Martedì 16 Aprile 2024

Migranti, Aquarius torna in Europa con 141 a bordo. "Dateci un porto sicuro"

Sos Mediterranee e Medici senza frontiere (Msf) denunciano: cinque navi hanno evitato di prestare i soccorsi. In gran parte sono chiedenti asilo eritrei e somali

Migranti nel Mediterraneo avvicinati da un gommone di Aquarius (Ansa)

Migranti nel Mediterraneo avvicinati da un gommone di Aquarius (Ansa)

Parigi, 12 agosto 2018 - La nave di ricerca e soccorso Aquarius, noleggiata da Sos Mediterranee e gestita in collaborazione con Medici Senza Frontiere (Msf), dopo l’ultimo scalo nel porto francese di Marsiglia, torna a incrociare da giorni il Mediterraneo centrale alla ricerca di migranti in difficoltà. Oggi ha annunciato di avere tratto in salvo 141 persone. Le organizzazioni chiedono ai governi europei di assegnare loro un luogo sicuro più vicino in conformità con il diritto internazionale marittimo in modo da poter sbarcare tutti i passeggeri, prevedibilmente per poter tornare al più presto nello specchio di mare di loro interesse in modo da offrire assistenza umanitaria ad altre barche in analoghe condizioni.

Aquarius ha precisato che venerdì mattina, 10 agosto, ha salvato 25 persone alla deriva su una barca di legno senza motore. Ha poi avvistato e preso in carico una seconda barca con 116 persone a bordo, compresi 67 minori non accompagnati, in gran parte provenienti da Eritrea e Somalia.

I superstiti hanno dichiarato, riferiscono dalla onlus, di aver incrociato cinque diverse navi senza ricevere assistenza, prima di essere avvicinate dall’Aquarius, che "ha informato delle operazioni svolte le autorità tra cui i centri di coordinamento del soccorso marittimo di Italia, Malta e Tunisia", ma non ancora la Francia.

“In questo momento stiamo seguendo le istruzioni del coordinamento congiunto di soccorso libico, autorità che sovrintende ai salvataggi, e contatteremo gli altri centri di coordinamento per ottenere un posto sicuro dove sbarcare le persone soccorse che abbiamo a bordo”, ha dichiarato Nick Romaniuk, coordinatore delle operazioni di Sos Mediterranee. “Sembra che sia a rischio il principio stesso di fornire assistenza alle persone in pericolo in mare", ha aggiunto da parte sua un altro operatore delle onlus. Le navi mercantili e da diporto "potrebbero essere indotte a rispondere negativamente a quanti sono in difficoltà a causa dell’alto rischio di rimanere bloccate“.

Sos Mediterranee e Medici senza frontiere continuano nella loro missione. I francesi ripartono con una offensiva mediatica per chiedere ai governi europei “di assegnare un luogo sicuro più vicino possibile in conformità con il diritto internazionale marittimo, in modo che le persone salvate in mare possano essere sbarcate" e così facendo l’Aquarius potrà continuare a fornire la necessaria assistenza umanitaria in mare.

L' Aquarius "non vedrà mai un porto italiano" ha chiarito da parte sua, ieri, il ministro dell'Interno Matteo Salvini che, ai microfoni del Gr1 della Rai, è intervenuto per riepilogare le modalità del soccorso ai migranti al largo della Libia. Salvini ha precisato anche che l' Aquarius "è di proprietà di un armatore tedesco e batte bandiera di Gibilterra". Dal punto di vista numerico, è l'Italia ad aver registrato in questi anni numeri record nell'accoglienza. Parlando del recente approdo di migranti sulla spiaggia di Capo Bruzzano, in Calabria, ad esempio, il ministro dell'Interno ha assicurato: "stiamo monitorando tutto con le forze dell'ordine".