
Giuseppe Poggi e Rita Preda, genitori di Chiara, uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta in cui viveva con la famiglia a Garlasco
GARLASCO (Pavia)
"Disgustati". Rita Preda e Giuseppe Poggi, i genitori di Chiara, lo ammettono: "Siamo sempre stati molto pazienti, però adesso siamo arrabbiati". Toni e termini poco usuali per chi ha sempre limitato al minimo gli sfoghi, più colpiti dal dolore per la perdita della figlia che non da tutto quello che l’ha seguita fin dal 13 agosto 2007, ma che negli ultimi tre mesi è tornato d’attualità per la riaperta indagine della Procura di Pavia. E a quasi 18 anni dalla tragedia, sono stanchi di ripetere cose già dette. "Non aveva amanti, né due telefoni, non tollereremo più che si infanghi la memoria di nostra figlia", le parole di mamma Rita, avvalorate peraltro da quello che è sempre emerso dalle indagini ed è facilmente verificabile negli atti. "È vergognoso – ripete la madre di Chiara – quello che sta succedendo, quello che dicono nei vari programmi televisivi, sui social, sui giornali. È vergognoso e squallido, non si può continuare a fare illazioni su mia figlia che non c’è più e non può difendersi. Siamo disgustati".
Già nella mattinata di ieri, gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, che assistono i genitori e il figlio Marco, erano intervenuti con una nota per sottolineare che "la famiglia Poggi è vittima da settimane di una assillante campagna diffamatoria da parte di organi di informazione e social, che non sta purtroppo risparmiando nemmeno l’amata Chiara. Ieri sera (martedì, ndr) la trasmissione televisiva Le Iene ha addirittura adombrato una presunta relazione sentimentale di Chiara con un ‘uomo adulto’, utilizzando a tal fine le risalenti dichiarazioni di una persona deceduta, già all’epoca ritenute del tutto false". "È una cosa intollerabile –aggiunge ancora la madre di Chiara – sono due mesi che vanno avanti tutti i giorni, non ne possiamo più e parla gente che non sa la realtà, che non ha letto gli atti, non ha letto un bel niente e sostiene che sia tutto sbagliato quello che hanno fatto prima e tutto giusto quello che hanno fatto adesso".
Se le si chiede un ricordo di Chiara, anche dopo 18 anni la voce diventa più incerta: "Ce ne sarebbero tante di parole belle da dire su Chiara, era nostra figlia e non meritava tutto questo fango". "Per ogni genitore – aggiunge Giuseppe Poggi – i figli sono belli, per noi era la migliore e la più bella". Anche nella sentenza di Appello-bis del 2014, a proposito delle "ipotesi alternative" adombrate dalla difesa di Stasi su "una sorta di doppia vita, da cui attingere per pervenire all’individuazione del suo assassino", si conclude con "nulla di tutto questo è emerso".