Martedì 23 Aprile 2024

Macron e il caso Benalla, il bodyguard: "Attaccano me per colpire lui"

L'ex collaboratore del presidente francese, soprannominato Rambo per la sua fama da duro, risponde a Le Monde. "Ho commesso una sciocchezza, ma non ho tradito il capo dell'Eliseo"

Benalla e il presidente Macron (Epa)

Benalla e il presidente Macron (Epa)

Parigi, 26 luglio 2018 - Per il presidente francese, il caso Benalla si riduce a “una tempesta in un bicchiere d’acqua”, ma le polemiche su favoritismi e indulgenze nei confronti dell'ex bodyguard non si placano. Ieri Emmanuel Macron aveva puntato il dito contro i media, accusandoli di aver scritto “molte sciocchezze”, forse una velata allusione alle indiscrezioni su una presunta e subito smentita simpatia da parte del capo dell'Eliseo nei riguardi del suo guardaspalle. L’ufficio di Alexandre Benalla all’Eliseo è stato perquisito nell'ambito delle indagini sui pestaggi ai partecipanti al corteo del Primo Maggio francese: alla ricognizione era presente l’interessato, addetto alla sicurezza del presidente, soprannominato Rambo per i suoi modi e indagato per le presunte violenze efferate e gratuite commesse nella circostanza.

Intanto per la prima volta dallo scoppio dello scandalo che lo vede coinvolto, con l’accusa di avere picchiato senza pietà due manifestanti in Place de la Contrescarpe a Parigi, Benalla ha raccontato la sua verità in un’intervista al quotidiano Le Monde, riconoscendo di avere “commesso un errore”. Si assume la responsabilità dei fatti che gli vengono contestati e denuncia “la volontà di colpire il presidente della Repubblica”. “Dico solo che questo caso è stato montato per diversi interessi - ha precisato - c’è una chiara intenzione tesa a colpire il presidente della Repubblica”. “Sta di fatto che la mia nomina a questo incarico ha dato fastidio a molti, perché un pivello di 25 anni, che non ha frequentato l’Ena (la fucina dei dirigenti della pubblica amministrazione francese) suscita rancori”.

Benalla, nell'intervista a Le Monde, si fa ancora più esplicito: “C’era la volontà, attaccando me, di colpire il presidente. E io sono l’anello debole. Da parte mia ho la sensazione di aver commesso una grossa sciocchezza, un errore più che altro dal punto di vista politico: non sarei mai dovuto andare alla manifestazione (del primo maggio) in quanto osservatore, dovevo restare nelle retrovie”.

Commentando le parole di Macron, che si è detto deluso e tradito dal suo ex-bodyguard, Benalla le definisce “dichiarazioni che capisco”. Intanto il portavoce dell’Eliseo, Benjamin Griveaux, ha denunciato “una convergenza delle opposizioni” nel caso, una manovra tesa a “bloccare la trasformazione del Paese”. Ha criticato inoltre “lo spettacolo” offerto dalla commissione d’inchiesta dell’Assemblea nazionale, considerato “indegno” dell’istituzione. Secondo Griveaux, l’opposizione vuole impedire la revisione costituzionale: “Il testo a cui stiamo lavorando prevede la rimozione di un terzo dei deputati e di un terzo dei senatori”, ha spiegato il portavoce. “Non sorprende che quelli che impediscono la trasformazione del Paese siano i veri conservatori, desiderano mantenere il loro mandato, sfruttano il caso ostacolando il lavoro parlamentare”.