Giovedì 25 Aprile 2024

Libia, Conte: "No a soluzioni imposte". Stretta di mano Haftar e al-Sarraj (col premier)

Dopo il 'mini-summit' il generale Haftar è ripartito da Palermo: "Non ho nulla a che fare con la plenaria". La Turchia lascia il vertice

Da sinistra: Fayez al-Sarraj, Giuseppe Conte e Khalifa Haftar

Da sinistra: Fayez al-Sarraj, Giuseppe Conte e Khalifa Haftar

Palermo, 13 novembre 2018 - Alla Conferenza sulla Libia di Palermo stretta di mano tra l'uomo forte della Cirenaica, il generale Haftar, e il capo del governo di unità nazionale al-Sarraj davanti al premier italiano Conte. Haftar ha disertato però la plenaria ed è subito ripartito dall'Italia. Il presidente Conte a termine della conferenza ha dichiarato: "Serve inclusione, no a soluzioni imposte dall'estero". E in conferenza stampa ha aggiunto: "la comunità internazionale - riunita in plenaria - ha condiviso gli obiettivi per la stabilizzazione del paese nordafricano: favorire il dialogo tra le parti in vista delle elezioni (probabilmente in primavera del 2019), migliorare il quadro della sicurezza interna" e istituire "riforme economiche". Il tutto con la prerogativa che "siano i libici i padroni del loro destino", ha detto Conte. Alle parole del premier il rappresentante speciale dell'Onu in Libia, Ghassan Salamé, ha aggiunto: "Palermo sarà ricordata come pietra miliare per tracciare una via che porti i libici verso il futuro". Un incontro che lo stesso Salamé ha salutato come "un importante successo". 

Nella 'foto di famiglia' dei leader internazionali mancano Haftar e al Sisi. Il premier Conte affiancato da al-Sarraj e Ghassan Salamè

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LA PLENARIA - Al vertice di Palermo sono stati invitati una trentina di Paesi fra cui Francia, Germania, Russia, Stati Uniti, ma anche Algeria, Egitto, Tunisia, Qatar, Arabia Saudita, Marocco. La Turchia ha annunciato di "abbandonare la conferenza con profondo disappunto" per non essere stata "coinvolta nella riunione informale del mattino". Così ha riferito il vicepresidente turco. E il premier Conte ha commentato: "Mi è dispiaciuto, ma voglio sottolineare che l'Italia" non ha motivi di contrasto con la Turchia. Tuttavia, "è normale - dichiara Conte - che in una conferenza tra 30 paesi" possano verificarsi "sensibilità" interne. Alla plenaria erano presenti anche per l'Unione europea sia il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk che l'Alta rappresentante per la politica estera Federica Mogherini. Per la Libia Al-Serraj, il presidente del Parlamento Aguila Salah, quello del Consiglio di Stato (l'equivalente della Camera alta a Tripoli) Khaled al-Mechri, ma anche rappresentanti di alcune milizie. 

VERTICE A MARGINE - A Villa Igiea questa mattina Haftar ha incontrato Conte per un vertice a margine prima dell'inizio dei lavori ufficiali. Alla riunione hanno preso parte anche il capo del governo di unione nazionale libico (internazionalmente riconosciuto) Fayez al-Sarraj, il presidente egiziano Al Sisi, il premier russo Medvedev, l'inviato Onu per la Libia Salamé e i rappresentanti di altri Paesi. Secondo fonti diplomatiche, durante l'incontro il generale Haftar avrebbe assicurato che Sarraj potrà restare al suo posto fino alle elezioni. Le stesse fonti ritengono ci sia una "buona possibilità" che la Conferenza Nazionale della Libia, primo passo nella road map Onu per le elezioni, si possa svolgere a gennaio. È stata una riunione "complessa ma anche molto cordiale", a detta di alcune fonti. I due leader rivali, Haftar e al-Sarraj, si sono stretti la mano alla presenza di Conte, ma secondo quanto riportano i quotidiani libici, Haftar ha dichiarato di non voler "partecipare alla conferenza neanche se durasse cento anni". "Non ho nulla a che fare con questo" evento, ha detto il leader libico. "La mia presenza è limitata all'incontro con i ministri dell'Europa. Poi riparto immediatamente", ha spiegato Haftar, aggiungendo che alla plenaria sarà comunque presente una sua delegazione. Prima di partire via da Palermo il generale ha sottolineato che il suo Paese è "sempre in guerra" e che "ha bisogno di controllare le proprie frontiere" perché "la migrazione illegale arriva da tutte le parti" favorendo l'ingresso di miliziani e terroristi islamici.

LE PAROLE DI CONTE / IL VOTO - "Punto nevralgico" del Piano Onu per la Libia - ha ribadito Conte in un passaggio del suo intervento alla plenaria - "resta la prospettiva delle elezioni. Resta cruciale che possano svolgersi nel rispetto delle necessarie condizioni di sicurezza, oltre che di quelle legislative e costituzionali, con una prospettiva temporale che guarda auspicabilmente a primavera del 2019", ha affermato Conte. "Per quanto riguarda il processo politico - ha illustrato - la Conferenza rappresenta una preziosa opportunità per la Comunità internazionale, per dimostrare coesione e sostegno al lavoro delle Nazioni Unite e del Rappresentante Speciale del Segretario Generale, Ghassan Salamé. Le Nazioni Unite devono restare la stella polare del processo di stabilizzazione della Libia. Il 'Piano di azione ricalibrato', che il Rappresentante speciale Salamé ha presentato al Consiglio di Sicurezza l'8 novembre scorso e che l'Italia sostiene, ci indica quali sono i prossimi passi da compiere". Lo stesso Salamè, ha precisato il capo del Governo, "intervenendo subito dopo di me, potrà condividere più nel dettaglio la propria visione sui prossimi passi da compiere per continuare a lavorare insieme alla Libia, tentando di superare l'attuale stallo del processo politico".

L'INCLUSIONE - "Abbiamo tenuto ad assicurare la piena inclusività all'incontro di tutti quegli attori che hanno a cuore la stabilizzazione e il futuro della Libia. Abbiamo inoltre sottolineato, da subito, quanto fosse cruciale avere con noi oggi i principali attori libici" e "abbiamo voluto farci promotori di questa iniziativa nel pieno rispetto della ownership libica del processo. Le soluzioni non possono essere imposte dall'esterno".

L'ESERCITO - "Riteniamo fondamentale cogliere questa occasione per sostenere il cessate il fuoco a Tripoli e facilitare le discussioni per l'attuazione dei nuovi assetti di sicurezza che abbiano come obiettivo il superamento del sistema basato sui gruppi armati. In questa sede la Comunità internazionale potrà anche esprimere un sostegno concreto alla creazione e al dispiegamento di forze di sicurezza regolari".