Mercoledì 24 Aprile 2024

Libia, battaglia per l'aeroporto di Tripoli. Raid aerei. Haftar avanza

L'offensiva delle truppe del generale prosegue. Si combatte a 25 km dalla Capitale. L'LNA rivendica controllo scalo internazionale. Diplomazia al lavoro, Haftar avverte Guterres: "Vado avanti". In serata il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha chiesto al generale di fermarsi

Libia, si combatte (Lapresse)

Libia, si combatte (Lapresse)

Roma, 5 aprile 2019 -  Scontri aperti, raid aerei, avanzate, ritirate. Mentre la diplomazia internazionale tenta invano di bloccare la crisi in Libia, prosegue e il tentativo del generale Haftar di conquistare Tripoli. Ormai la battaglia ha raggiunto le porte della capitale libica. Gli scontri sono in una fascia tra i 20 e i 25 chilometri dal centro della capitale. Combattimenti furiosi sono in corso nelle località di Quasr Ben Gashir, Wadi Al Rabee, Suk al Khami. L'esercito di Haftar ha già ammesso 5 vittime, sconosciuto il bilancio tra i lealisti di Serraj. 

La giornata non era iniziata benissimo per Haftar. Giovedì sera unità del 107° brigata dell’esercito di Haftar avevano attaccato assieme a milizie della città di Sabratha (alleata di Haftar) il checkpoint 27 , che si trova appunto a 27 chilometri da Tripoli, tra Surman e Zawiya.I miliziani di Zawiya che lo difendevano, leali al governo Serraj, si sono ritirati e lo hanno ceduto, ma sono poi tornati in forze con unità della Tripoli protection force e lo hanno ripreso dopo un breve scambio di colpi catturando 128 soldati di Haftar e 30 “tecniche”. Anche a sud di Tripoli le forze di Haftar che ieri avevano preso Gharian sono stati respinti al checkpoint di al Hira e dalla zona di Abu Shiba e hanno scelto di ritirarsi dalla città e attestarsi nella vicina Jandoub.

Ma era solo una battuta di arresto. Unità della 106° e della 166° brigata dell’esercito di Haftar hanno infatti raggiunto Azizya, 41 chilometri a sud di Tripoli, sulla strada tra Gharian la capitale, e dopo un breve scontro l’hanno occupata, anche se i "lealisti" di Tripoli restano vicini. Nel pomeriggio violenti scontri sono divampati nella vicina Sog Al-Khmies Emsihel, località a 40 chilometri da Tripoli, dove le forze fedeli al governo di Serraj stanno tentando una controffensiva. L'aviazione del governo Serraj  ha compiuto oggi raid aerei che ha preso di mira le forze di Haftar ad al-Hira, a nord di Garian e poi le zone di Wadi al Rabee e Suk al Khamis, alla periferia di Tripoli. ma gli uomini di Haftar hanno continuato ad avanzare.

Fayez al-Sarraj al checkpoint 27 (foto Lapresse)
Fayez al-Sarraj al checkpoint 27 (foto Lapresse)

Mano a mano che passavano le ore  le forze del generale si sono avvicinate all'aeroporto di Tripoli e sono iniziati pesanti scontri fra l'Esercito del generale Khalifa Haftar e le forze del premier Fayez Al Sarraj. Lo scalo chiuso dal 2014 è situato a soli 25 km in linea d'aria dal centro di Tripoli. Attorno alle 18 l'esercito nazionale libico ha dichiarato di avere il pieno controllo dello scalo, ma attorno alle 20 le milizie di Serraj hanno affermato di averlo ripreso

 Le conquiste sono però effimere e soggette a un gioco di avanzate e ritirate. Contro la 106 e la 166° stanno infatti per intervenire  milizie vicine a Serraj, mentre lungo la strada tra Tripoli e Gharian si stanno posizionando le forse di Misurata.. "L'Esercito nazionale libico, guidato da Khalifa Haftar si fermera' solo dopo aver conquistato Tripoli: la nostra avanzata è lenta ma costante" ha detto  portavoce dei militari, Ahmed al Mismari.

