Mercoledì 24 Aprile 2024

Libia, Sarraj: 800mila migranti pronti a invadervi. Conte: cessate il fuoco immediato

L'Onu: "Haftar sta compiendo un colpo di Stato". Trenta: "Chi scappa è rifugiato". Salvini avverte Di Miaio e il ministro della Difesa: "I porti restano chiusi".

 Il premier libico Fayez al Sarraj (Ansa)

Il premier libico Fayez al Sarraj (Ansa)

Roma, 15 aprile 2019 - Guerra in Libia, mentre sale il bilancio degli scontri (147 morti, 614 feriti e 16mila sfollati) tra le forze del governo di Sarraj e quelle del generale Haftar, Il premier Giuseppe Conte ha incontrato oggi pomeriggio a Roma il vicepremier del Qatar, Mohammmed Bin Abdulrahman Al Thani e in serata il vicepremier libico Ahmed Maitig, dopo che quest'ultimo è stato ricevuto dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. Domani Maitig incontrerà il vicepremier Matteo Salvini.

Intanto la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, punta l'attenzione sulla questione migranti e sul previsto aumento degli sbarchi, sottolineando che un attacco avrebbe immediate conseguenze sull'Italia perché chi proviene dalla Libia andrebbe considerato come un rifugiato. E Sarraj avverte nel caso in cui la situazione sfuggisse ulteriormente di mano ci sarebbero "800mila mifranti pronti a invadere l'Italia".

IL PREMIER CONTE -  "Auspichiamo un cessate il fuoco immediato e il ritiro delle forze di Haftar" ha affermato il presidente del consiglio Giuseppe Conte al termine dell'incontro con il  vicepremier del Qatar, Mohammmed Bin Abdulrahman Al Thani. "Riteniamo che la soluzione politica sia l'unica possibile, La nostra e la mia personale iniziativa si è intensificata per giungere a una soluzione politica sotto l'egida delle Nazioni unite" ha sottolineato il premier. "Dobbiamo assolutamente scongiurare una crisi umanitaria, che sarebbe devastante, non solo per le ricadute ovvie nel nostro Paese, ma anche nell'interesse delle stesse popolazioni libiche" ha concluso Conte.

Conte in mattinata aveva fatto anche altre dichiarazionin sul conflitto libico: "Stiamo sempre seguendo l'evoluzione in Libia , oggi è una giornata molto impegnativa, siamo preoccupati, dobbiamo assolutamente scongiurare che possa proseguire questo conflitto armato. Abbiamo una precisa strategia, vogliamo una soluzione politica, farò di tutto perché tutti gli attori libici, ivi compresi gli esponenti della comunità internazionale, lavorino con noi per una soluzione pacifica", aveva detto il premier.

"Chi scappa dalla guerra è rifugiato"

TRENTA: MIGRANTI E RIFUGIATI - "Chi parla di possibili attacchi militari non si rende conto di quello che sta dicendo - dice Trenta a Circo Massimo su Radio Capital - noi stiamo vivendo oggi le conseguenze di un attacco militare che non ha pensato al dopo". E l'attacco avrebbe delle "conseguenze che ricadrebbero sull'Italia. Quelli che dicono attaccate perché arrivano i migranti non hanno capito che se si dovesse andare su un'altra guerra, non avremmo migranti ma rifugiati e i rifugiati vanno accolti. Chi pensa a un possibile attacco per risolvere il problema dei migranti fa un errore enorme".  Ma la ministra critica anche la chiusura dei porti: "Sono appena tornata da un ultimo viaggio nel Corno d'Africa, ero stata poco tempo prima in Niger: in questi Paesi abbiamo dei tassi di crescita demografica incredibili, il raddoppio della popolazione entro il 2030. Come pensiamo di poter gestire questo futuro con la chiusura dei porti? E' impossibile, bisogna lavorare su una soluzione alternativa". Poi chiarisce: "Non sono quella che dice 'apriamo a tutti', assolutamente no, però ragioniamo sul futuro perché prima o poi questo futuro ci sfugge di mano". 

E continua la ministra: "In questa fase il pericolo che possano aumentare gli sbarchi è assoluto, è vero. Ancora di più dobbiamo portare l'Europa dalla nostra parte, non è possibile farlo andando a parlare con quei partiti, movimenti e Paesi in Europa che impediscono di raggiungere gli obiettivi dell'Italia. Dobbiamo insistere per una soluzione europea".

SALVINI: PORTI RESTANO CHIUSI -  "Rispetto il lavoro del collega Di Maio che si occupa di lavoro, ma sui temi di controllo dei confini e di criminalità organizzata sono io a decidere". Ha detto a Monza il ministro dell'Interno Matteo Salvini rivelando una nuova indagine nei suoi confronti. "Se il ministro Di Maio e Trenta la pensano in modo diverso lo dicano in Consiglio dei Ministri e faremo una franca discussione - ha proseguito - I porti con me rimangono indisponibili chiusi e sigillati ai mercanti di esseri umani".

LA TRENTA REPLICA A SALVINI - "Oggi vedo che la Lega e qualche movimento di estrema destra sono partiti all'attacco della sottoscritta. Posso invitarli tutti da me, al ministero, così gli spiego un pò di diritto internazionale e magari capiscono cosa possono produrre i loro toni aggressivi sulla Libia". Replica il ministro della Difesa Elisabetta Trenta sottolineando poi il "paradosso" che "gli stessi che gridano alla guerra, dalla Lega a Fdi, sono gli stessi che fanno propaganda sui migranti". "Chi fugge oggi dalla Libia è un rifugiato", ha infine sottolineato.

