Mercoledì 24 Aprile 2024

Luca Parmitano: "Dallo Spazio la Terra sembra viva. Proteggiamola"

L'appello ambientalista dell'astronauta rientrato dalla missione Beyond: "La vita continuerà, se l'uomo vuole esserci è il momento di agire"

Luca Parmitano, prima conferenza stampa dopo l'atterraggio (Ansa)

Luca Parmitano, prima conferenza stampa dopo l'atterraggio (Ansa)

Colonia, 8 febbraio 2020 - Di ritorno dalla missione Beyond, Luca Parmitano lancia un allarme ambientalista. La Terra è un pianeta fragile, e vista dallo spazio lo sembra ancora di più: "E' il momento di agire per tutelarla", ha detto l'astronauta, mettendo a fuoco il suo animo 'verde' nella prima conferenza stampa organizzata dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa) dopo l'atterraggio nella steppa della navetta Soyuz. 

"Pensi di conoscere il pianeta - continua AstroLuca, che a due giorni dal suo rientro a Terra sembra in ottima forma - poi lo vedi da lontano e ti rendi conto che è un sistema vivente", ha detto ai giornalisti nel Centro per l'addestramento degli astronauti (Eac) di Colonia.  Le sue parole toccano vette di lirismo: vista dallo spazio la Terra sembra viva: "Le nuvole che si muovono con il vento sono il suo respiro, l'acqua dei fiumi e degli oceani è il suo sangue".  Al suo fianco c'erano il direttore generale dell'Esa, Jan Woerner, e il direttore dell'Esplorazione abitata e robotica dell'Esa, David Parker. Nel pubblico non poteva mancare la collega e amica Samantha Cristoforetti

"Dalla quota di 440 chilometri vediamo la fragilità del nostro pianeta e ci rendiamo conto che l'atmosfera è davvero sottile - ha detto ancora Parmitano - Da lassù ho visto uragani di intensità notevole, come quelli che hanno colpito le Bahamas e Puerto Rico; ho visto anche i fuochi delle foreste amazzoniche, quelli dell'Africa e da settembre a gennaio ho fotografato i fuochi che hanno tinto di rosso l'Australia".

Per AstroLuca la fragilità del nostro pianeta evidente, "ma l'elemento più fragile siamo noi - ha sottolineato - perché la vita continuerà ben oltre la capacità dell'uomo di superare i danni che sta causando. La vita continuerà, ma non è detto che ci sia ancora l'uomo: se vogliamo esserci è il momento di agire".

Nello Spazio, poi, si perdono i confini. Sulla stazione orbitante nel settembre scorso sono giunti il primo astronauta degli Emirati Arabi, Hazzaa Al Mansoori, e la collega americana Jessica Meir: averli a bordo insieme è stata una delle emozioni più grandi per Luca Parmitano. "E' la dimensione umana che mi colpisce di più della vita in orbita - ha osservato - perché lo spazio riunisce persone con retaggi culturali diversi: le persone lavorano sulla Stazione Spaziale come un equipaggio e rientrano a Terra come fratelli e sorelle". Questo, ha rilevato, "ha un'importanza particolare in un momento come quello che stiamo vivendo sulla Terra".