L’odio per l’Occidente corre sul web. Una galassia scomoda anche per Putin

Proclami religiosi, antimoderni e neofascisti: i gruppi dell’estrema destra fanno proseliti sui social network. Kirill e Dugin i fari, il fondatore della Wagner è l’astro nascente di un’area che inizia a dar fastidio allo zar.

"Un Paese, un presidente, una vittoria!" così – echeggiando sinistramente il famigerato slogan nazista "un popolo, una nazione, un führer" – l’ultranazionalista Leonid Slutsky ha concluso lo scorso agosto la sua elegia funebre di Daria Dugina. Ovvero della figlia di quell’Alexander Dugin creatore del neo-eurasianismo profondamente antioccidentale che è tra i riferimenti politici di Vladimir Putin e che ha visto la figlia Daria, come Maksim Fomin, alias Vladlen Tatarsky, uccisa a causa di un ordigno esplosivo.

La galassia ultranazionalista russa ribolle di fermenti antimoderni e neofascisti, è intrisa di ortodossia tradizionalista e vagheggia di una Russia imperiale. È uno strumento importante per Putin non meno che la chiesa ortodossa sotto la guida di Kirill, sedicesimo patriarca di Mosca, nato come Putin a San Pietroburgo e di lui sodale.

Oltre a Dugin, una figura importante è il suo amico Konstantin Malofeev, oligarca padrone della Tsargrad Tv e animatore del movimento Novarossiya. Sempre più rilevante è Yevgeny Prigozhin, il deus ex machina di Wagner che molti sospettano pianifichi una candidatura alle prossime presidenziali. E poi ci sono una serie di movimenti, da Sorok Sorokov di Andrei Komurkin a Narodni Sovor, a “Santa Rus“, al “Movimento Imperiale Russo“ di Denys Gariyev che ha un braccio armato, la Russian Imperial legion, attiva come movimento di volontari nella guerra in Ucraina non meno del “gruppo Rusich“ del neonazista Alexei Milcanov e del gruppo Espanola di Stanislav Orlov, parte del battaglione Vostok, che fa combattere contro gli ucraini il peggio degli ultrà delle squadre di calcio russe.

Gruppo Rusich ed Espanola hanno una connessione diretta (il primo ne è un battaglione) con i mercenari Wagner di Prigozhin. Ruolo importante per aggregare il consenso e alimentare il radicalismo sono poi i gruppi attivi sul web, in particolare sui canali Telegram. Sono i famosi “milblogger“. Il più importante è Rybar ("il pescatore") che ha 1,1 milioni di followers, c’è poi Zona Grigia (480mila followers); il canale “Il rovescio della medaglia“; poi Kotsnews di Alexander Kots e – più sbilanciati sul fronte del Ministero della Difesa – l’informatissimo War Gonzo, 1 milione di follower.

Il mondo dei milblogger è strutturalmente radicale e uno dei suoi eroi è il famigerato Igor Girkin, alias Igor Strelkov ("fuciliere"), ex colonnello Fsb e combattente in Caucaso, Trasnistria, Crimea e Donbass, che con i suoi 581mila follower e le sue spietate denunce è popolarissimo quanto odiato al Ministero della Difesa russo, mentre gli ucraini che lo considerano un criminale di guerra. E non solo loro: Girkin è stato condannato all’ergastolo da una corte olandese per l’abbattimento sul Donbass, nel luglio 2014, del volo MH17 (298 morti).

Utilizzare questa galassia anche per operazioni disinvolte è normale per il governo russo. Che però nell’ancora improbabile caso che il Cremlino decidesse di trattare per davvero con l’Ucraina li avrebbe come spina nel fianco pronta a denunciare il “tradimento“ di Putin. E quindi sarebbe necessario metterli in riga. Secondo alcuni la bomba contro Maksim Fomin potrebbe avere questa valenza di avvertimento contro quel mondo e contro il loro campione Yevgeny Prigozhin: siete un nostro strumento, non altro.