due per chi vive da solo. Una limitazione che costerà caro a chi non la rispetterà: 250 euro per gli ospiti e 750 per chi accoglie in casa. La polizia sarà autorizzata a effettuare controlli all'interno delle abitazioni e ad utilizzare droni. Le scuole invece hanno riaperto lunedì 16 novembre. 

Finlandia, ok alle saune di gruppo

In Finlandia, con soli 3.000 contagi in sette giorni, durante le festività natalizie sarà ancora possibile organizzare vere feste, dato che non sono previste restrizioni agli incontri durante le vacanze ed è persino permesso ritrovarsi in sauna (non esattamente consigliabile in tempi di Covid).

Danimarca, negozi chiusi e smart working 

La Danimarca ha chiuso tutti i centri commerciali e ha varato un piano di confinamento che prevede la chiusura dei ristoranti e di tutti i negozi - tranne farmacie, alimentari e supermercati - dal 25 dicembre al 3 gennaio.  Le nuove misure sono state decise a fronte di una curva pandemica tornata a rialzarsi: il numero di nuove infezioni giornaliere ha raggiunto di nuovo il picco con 3692 casi confermati nell'arco di 24 ore, con oltre 22 mila contagi nei sette giorni e poco meno di 100 decessi complessivi.

Francia: spostamenti liberi

Da mercoledì la Francia è ufficialmente deconfinata, ma il Natale alle porte sarà all'insegna della prudenza: il governo ha chiesto ai cittadini di "autoconfinarsi" per evitare un rimbalzo dei contagi. Durante le feste di fine anno per i francesi sarà possibile fare shopping - tutte le attività commerciali sono aperte - ma fino al 7 gennaio non potranno andare nei musei, teatri, cinema e sale spettacoli. Niente da fare per bar e ristoranti, considerati ad alto rischio sanitario, chiusi almeno fino al 20 gennaio. Non sarà possibile andare a sciare, poiché tutti gli impianti rimarranno chiusi, ma è autorizzata la passeggiata in montagna.  Grande libertà per gli spostamenti: i francesi possono passare da una regione all'altra e per uscire l'autocertificazione non è più obbligatoria. Chi vuole può anche viaggiare all'estero, anche se le autorità hanno raccomandato di essere prudenti. Il nuovo coprifuoco è dalle 6 alle 20: il mancato rispetto sarà sanzionato con una multa da 135 euro. Per la sera del 24 dicembre sono autorizzati gli spostamenti in via eccezionale, grazie a una sospensione del coprifuoco, invece mantenuto il 31 dicembre, e durante la sera di Capodanno sono vietati gli assembramenti per strada.  I raduni di famiglia devono essere limitati: è vietato riunirsi in più di 6 adulti, proprio per limitare i contatti responsabili della diffusione del virus. 

Gran Bretagna: la bolla del Natale "umano"

Da mercoledì Londra, l'Essex e l'Hertfordshire sono zone rosse, in cui vige il livello 3 delle restrizioni, quello più duro, mentre la maggior parte delle altre sono al livello 2. Sarà proibito incontrarsi con persone diverse dai propri conviventi anche all'esterno. Tuttavia, come promesso dal governo di Boris Johnson, dal 23 al 27 dicembre ci saranno cinque giorni di allentamento delle restrizioni per permettere alle famiglie di festeggiare il Natale. La 'Christmas Bubble' autorizza riunioni di una bolla di un massimo di tre nuclei familiari sia all'interno di case private, dove possono trascorrere l'intera notte, che all'esterno, in spazi quali parchi e giardini. Insieme, però, non potranno andare al ristorante o al pub. Durante quei 5 giorni non ci sarà alcuna restrizione agli spostamenti all'interno del territorio nazionale, proprio per consentire alle famiglie di ritrovarsi per le feste. La bolla dovrà rispettare un distanziamento sociale di 2 metri con le altre persone incontrate all'esterno.  La 'Christmas Bubble' ha alimentato molte critiche e paure, in primis da medici e scienziati, che la considerano "molto rischiosa", soprattutto per le persone più vulnerabili, e possibile causa di un nuovo rimbalzo dei contagi. 

Olanda: modello tedesco

Feste di fine anno nel segno della totale chiusura in Olanda, uno dei Paesi meno interventisti durante la prima ondata di Covid-19. Da mercoledì e fino al 19 gennaio gli olandesi sono in lockdown, un blocco molto rigoroso di cinque settimane - molto più severo rispetto a quello della scorsa primavera - con una 'tregua' natalizia di tre giorni. In pratica rimangono in servizio le sole attività commerciali essenziali. Dovranno essere molto limitati sia gli spostamenti che i contatti interpersonali: in una casa non potranno entrare più di due visitatori di età superiore a 13 anni. Durante il periodo di tre giorni per il Natale - dal 24 al 26 dicembre - tre persone 'estranee' al nucleo familiare potranno fare visita in casa e le restrizioni vigenti saranno un po' alleggerite. 

