Luglio è stato terzo più caldo di sempre, il secondo in Europa

In attesa dell'attesissimo sesto rapporto dell' IPCC, la parte messa a punto dal primo gruppo di lavoro sarà resa nota lunedì, il Copernicus climate change service dell'Unione Europea rende noti di dati sul clima dell'ultimo mese. Che confermano il riscaldamento in atto.

Copernicus climate change service dell'Unione Europea

Copernicus climate change service dell'Unione Europea

Roma, 5 agosto 2021 - Il mese da poco terminato è stato di 0.33 C° sopra media 1991-2020 e risulta essere  il terzo mese di luglio più caldo mai registrato a livello globale, superato di appena 0.03°C dal luglio del 2016 e di 0.07 C° luglio 2019.  Le cose sono andate signifficativamente peggio in Europa, dove la temperatura media per il luglio 2021 è stata di 1,4°C sopra la media 1991-2020. L'unico luglio record che è stato più caldo di questo sull'Europa si è verificato nel 2010, quando la Russia occidentale ha sperimentato una grave ondata di calore e la temperatura media europea è stata di 1,7°C sopra il suo livello 1991-2020. A dirlo è il Copernicus Climate Change Service (C3S), il servizio implementato da European Centre for Medium-Range Weather Forecasts per conto dell'Unione Europea, che pubblica regolarmente bollettini climatici mensili.

Lunedì il rapporto Ipcc

La notizia giunge a pochi giorni dalla pubblicazione - attesa lunedì dopo l'approvazione da parte degli scienziati -  della prima parte dell'attesissimo sesto rapporto (AR6) del'Ipcc, l'organismo scientifico incaricato dalle Nazioni Unite di investigare sul cambiamento climatico. Le anticipazioni del rapporto riducono le incertezze e delineano un quadro fosco. "La vita sulla Terra può riprendersi da un drastico cambiamento climatico evolvendo in nuove specie e creando nuovi ecosistemi - dice una bozza del  rapporto - ma gli esseri umani non possono. Il cambiamento climatico in atto è già oggi evidente, con un riscaldamento di 1,1 gradi rispetto all'epoca preindustriale. Ma Il peggio deve ancora venire, colpendo la vita dei nostri figli e nipoti molto più della nostra". "Gli attuali livelli di adattamento saranno inadeguati a rispondere ai futuri rischi climatici", avverte il rapporto.

Il cambiamento climatico "rimodellerà fondamentalmente la vita sulla Terra nei prossimi decenni, anche se gli esseri umani riscissero a mettere sotto cobtrollo  le emissioni di gas serra che riscaldano il pianeta". Questo avrà un effetto - maggiore o minore a seconda del livello di taglio delle emissioni e del momento del quale saròà raggiunto, sulle forniture di cibo, scarsità d'acqua, tassi di estinzione, migrazione, malattie infettive ed eventi meteorologici estremi. Decine di milioni di persone in più dovranno probabilmente affrontare la fame cronica entro il 2050, e altri 130 milioni di persone potrebbero sperimentare la povertà estrema entro un decennio se la disuguaglianza non sarà risolta. 

Nel 2050, le città costiere sulla "prima linea" della crisi climatica vedranno centinaia di milioni di persone a rischio di inondazioni e tempeste sempre più frequenti rese più mortali dall'innalzamento dei mari. Circa 350 milioni di persone in più che vivono nelle aree urbane saranno esposte alla scarsità d'acqua a causa di gravi siccità a 1,5 gradi Celsius di riscaldamento - 410 milioni a due gradi Celsius. Il rapporto delinea poi il pericolo di impatti composti e a cascata, insieme a soglie di punto di non ritorno nel sistema climatico noto come punti di ribaltamento (tipping points), che gli scienziati hanno appena iniziato a misurare e capire. E' il caso del copmportamente della Groenlandia dell'Antartide occidentale ma anche dell'Aamzzonia, che da grande assorbitore sta diventando emettitore netto di gas serra, o delle zone coperte da permafrost, Siberia in primis, che contengono grandi quantità di un potente gas serra come il metano che, nel processo di scioglimento, potrebbero rilasciare in atmosfera. 

Agire per mitigare le emissioni di "gas serra" e raggiungere il prima possibile la nautralità climatica quindi è necessario e va fatto in manera massiccia per cercare di raggiungere l'unico obiettivo possibile: non aumetare la temperatura più di due gradi rispetto all'epoca preindustriale. E non sarà facile.