Brasile, è morta Marisa Leticia Rocco. Moglie dell'ex presidente Lula

Da operaia a 'primera-dama', Maria Letitia Rocco si è spenta a 66 anni. Grande amore di Lula, si oppose alla candidatura della sua delfina Dilma Rousseff. Tre giorni di lutto nazionale in Brasile

Marisa Leticia Rocco Casa, moglie di Lula (Afp)

Marisa Leticia Rocco Casa, moglie di Lula (Afp)

Rio de Janeiro, 4 febbraio 2017 - Avrà gli onori di un capo di Stato con tre giorni di lutto nazionale proclamato dal presidente Michel Temer. Marisa Leticia Rocco Casa, sposata Lula da Silva, morta ieri sera a 66 anni dopo un ictus che l’aveva colpita il 24 gennaio, aveva mantenuto la cittadinanza italiana oltre a quella brasiliana per rendere omaggio ai genitori emigrati in Brasile nella metropoli industriale di San Paolo per cercare fortuna. Lei era nata in una delle periferie più grandi della città, Sao Bernardo do Campo, il 7 aprile 1950. Fin da giovane seguì le orme del padre: operaia in un’azienda che costruiva imballaggi per prodotti alimentari. A vent’anni si sposò con un tassista e nel 1971 nacque il figlio Marcos, ma nel frattempo il marito venne assassinato.

Frequentando il sindacato, Marisa conobbe poco dopo Luiz Inacio da Silva, il sui soprannome Lula diventerà poi a tutti gli effetti parte del cognome. Fu un amore travolgente, Lula da lì a qualche anno sarebbe diventato il capo dei metallurgici del Brasile, lei avrebbe cominciato a seguirlo passo passo. Si sposarono nel 1974. Anche Lula era vedovo, la prima moglie Maria de Lourdes morì durante la gravidanza assieme al feto, ma aveva una figlia, Lurian, nata dalla relazione con l’infermiera Mirian Cordeiro, ma poi cresciuta con Marisa. Nel breve volgere di due anni nacquero i tre loro figli: Fabio Luis, Sandro e Luis Claudio. Sono gli anni in cui in Brasile si lotta contro la giunta militare e Lula e Marisa sono in prima fila.

Nel 1985, quando ritorna la democrazia e il Partito dei lavoratori fondato dall’operaio fuggito alla fame del Nordeste, la lotta politica di Lula si concentra sulla conquista della Presidenza. Tenterà svariate volte riuscendoci nel 2003. Marisa è così la “primeira-dama”, un ruolo che svolgerà senza mai essere coinvolta in prima persona nella gestione del potere, rinunciando a incarichi pubblici. Starà a lato di suo marito con eleganza e misura. Guiderà però nella campagna per la rielezione le marce in strada di Brasilia e Goiania a sostegno della seconda candidatura. I problemi per Lula e Marisa arrivano dopo l’uscita dal Planalto.

Lula fa candidare la delfina Dilma Rousseff, Marisa non sembra essere completamente d’accordo. Le cose vanno male, la corruzione sembra prendere possesso del Governo brasiliano, lo stesso Lula, considerato integerrimo fino a quel momento, è accusato di vari reati e pure Marisa viene sottoposta ad azione penale (che ora si è ovviamente estinta): ai coniugi i giudici imputano di avere avuto da due grandi imprenditori delle mazzette per favorire una serie di scelte. Di mezzo c’è anche un appartamento per le vacanze e una barca. La causa va avanti e in questi il Tribunale federale avrà le confessioni dei due finanziatori Lula da Silva e le previsioni non sono buone per l’ex Presidente. Marisa era molto preoccupata negli ultimi tempi, accusava la Rousseff – che di grane ne ha avute parecchie, essendo decaduta da “presidenta” - di non avere difeso abbastanza Lula e una parte del Partito dei lavoratori di essersi allontanato dal fondatore; gli strali erano soprattutto per l’ex ministro Marta Suplicy, “costretta” a visitare il compagno di lotta all’ospedale nonostante con Marisa si odiassero reciprocamete.

Il 24 gennaio l’attacco cerebrale e il ricovero all’ospedale sirio- libanese di San Paolo. Il decorso della malattia è stato subito funesto e le notizie filtrate sono costate il posto a una dipendente troppo ciarliera del nosocomio. Ieri mattina le condizioni sono precipitate e i medici – dopo l’estrema unzione di padre Julio Lancelotti, hanno staccato le macchine che tenevano in vita Marisa e hanno cominciato d’accordo con la famiglia la procedura per la donazione degli organi. La camera ardente è stata aperta al sindacato dei metallurgici, dopo la cremazione le ceneri saranno portate nel cimitero di Jardim da Colina, a San Paolo. Per Lula si prospettano tempi difficili: la situazione giudiziaria e ora questa familiare lo hanno molto colpito, prima del 24 gennaio aveva promesso di candidarsi alle presidenziali del 2018, adesso non si sa se ne avrà la forza.