A giocare un ruolo non secondario il fatto che i consigli miliutari di Tarhuna e soprattutto di Zintan si sono schierati con Haftar.

Il ministro degli Interni del governo di Tripoli Fathi Bashagha, ha detto ad Al Jazeera che il suo governo non cederà ad Haftar. "Perché - ha detto - usare le armi e la forza per terrorizzare il popolo libico, ucciderlo e costringerlo ad accettare una sola cosa, che è essere governato da un dittatore militare? Cosa rende Haftar un candidato migliore di altri libici?”. "Non saremo sottomessi con la forza - ha aggiunto - da nessuna parte o persona. E se qualcuno è disposto a usare la forza contro di noi, siamo pronti al sacrificio, ma non rinunceremo alla democrazia che abbiamo sempre desiderato fin dall'inizio". La coalizione di milizie 'Regione occidentale' ha intanto lanciato l'operazione 'Wadi Doum 2' per contrastare l'attacco del generale Haftar. Secondo il sito Ewan, che cita fonti militari anonime, alcuni piloti dell'Aviazione militare libica di Tripoli avrebbero rifiutato di obbedire all'ordine, impartito dal ministro dell'Interno, Fathi Bashaga, di bombardare le truppe dell'Esercito nazionale libico di Khalifa Haftar in avanzata sulla capitale.

Sul fronte diplomatico stamani è arrivato a Bengasi il segretario generale delle nazioni Unite Antonio Guterres, che ieri ha visto Fayez Serraj e oggi ha incontrato Khalifa Haftar, senza risultati.. L’obiettivo era convincerlo a incontrare Serraj entro pochi giorni e salvare in questo modo la conferenza nazionale libica che dovrebbe svolgersi dal 14 al 16 a Ghadames, ma pare essere fallito. Il capo dell'esercito nazionale libico, generale Khalifa Haftar, ha detto a Guterrez:"L'operazione verso Tripoli prosegue fino all'eliminazione del terrorismo".  "Lascio la Libia con il cuore pesante e profondamente preoccupato. Spero sia ancora possibile evitare uno scontro sanguinoso dentro e attorno a Tripoli" ha scritto su Twitter il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, al termine dell'incontro con il generale. "L'Onu è impegnata a facilitare una soluzione politica e,qualunque cosa accada, lè impegnata a sostenere il popolo libico". 

Oltre a Usa, Francia, Italia, Gran Bretagna e Eau - che ieri hanno firmato un comunicato congiunto per la de-esclation in Libia - e all'Ue anche la Russia ha ribadito il sostegno al governo di Tripoli e ha sottolineato di non essere coinvolta "in nessun modo" nell'offensiva di Haftar. La posizione russa "in sostegno dell'unità, dell'integrità territoriale e della sovranità della Libia - ha precisato il ministero degli esteri a Mosca dopo un colloquio telefonico fra l'inviato del Cremlino per il Medio Oriente e l'Africa Mikhail Bogdanov e il ministro degli esteri del governo di Accordo nazionale libico Taher Siala - e sulla necessità di stabilire un dialogo interlibico sostenibile sotto coordinamento dell'inviato dell'Onu non è cambiata". 

Grazie al ministro degli esteri italiano Enzo Moavero Milanesi anche i ministri degli esteri del G7 hanno preso posizione esprimendo "la piu' profonda preoccupazione per le operazioni militari in corso nei pressi di Tripoli, in Libia. Esortiamo tutte le parti coinvolte ad interrompere immediatamente ogni azione militare e ogni ulteriore movimento verso Tripoli, che stanno compromettendo le prospettive del processo politico guidato dalle Nazioni Unite, rischiando di mettere in pericolo la popolazione civile e di prolungare le sofferenze del popolo libico".

In serata il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha chiesto alle forze del generale Khalifa Haftar di fermare l'avanzata.