Mariupol, l'acciaieria e la strategia di Putin: perché Mosca non vuole l'assalto

L'ultima linea di resistenza dentro gli impianti Azovstal è ancora in piedi. Il ceo: "Vicini alla catastrofe". Ma la sorte della struttura potrebbe essere diversa

Mariupol, 21 aprile 2022 - La situazione nell'acciaieria Azovstal a Mariupol è "vicina a una catastrofe". Almeno secondo quanto dice il ceo della società che possiede l'impianto, Yuriy Ryzhenkov, intervistato dalla Cnn. Ma qual è davvero la situazione dentro quella che è diventata la fortezza del battaglione Azov e che, oggi, il presidente russo Vladimir Putin ha deciso di non assaltare?

L'acciaieria Azovstal di Mariupol (Ansa)
L'acciaieria Azovstal di Mariupol (Ansa)

Quante persone ci sono nell'acciaieria

Stando alle testimonianze, è ancora in piedi l'ultima linea di resistenza nella città portuale, con circa duemila soldati ucraini asserragliati nell'acciaieria Azovstal. Nei tunnel sotterranei però ci sarebbero anche "circa 1.000 civili e 500 soldati feriti", per i quali il governo di Kiev propone uno scambio con prigionieri russi finora negato - a suo dire - da Mosca. 

Le parole del ceo

"Quando è iniziata la guerra avevamo immagazzinato una buona scorta di cibo e acqua nei rifugi antiaerei e nelle strutture dell'impianto - ha spiegato il ceo Yuriy Ryzhenkov -. Purtroppo tutto tende a esaurirsi, soprattutto il cibo e le necessità quotidiane. Penso che ora si sia vicino a una catastrofe". È stata istituita una linea diretta per i dipendenti dell'acciaieria, ha aggiunto, e finora 4.500 sono stati in contatto, mentre circa 6.000 devono essere ancora rintracciati.

Le previsioni russe

Il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, ha detto a Putin che serviranno ancora 3-4 giorni per completare le operazioni nell'acciaieria di Azovstal. Intanto, a dispetto degli annunci di Mosca, il vicesindaco di Mariupol ha dichiarato che la città "non è caduta". "Ci sono attacchi aerei, bombardamenti continui - ha proseguito - ma la parte sud" resiste.

Perché Putin ha annullato l'assalto

Come detto, Putin ha annullato l'assalto dell'area promettendo di risparmiare la vita agli assediati che si arrenderanno. La mossa, avvenuta a favore di telecamere e rilanciata con enfasi dall'apparato propagandistico russo, si presta a diverse interpretazioni. Se da una parte tende a legittimare l'immagine di un leader preoccupato di non mandare al macello i propri soldati (cosa che di fatto è avvenuta finora, come dimostra l'imbarazzo dello stato maggiore russo nel rispondere delle perdite) dall'altra conta sicuramente la necessità di non trasformare anche l'Azovstal nell'ennesima "fabbrica di martiri". Al contempo, il presidente russo cerca in questo modo di incassare, soprattutto agli occhi della comunità internazionale, qualche credito da giocare con Kiev che proprio ieri ha chiesto un round negoziale proprio a Mariupol "per salvare i nostri ragazzi del battaglione Azov, i soldati, i civili, i bambini, i vivi e i feriti. Tutti". 

Ma non solo, Putin potrebbe voler salvare gli impianti per il rilancio dell’economia, a guerra conclusa, in caso di vittoria. "L'acciaieria non viene attaccata per motivi strategici: c'è la fondata ipotesi che all'interno vi siano dei pericolosi ordigni chimici che potrebbero esplodere e perché quel luogo potrebbe servire come infrastruttura" ai russi "anche dopo l'eventuale vittoria", ha dichiarato oggi il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, ospite a 'Un giorno da pecora'. "E poi c'è un motivo di propaganda: Putin vorrebbe mostrare l'immagine dei soldati ucraini uscire sconfitti con le mani alzate", ha aggiunto.