
L’inviato speciale Usa, Steve Witkoff, e il presidente Vladimir Putin a San Pietroburgo
Mosca non esclude l’ipotesi di un nuovo colloquio telefonico tra il presidente russo Vladimir Putin e quello americano Donald Trump. "È stato un incontro professionale", ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, subito dopo il colloquio di ieri pomeriggio, svoltosi nella biblioteca presidenziale di San Pietroburgo, tra l’inviato speciale Usa, Steve Witkoff, e il presidente Vladimir Putin. L’incontro, durato circa due ore, sottolinea il proseguimento del dialogo tra Mosca e Washington al fine di trovare un accordo sulla questione ucraina e di normalizzare i rapporti tra le due potenze. È stata l’occasione, sempre secondo Peskov, per indicare "i principali elementi della posizione della Russia e le sue preoccupazioni sulla risoluzione delle relazioni", mentre l’inviato speciale a stelle e strisce ha rinnovato la richiesta di un cessate il fuoco entro la fine del mese di aprile. Poco prima dell’incontro, anche Donald Trump ha precisato su Truth la linea americana: "La Russia deve muoversi. Troppe persone stanno morendo, migliaia a settimana in una guerra terribile e senza senso. Una guerra che non sarebbe mai dovuta accadere e non sarebbe mai accaduta se io fossi stato presidente". Nel frattempo, Volodymyr Zelensky rilancia la richiesta agli alleati di più difese aeree a protezione dell’Ucraina. Parlando dalla sua città natale, Kryvy Rih, dove una settimana fa un missile russo ha ucciso 19 persone, tra cui nove bambini, il presidente ha detto: "Sapete che l’Ucraina ha carenza di sistemi di difesa aerea. Sapete che i sistemi Patriot possono proteggerci. Ne abbiamo veramente bisogno. Dieci sistemi Patriot? Il mondo libero li ha".
L’incontro a San Pietroburgo, tenutosi alla presenza anche dell’assistente del presidente russo, Yuri Ushakov, e il capo del Fondo russo per gli investimenti diretti, rappresentante speciale del Capo dello Stato per gli investimenti e la cooperazione economica con i Paesi stranieri, Kirill Dmitriev, è cominciato con la mano sul cuore di Witkoff e una fiducia rinsaldata dallo scambio di detenuti, avvenuto poche ore prima, tra la ballerina russo-americana Knesia Karelina, condannata a 12 anni di reclusione per tradimento, e il russo Arthur Petrov, imputato di contrabbandare in Russia componentistica microelettronica americana. Nonostante aleggiasse lo spettro di un inasprimento delle sanzioni nei confronti della Russia, se non fosse stato trovato un accordo sul cessate il fuoco entro la fine del mese di aprile, il dialogo avrebbe portato a tratteggiare l’ipotesi di un colloquio telefonico tra Trump e Putin. Lo stesso Cremlino, dopo la chiusura del vertice, ha definito l’idea "teoricamente possibile". Un passo in avanti che potrebbe essere significativo in ottica di un cessate il fuoco in Ucraina e probabilmente ben visto dall’amministrazione americana, dato che lo stesso Trump si era definito "furioso" per l’insistere dello stallo delle trattative di queste settimane.