Russia: nessun lockdown nazionale

Quarto Paese al mondo per numero di contagi, la Russia non ha mai introdotto un completo lockdown nazionale, imponendo invece una sorta di sistema con 'ferie obbligate retribuite' ai lavoratori. La gestione della pandemia è stata delegata alle amministrazioni locali, col Cremlino che dà indicazioni generali. A Mosca, ancora epicentro dell'epidemia nel Paese, bar e ristoranti chiudono dalle 23 alle 6 di mattina ma possono fare servizio delivery senza limiti; sempre nella capitale, il sindaco ha imposto da ottobre per due mesi la didattica a distanza e ha ridato gli eventi culturali e sportivi; alle aziende è richiesto di tenere il 30% della forza lavoro in smart working e agli over 65 di restare in autoisolamento. 

Spagna: chiusure light

"In questo Natale si deciderà se potremo scongiurare una terza ondata", dice il premier Pedro Sanchez, secondo il quale la Spagna "ha ottenuto molto finora", avendo messo a segno un deciso calo dei contagi nelle settimane scorse, dopo il nuovo picco raggiunto tra ottobre e novembre. Ma a tutt'oggi siamo a oltre 60 mila nuove infezioni nei sette giorni e oltre 48 mila decessi complessivi. Pertanto il governo sta valutando una nuova stretta delle misure anti-Covid durante il periodo delle festività, ovviamente.  La Spagna nella seconda ondata è riuscita abbassare la curva epidemica attraverso misure relativamente leggere: limitazioni di movimento di notte, divieti di spostamento da una regione all'altra e in alcune zone del Paese, chiusure temporanee di trattorie e ristoranti, mentre i negozi e le scuole rimanevano aperte quasi ovunque. Attualmente a Madrid e a Barcellona i negozi e i bar sono pieni, i mercatini natalizi sono aperti. Sono stati stabiliti 'tetti' al numero dei clienti per i ristoranti e i negozi e dei visitatori in musei, teatri e cinema. 

Giappone non rinuncia alla libertà

Il Giappone è alle prese con la terza ondata di contagi, che non dà segnali di tregua, ma non pensa a misure estreme.  Intanto, è in forte calo il consenso attorno al premier Suga: il tasso di approvazione per il successore di Shinzo Abe è sceso al 42%. Suga, su pressioni degli esperti e sul calo di consensi, ha annunciato la sospensione temporanea della campagna "Go To" - lanciata a ottobre scorso, per incentivare il turismo interno, e che copre il 50% delle spese di viaggio - nelle vacanze di fine anno, dal 28 dicembre all'11 gennaio prossimi, con l'obiettivo di fermare l'ondata di contagi nel Paese e ridurre l'impatto sugli ospedali, anche se lo stesso primo ministro non si dice convinto di un legame stretto tra i viaggi e l'aumento dei contagi.

Svezia: fallita la terza via

La 'terza via' della Svezia rischia di venire definitivamente affossata. La miscela di misure leggere e di appelli alla responsabilità dei cittadini è pesantemente sotto attacco. I numeri sono spietati: a novembre il Paese ha registrato oltre 8.000 decessi complessivi, il numero più alto mai segnato in un mese da 100 anni, ossia quando infuriò l'influenza spagnola, quando in un mese in Svezia morirono 16.600 persone.  Su 10 milioni di abitanti, la Svezia ha messo oramai a segno oltre 348mila casi totali di Covid-19 e 7.800 vittime, con una crescita costante della curva nella seconda ondata della pandemia: attualmente siamo a 43.792 nuovi contagi in una settimana. Per avere un confronto, il tasso di mortalità è decisamente superiore a quello di Danimarca, Finlandia e Norvegia. "Credo che abbiamo fallito", è il duro verdetto del re di Svezia, Carlo XVI Gustavo. A fronte dell'aumento delle nuove infezioni a partire da ottobre, qualche giro di vite è arrivato solo il mese scorso: tra queste limitazioni agli assembramenti in pubblico se si superano le otto persone, divieto di vendita di bevande alcoliche, mentre non vi sono limitazioni ad incontri in ambito privato. Ma ora il governo torna a rafforzare i loro appelli: uno degli strumenti usati sono i 22 milioni di Sms inviati ai residenti svedesi firmati dall'Autorità svedese per la salute pubblica e dall'Autorità per la protezione dalle emergenze, volti a ricordare il rispetto della riduzione dei contatti, a scegliere il Babbo Natale tra i propri familiari, a evitare di tuffarsi nella folla da shopping. Per ora i risultati della campagna non si sono fatti vedere: dalle strutture ospedaliere arriva l'allarme: le terapie intensive sono giunte al loro limite.

Usa: differenze da Stato a Stato

Obbligo di mascherine, negozi e attività commerciali chiusi o a capienza ridotta al 25%, ordine di restare a casa: sono le tre grandi categorie attraverso le quali passa la gestione del lockdown negli Stati Uniti, con differenze tra uno Stato e l'altro. Un esempio? A New York possibile blocco totale di tutte le attività nei prossimi giorni. Tutto lo Stato è stato diviso in micro zone che vengono continuamente monitorate e aggiornate per decidere se classificarle gialle, arancioni o rosse. Le misure più rigide sono in California, che ha catalogato lo stato di rischio in quattro fasce, aggiungendo quella "viola" per le zone dove il tasso di contagio supera l'8%.