Giovedì 14 Novembre 2024

Meloni al Cairo: “Chiediamo immediato rilascio degli ostaggi italiani di Hamas”. Il suo discorso

La Premier è intervenuta al Summit della Pace voluto da al-Sisi per cercare una soluzione alla crisi in Medio Oriente: “Siamo tutti bersaglio, non cadiamo nella trappola dei terroristi”. Poi l’incontro con Abu Mazen

Il Cairo (Egitto), 21 ottobre 2023 – Da rilascio immediato dei prigionieri italiani nella mani dei terroristi di Hamas, alla necessità che la crisi mediorientale non diventi una guerra di religioni. 

Così il presidente del consiglio Giorgia Meloni nel suo intervento al Summit della Pace che ha visto capi di Stato e governanti rispondere all’invito del presidente egiziano al-Sisi.

Giorgia Meloni al Summit per la Pace
Giorgia Meloni al Summit per la Pace

Considero "molto importante" questa conferenza "dopo il terribile attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre che, dobbiamo ricordare, si è abbattuto contro civili inermi con una efferatezza senza precedenti che lascia inorriditi e che è giusto condannare senza ambiguità", ha detto la Meloni. "Per l'Italia era doveroso partecipare a questa conferenza, per il ruolo che storicamente l'Italia svolge come ponte di dialogo tra Europa, Mediterraneo e Medio Oriente".

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No alla guerra di religioni

"E' interesse di tutti i leader seduti a questo tavolo che ciò che sta accadendo a Gaza non si trasformi in una guerra di religione, in uno scontro tra civiltà, rendendo vani gli sforzi che pure coraggiosamente in questi anni sono stati fatti per normalizzare i rapporti".  "E' molto importante continuare a dialogare e ragionare. Credo ci siano alcuni punti fermi da ribadire. il primo. Il terrorismo ha colpito il mondo musulmano più di quanto abbia colpito l'Occidente".

Gli ostaggi italiani

"Siamo molto preoccupati per la sorte degli ostaggi, ci sono anche degli italiani, chiediamo l'immediato rilascio degli ostaggi”.

Evitare la trappola di Hamas

"L'impressione che ho, per le modalità con cui si è svolto l'attacco", è che l'obiettivo di Hamas “fosse costringere Israele a una reazione contro Gaza che creasse un solco incolmabile fra Paesi arabi, Israele e Occidente, compromettendo la pace per tutti i cittadini coinvolti, compresi quelli che si dice di voler difendere”. “Il bersaglio - ha aggiunto - siamo tutti noi, e cadere in questa trappola sarebbe molto, molto stupido».

Due Stati

“Dobbiamo fare l'impossibile per evitare una escalation della crisi, per evitare di perdere il controllo di questa crisi, perché le conseguenze sarebbero inimmaginabili. Il modo più serio per farlo è un'iniziativa politica per una soluzione strutturale che si basi sulla prospettiva dei due popoli e due Stati, una soluzione che deve essere concreta e deve avere una tempistica definita".

Difesa, non vendetta

Di fronte ad atti come donne e bambini decapitati "uno Stato è pienamente legittimato alla sua esistenza e alla difesa dei confini ma la reazione di uno Stato non può essere mai motivata da sentimenti di vendetta: uno Stato fonda la sua reazione su ragioni di sicurezza, commisurando la sua forza e tutelando la popolazione civile. Sono fiduciosa sia la posizione di Israele”.

Bambini decapitati

Nessuna causa «”giustifica il terrorismo, azioni studiate per colpire civili inermi, nessuna causa giustifica donne massacrate e neonati decapitati e brutalmente ripresi con una telecamera".

Siamo tutti bersaglio di Hamas

"Il vero obiettivo dell'attacco di Hamas" non era "difendere il diritto del popolo palestinese ma costringere a una reazione contro Gaza che minacciasse alla base ogni tentativo di dialogo e creasse un solco incolmabile tra paesi arabi, Israele, occidente, compromettendo definitivamente pace e benessere per tutti i cittadini coinvolti compresi quelli che si dice di voler difendere e rappresentare. Il bersaglio siamo tutti noi e non possiamo cadere nella trappola, sarebbe una cosa molto stupida. Per questo è molto importante continuare a dialogare e ragionare".

L’incontro con Abu Mazen

Dopo la conferenza di stamattina si è svolto un incontro bilaterale fra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il presidente palestinese, Abu Mazen. L’obiettivo è quello di trovare punti comuni per risolvere la situazione di crisi in Medio Oriente.

Un incontro nel quale i due leader d’Italia e Palestina hanno parlato di “come sia necessario lavorare a de-escalation”.

"Bisogna capire che siamo tutti sulla stessa barca. La mia idea, per le modalità in cui l'aggressione è avvenuta, è che la causa palestinese non c'entri nulla con l'attacco di Hamas a Israele. C'è una strategia di divisione, non deve diventare una guerra di religione perché non lo è. Credo sia fondamentale il dialogo tra Paesi occidentali e arabi”.

La questione Giambruno

"Come sto? Sto bene, sto molto bene. Faccio il mio lavoro. Non c'è una parte politica, non voglio più parlare di questo", ha risposto Giorgia Meloni ai cronisti che le chiedevano della sua vita privata i seguito al messaggio pubblicato su Facebook nel quale il giorno prima aveva annunciato la fine del decennale rapporto con il giornalista Mediaset Andrea Giambruno.

L’incontro con Netanyahu

Al termine del vertice della Pace del Cairo il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è partita per Tel Aviv per l’incontro con il primo ministro Benjamin Netanyahu e il presidente israeliano Isaac Herzog.