Un uomo si è fatto esplodere all’interno della chiesa di Mar Elias, ovvero Sant’Elia, a Damasco, in Siria. La potente esplosione provocata dall’attentatore suicida ha semidistrutto l’edificio religioso nella capitale della Siria, causando un numero di almeno 20 morti e numerosi feriti, oltre a danni materiali. Lo riportano i media internazionali. Secondo i quali due persone sarebbero entrate nella chiesa, avrebbero aperto il fuoco sui fedeli e poi uno di loro si sarebbe fatto esplodere.

L'attentatore si è fatto esplodere all'interno della chiesa di Mar Elias, nel quartiere di Dwelah, che ospita una folta comunità cristiana. Le immagini diffuse sui social media mostrano l'interno della chiesa devastato e i corpi di diverse vittime all’interno, mentre le ambulanze si sono precipitate sul posto per evacuare i feriti.
A riferirne sono media siriani, dopo le notizie della tv satellitare al-Jazeera che parlavano di un'esplosione nella zona di Dweila.

“L’attentatore aveva legami con le milizie jihadiste dello Stato islamico”: lo ha reso noto il Ministero degli Interni siriano. “Un militante appartenente all'organizzazione terroristica dell'Isis ha fatto irruzione nella chiesa di Sant'Elia nel quartiere di Duweila a Damasco e ha aperto prima il fuoco per poi attivare l'ordigno esplosivo che aveva addosso" si legge nel comunicato diffuso dal Ministero.
L'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir O. Pedersen, ha condannato "nei termini più forti possibili" l'attacco terroristico alla chiesa di Sant'Elia a Damasco. In una nota, Pedersen ha espresso "la sua indignazione per questo crimine atroce" e chiesto alle autorità siriane, che hanno attribuito l'attacco all'Isis, "un'indagine completa".