Mattia Sorbi, il giornalista italiano ferito in Ucraina è in zona controllata dai russi

"Sto bene e sono al sicuro. Sto raccogliendo tante storie da raccontarvi"

Mattia Sorbi, ferito nell'esplosione di una mina a Kherson (Ansa)

Mattia Sorbi, ferito nell'esplosione di una mina a Kherson (Ansa)

Roma, 8 settembre 2022 - Si hanno finalmente notizie di Mattia Sorbi: il giornalista italiano è rimasto ferito in Ucraina. La Farnesina assicura che il reporter freelance sta bene, "è curato, abbiamo notizie positive sullo stato di salute, ha poca copertura per comunicare ma dispone di un contatto libero". Il ministero degli Esteri è "in contatto costante con il giornalista" e sta "lavorando per farlo rientrare, in sicurezza, in Italia appena possibile". Secondo quanto si apprende da fonti locali, è curato in un ospedale controllato dai russi nei pressi di Kherson. 

Il giornalista 43enne è rimasto ferito nel corso di uno scontro a fuoco avvenuto a Kherson, una delle città più colpite dall'invasione russa in Ucraina. Le sue condizioni erano abbastanza serie, ma il cronista è stato già operato e non è in pericolo di vita. Nel corso dello scontro a fuoco in cui è rimasto colpito, ha perso la vita l'autista che lo accompagnava: Sorbi era in Ucraina per coprire e raccontare il conflitto in corso dal 24 febbraio scorso per la Rai. Già da qualche giorno, precisamente dal 31 agosto, non si avevano più notizie di Sorbi, al punto che il suo collega tedesco Arnd Ginzel aveva lanciato un allarme sul proprio profilo Facebook, spiegando che Sorbi sarebbe partito da Mykolaiv in direzione di Oleksandrivka, un villaggio nell'oblast di Kherson, a circa 50 km di distanza e che intorno alle 17 del 31 agosto Ginzel avrebbe provato a telefonare al giornalista italiano senza però ottenere risposta, né allora né dopo. Oggi lo stesso Sorbi ha fatto sapere che "sto bene e sono al sicuro, ma purtroppo le difficoltà di comunicazione in Ucraina mi hanno impedito di essere online come al solito. Probabilmente sarà così ancora per qualche giorno, ma l'importante è non avere problemi. Sto raccogliendo tante storie da raccontarvi e non mancherò di farvi sapere!".

Sulla situazione si è espressa anche l'Associazione Stampa Romana: "La Farnesina si è attivata per far rientrare in sicurezza il collega cui va tutta la nostra solidarietà e vicinanza. Continuiamo a chiederci però se le misure di sicurezza e assicurative che riguardano i colleghi freelance siano compatibili con i rischi che si assumono per raccontare la guerra. E pensiamo che le aziende editoriali, e tra queste l'azienda di servizio pubblico, debbano, per garantire la loro sicurezza, trasformare i rapporti di lavoro autonomo in rapporti di lavoro dipendente per evitare che i cronisti diventino la notizia di cui occuparsi in Ucraina", spiega in una nota. 

Intanto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha affermato all'Agi che per ora dall'Italia "nessuno ha contattato" le autorità russe per il possibile rientro in patria del giornalista. 

Il ministero della Difesa russo ha pubblicato anche un video su Telegram che mostra il reporter nell'ospedale dove sta ricevendo le cure. La didascalia recita: "I militari russi salvano la vita di Mattia Sorbi, giornalista italiano, ferito da una mina ucraina nella regione di Kherson, che copriva le operazioni dal lato delle Forze Armate dell'Ucraina". Nel breve filmato Sorbi, visibilmente provato, pronuncia il suo nome e cognome, menziona le testate per cui lavora e poi descrive brevemente le circostanze dell'incidente in cui sarebbe rimasto ferito. "Abbiamo preso un taxi e siamo andati ad Alexandrivsk, ci avevano detto a Kiev che era sicura", spiega Sorbi che poi indica la gamba destra e dice: "Mina". Le immagini successive mostrano un'automobile abbandonata con segni di bruciature all'esterno. Secondo la versione di Mosca le forze armate ucraine avevano architettato un piano per uccidere il giornalista che era al loro seguito, e poi dare la colpa alla Russia, in modo da generare indignazione sui media occidentali.