"Milizie private e azioni di guerriglia". L'ex mercenario Usa: ora si vince così

Sean McFate, da contractor a professore univeristario: "Le strategie tradizionali sono destinate a perdere"

Corso di addestramento al combattimento nel centro di reclutamento a Kiev (Ansa)

Corso di addestramento al combattimento nel centro di reclutamento a Kiev (Ansa)

Su Twitter si autodefinisce un "intellettuale mercenario", ma Sean McFate è molto di più. L’ex parà americano, dopo essere stato agli ordini dei generali Stan McChrystal e David Petreaus, ha scelto la carriera del contractor privato. E prima di diventare un professore universitario (insegna a Georgetown) e un analista dell’Atlantic Council, ha trattato coi signori della guerra in Africa e ha attraversato più volte il Sahara in compagnia di gruppi armati.

Professor McFate, ora i mercenari sono in Ucraina. Che ruolo hanno?

"La Russia usa il Gruppo Wagner dal 2013-2014 in diverse parti del mondo. Nell’attuale conflitto si muove come una quinta colonna. I suoi uomini agiscono senza uniforme come sabotatori e hanno una lista di personalità politiche da uccidere. Mosca li sfrutta per spaventare ancora di più gli ucraini".

Perché usare proprio i mercenari?

"Le leggi internazionali sono più difficili da applicare a questi gruppi e inoltre la Russia può sempre negare qualsiasi coinvolgimento diretto".

Il suo ultimo libro si intitola ‘Le nuove regole della guerra’. Cosa ne pensa della strategia di Putin in Ucraina?

"La guerra convenzionale è morta. Gli scenari alla Seconda guerra mondiale con scontri campali tra carri armati o grandi battaglie decisive non esistono più. Quando Putin ha invaso l’Ucraina in maniera tradizionale, molti hanno pensato che le mie previsioni fossero sbagliate. Ma non è andata così: la Russia ha finora combattuto una guerra alla vecchia maniera e sta perdendo. L’Ucraina si è dimostrata pronta ad adottare tattiche di guerriglia e sta vincendo. I Javelin, che costano poche migliaia di dollari, hanno fermato tank da milioni. Ma dopo 50 giorni di conflitto tradizionale Mosca ha di fatto cambiato strategia e sta adottando i principi della guerra non convenzionale, che per il Cremlino significa radere al suolo le città e massacrare i civili".

Nel 2014 la Crimea è stata invasa velocemente e molti esperti hanno descritto l’operazione come un successo della nuova guerra ibrida. Perché Putin ha cambiato strategia?

"È qualcosa di inspiegabile. È come se fosse tornato indietro di almeno 30 anni".

I droni come stanno cambiando la guerra?

"Non in maniera così decisiva come molti pensano. Sono come i Javelin: possono diventare armi poco costose ed efficaci".

L’affondamento della Moskva può essere un punto di svolta?

"La strategia della flotta russa non cambierà. Ovviamente da un punto di vista strategico per l’Ucraina è una grande vittoria. E le guerre si vincono così, non con le battaglie. Kiev sta costruendo un’efficace narrativa: ‘Siamo Davide contro Golia’. L’affondamento dell’ammiraglia russa rientra perfettamente in questo schema".

Mariupol resiste dall’inizio dell’invasione. Cosa potrebbe succedere se dovesse cadere in mani russe?

"Sarebbe una grande vittoria strategica per Putin. Gli permetterebbe di collegare la Crimea alla Russia e potrebbe creare i presupposti per prendere Odessa. Con Kiev tagliata fuori dal Mar Nero, circondata su tre lati dalla Federazione, Mosca potrebbe dichiararsi soddisfatta. Poi, dopo 5-10 anni durissimi per l’Ucraina, potrebbe prendere l’intero Paese".

La tensione sta crescendo anche a Taiwan. La Cina cosa sta imparando dal conflitto in Ucraina?

"I timori che Pechino possa prendere Taipei con la forza sono esagerati. I jet sono solo un’esibizione muscolare. La Cina sta ancora facendo molta fatica ad assimilare Hong Kong. Taiwan è molto più preparata dell’Ucraina e le alleanze internazionali occidentali si sono rivelate più efficaci di quello che le autocrazie pensavano. La speranza è che la Cina abbia preso nota".