
L’assedio dei trattori alla Ue. Scontri e feriti a Bruxelles. Un’altra giornata di guerriglia
Copertoni e balle di paglia e segatura in fiamme, lancio di uova, petardi e lattine contro i palazzi dell’Unione. Trattori usati come arieti per forzare i blocchi della polizia. E in risposta lacrimogeni, idranti, cariche di alleggerimento. Gli agricoltori europei non mollano e, come nelle scorse settimane, mettono sotto assedio il quertiere europeo di Bruxelles e per alcune ore anche una strada che porta all’aeroporto, in occasione della riunione dei ministri dell’Agricoltura dei 27. Perché i contadini – mai ricevuti da Ursula Von der Leyen negli anni nei quali è stata alla guida della Commissione – hanno esaurito la pazienza e vogliono fatti.
La polizia già alle 6 del mattino ha chiuso quattro tunnel, arterie vitali del traffico della capitale belga, ha creato posti di blocco e ha poi chiuso le stazioni metro di Schuman e Maelbeek, quelle prossime alle sedi delle istituzioni europee. Ma non è bastato. La manifestazione organizzata dagli agricoltori belgi ha visto la partecipazione di contadini di parecchi Paesi europei. Al sit-in di fronte al Parlamento dell’Ue c’era anche una delegazione di Coldiretti. Su rue de La Loi, a pochi metri dalla Commissione europea e dall’Europa Building, dove si stava riunendo il Consiglio dei ministri dell’Agricoltura, si registrano diversi i roghi, appiccati dai manifestanti usando copertoni, e cassonetti dati alle fiamme.
I manifestanti hanno forzato uno dei blocchi della polizia su rue de Pascal, per riversarsi in una via interdetta alla protesta: Chaussee d’Etterbeek. La polizia ha dovuto schierare i reparti antisommossa e fare ricorso ai lacrimogeni per ricacciare indietro gli agricoltori. La manifestazione, nella quale sono rimasti contusi tre poliziotti, si è conclusa in serata.
Ma il messaggio è giunto. Una delegazione è stata ricevuta dalla presidenza di turno belga del Consiglio Europeo. David Clarinval, il ministro dell’agricoltura del Belgio, Paese presidente di turno del Consiglio Ue, ha stigmatizzato i modi della manifestazione ("condanno l’uso della violenza: é inaccettabile e oltretutto è contropruducente") ma ne ha accolto la sostanza: l’invito a modificare le politiche Ue in materia. "La settimana scorsa – ha detto – la Commissione Europea ha presentato un documento sulla semplificazione amministrativa per il settore agricolo, con delle proposte. Il Consiglio ha convenuto che le proposte vanno nella direzione giusta e costituiranno il primo passo concreto per rispondere alle preoccupazioni del settore agricolo, ma per il Consiglio non è sufficiente. I 27 Stati membri sono fermi nell’affermare che questa situazione non può rimanere così com’è. La riduzione degli oneri amministrativi è una delle preoccupazioni espresse dalla comunità agricola, ma non è l’unica. È necessario adottare misure che abbiano un impatto concreto a medio e lungo termine".
Sul tema è intervenuta anche la premier: "C’è chi ha sostenuto – ha detto Giorgia Meloni in un videomessaggio all’assemblea di Confagricoltura a Bruxelles – che gli agricoltori sono scesi in piazza per difendere i loro privilegi. Io credo, invece, che gli agricoltori abbiano tutto il diritto di far sentire la loro voce e chiedere quel che qualunque lavoratore chiede: il riconoscimento del giusto prezzo per il lavoro che svolge e un sistema di regole che difenda e sostenga quel lavoro. Questo sarebbe un privilegio?". "Io credo – ha aggiunto – che è una battaglia di buon senso. Va riformata la Pac e poi c’è la battaglia decisiva contro la concorrenza sleale dei prodotti che arrivano da nazioni terze: l’Italia si farà portavoce delle richieste degli agricoltori". Una grossa manifestazione di solidarietà a quella di Bruxelles si è svolta anche a Madrid.