Giovedì 18 Aprile 2024

Marò, Massimiliano Latorre: "Ecco la mia odissea"

A dieci anni dai tragici fatti uno dei due marò scrive un libro-intervista con Mario Capanna dal quale emergono i silenzi e gli imbarazzi italiani e la sofferenza dei protagonisti

Massimiliano Latorre alla presentazione del suo libro (Ansa/Maurizio Salvi)

Massimiliano Latorre alla presentazione del suo libro (Ansa/Maurizio Salvi)

Roma, 15 novembre 2022 - "Alla fine in questa vicenda non ci sono vincitori, ma solo vinti. Ma io, dopo dieci anni di odissea, voglio pensare al senso buono della vita e delle persone. Per questo non sono diventato arido, rancoroso, vittima del rimpianto di tanti anni della mia vita  portati via senza un perché. Io sono sempre Massimiliano Latorre, e ho sempre fatto il mio dovere".

Il fuciliere di Marina Massimiliano Latorre - uno dei due marò imbarcati a difesa di una petroliera e protagonisti loro malgrado di un caso giudiziario e di una crisi diplomatica internazionale tra Italia e India conclusosi con la loro assoluzione - ha lo sguardo fiero nel ricordare la sua storia, che ha voluto codificare in un libro intervista - 'Il sequestro del marò' - scritto a quattro mani con un compagno strada sorprendente, l'ex leader del movimento studentesco poi deputato di Potere Operaio e dei Verdi Mario Capanna.  

"Chi leggerà questo libro - ha premesso Capanna presentando il libro alla Camera dei Deputati - ci troverà la storia raccontata per intero, senza omettere alcun particolare, con un lavoro certosino di verifica. Ogni affermazione - anche quelle più 'impegnative' che coinvolgono le autorità indiane come quelle italiane - non possono essere smentite, perché sono basate sulla verità e la concretezza dei fatti. L'autore è Massimiliano e io mi sono limitato a mettere ordine nelle parole, mettendo a disposizione la mia modesta esperienza di scrittura". Per scrivere parole di verità storica ad una vicenda ancora densa di ombre il centrodestra ha proposto l'istituzione di una commissione d'inchiesta e Capanna è d'accordo. "Io, uomo di sinistra - osserva - dico che è una iniziativa giusta, come giusto è il risarcimento chiesto da Latorre allo Stato". " Latorre - ha precisato l'avvocato Fabio Anselmo, legale, tra gli altri della famiglia Cucchi - ha subito una violazione dei diritti umani, per aver vissuto 10 anni di tortura psichica. Fa bene a chiedere un risarcimento, chi storce il naso fa lo schizzinoso con la vita degli altri".

Passo per passo nel libro si ricostruisce la vicenda, dall'incontro con una presunta barca di pirati davanti alle coste del Kerala, alla trappola tesa dagli indiani per farli ritornare in porto, al fermo, l'arresto e la lunghissima detenzione fino al ritorno in Italia alla decisione di rimandarli in India, presa considerando più gli aspetti economici del rapporto tra l'Italia e il paese asiatico che la vicenda in sé. E poi l'ictus di Massimiliano, l'amaro arbitrato internazionale, l'Italia che paga un risarcimento di 1,1 milioni di euro alle famiglie dei due pescatori morti, e, unico dato positivo, il processo in Italia che si concluse con una assoluzione. Quelli che per l'India erano i  colpevoli annunciati, erano sfuggiti al loro destino. Sembra un film, ma è amara realtà. Con gli indiani portatori di una verità già scritta e l'Italia a subire. 

"Questo racconto - scrive Latorre nel libro - nasce dal desiderio di far conoscere la storia, quasi incredibile, che mi è toccato vivere, senza alcuna colpa, ma solo per aver fatto il mio dovere. Mi rattrista tuttora molto che, dopo il 31 gennaio 2022 - in seguito all'assoluzione piena - nessuno, né della politica né delle istituzioni, si sia pronunciato sull'assurda vicenda, e sulle ragioni di un uomo e di un militare che è stato sempre ligio alle regole e alle leggi. Dopo l'assoluzione ci fu un assordante silenzio. Mi è pesata la mancanza di quella pur simbolica pacca sulla spalla... che sarebbe stata per me un conforto morale. Alla fine di questa storia penso che questo libro sia per me il risarcimento più grande".