M5S RISPONDE A SALVINI - "È curiosa la posizione del ministro dell'interno. Quando teme di essere processato dice che le cose si fanno insieme, quando invece è in campagna elettorale dice che decide da solo sui porti. Hai capito Salvini...". Affermano fonti del Movimento 5 Stelle.

SALVINI RISPONDE ALLA TRENTA - "I porti italiani restano chiusi, chiunque parta dalla Libia, a differenza di come sembra stia ipotizzando qualche ministro, non può essere ritenuto un rifugiato, non con me ministro del'interno". Ha detto il vicepremier Salvini in una intervista a Radio Radio. 

SARRAJ: MIGLIAIA DI MIGRANTI IN ITALIA - "Fate presto" è il monito lanciato all'Europa e all'Italia dal premier libico Fayez al Sarraj in un intervista al Corriere della Sera. Perché il peggioramento della situazione in Libia potrebbe spingere "800mila migranti e libici a invadere l'Italia e l'Europa", tra questi ci sarebbero criminali e jihadisti legati a Isis. Sarraj, poi in un altra intervista a Repubblica, ringrazia "l'Italia per aver tenuto aperta l'ambasciata, per mantenere in funzione l'ospedale da campo a Misurata, per il supporto politico che il governo Conte ci sta offrendo". "Siamo di fronte a un'aggressione - prosegue il leader libico - che potrà diffondere il suo cancro in tutto il Mediterraneo. C'è bisogno che Roma e l'Ue siano unite e ferme nel bloccare la guerra di aggressione di Haftar, che ha tradito la Libia e la comunità internazionale". 

DI MAIO SULLE PAROLE DI SARRAJ - "Non permetteremo mai che 800.000 migranti arrivino in Italia dalla Libia". Avverte il vicepremier Luigi Di Maio. "Non si può fare con le politiche adottate fino ad ora - ha sottolineato - bisogna farlo insieme all'Europa con una politica di redistribuzione e cooperazione per stabilizzare quel paese ed evitare fughe in avanti nel governo".

SALVINI SULLE PAROLE DI SARRAJ - "Probabilmente la cifra gli serve anche a svegliare l'attenzione della comunità internazionale che dorme". Afferma Salvini in un'intervista a Radio Radio. 

"L'operazione di Haftar è un colpo di Stato"

L'ONU: "COLPO DI STATO DI HAFTAR" -  "Haftar non sta compiendo un'operazione anti-terrorismo, ma un colpo di Stato". Ha detto l'inviato speciale dell'Onu in Libia, Ghassan Salamè, al programma radiofonico R4 della Bbc. Inoltre le Nazioni Unite hanno lanciato un nuovo monito alle parti in conflitto a Tripoli, sulle violazioni del diritto internazionale umanitario

Inoltre l'Organizzazione mondiale della sanità ha diffuso un nuovo bilanco delle vittime e dei feriti dall'inizio del conflito: almeno 147 morti e 614 feriti. Gli scontri poi hanno prodotto almeno 18mila sfollati, stima l'Onu.

"A meno di 48 ore dal bombardamento di una scuola, i magazzini del ministero della Pubblica Istruzione sono stati bombardati e bruciati, e 5 milioni di libri e risultati degli esami nazionali sono andati distrutti - ha dichiarato oggi l'Ufficio Onu per gli Aiuti umanitari (Ocha) - la comunità umanitaria di Tripoli ammonisce di nuovo: prendere di mira strutture civili è una violazione del diritto internazionale umanitario". Ieri la missione Onu in Libia (Unsmil) ha fatto sapere che "sta monitorando e documentando tutte le azioni di guerra che violano questa legge al fine di informare il Consiglio di sicurezza e la Corte penale internazionale dell'Aia".

GLI SCONTRI -  Pesanti scontri tra l'Esercito nazionale libico del generale Haftar e le milizie a protezione della capitale, si registrano nella località di Ain Zara, a pochi chilometri a sud di Tripoli. E' quanto riferito dal sito Libya Observer. Le forze di Haftar hanno anche lanciato cinque missili Grad nel corso della notte sul quartiere di Abu Slim, a ridosso del centro di Tripoli, riferiscono le autorità del municipio e numerosi residenti. Un missile ha centrato un'abitazione, causando almeno tre feriti, e distruggendo diverse auto parcheggiate nei pressi.

AUTOBOMBA A BENGASI - Attentato contro uno stretto collaboratore del generale Khalifa Haftar: un'autobomba è esplosa al passaggio dell'auto del colonnello Adel Marfoua, comandante dell'antiterrorismo. Secondo i media libici Marfoua e i suoi accompagnatori sono rimasti lievemente feriti. Si tratta del primo attentato nel capoluogo della Cirenaica, a est della Libia, da quando è iniziata l'offensiva delle forze di Haftar su Tripoli, il 4 aprile. 

HAFTAR EMETTE MANDATI DI ARRESTO - Il generale Khalifa Haftar ha fatto emettere un mandato d'arresto ai danni del primo ministro del Governo di accordo nazionale libico, Fayez al Sarraj, e di alcuni ministri: lo ha annunciato oggi l'inviato dell'Onu Ghassan Salamé, parlando di un tentativo di colpo di stato. Salamé ha detto che i mandati "assomigliano più a un colpo di Stato che a un'iniziativa di lotta antiterrorismo". 

L'AMBASCIATA - Intanto l'Ambasciata d'Italia in Libia "resta aperta e pienamente operativa", si legge sull'account Twitter dell'ambasciata, che risponde così "a quanto circola sui social".  "Non si registra riduzione alcuna della presenza istituzionale italiana in Libia", ha aggiunto la rappresentanza diplomatica. E in un secondo tweet l'ambasciata segnala il numero di emergenza: