Mercoledì 16 Luglio 2025
BEPPE BONI
Esteri

L’asse del ’male’. Il politologo: sorte segnata: "Mosca e alleati deboli"

Il professore iraniano Abdolmohammadi: l’Iran va verso la dissoluzione. "La Russia ha lasciato Damasco e Teheran al loro destino, va recuperata"

L’asse del ’male’. Il politologo: sorte segnata: "Mosca e alleati deboli"

Roma, 25 giugno 2025 – La pallina gira sulla roulette mondiale e quando si fermerà nulla sarà più come prima per effetto dello scenario mediorientale, che non è disgiunto da ciò che accade in Ucraina, e del rumoroso ingresso in scena del Donald Trump 2. C’è un’era che sta tramontando incui Paesi controversi dovranno riposizionarsi. È l’idea del professor Pejman Abdolmohammadi (foto), italo-iraniano, docente di Relazioni internazionali del Medio Oriente all’Università di Trento e visiting professor a Berkeley.

Vladimir Putin e Xi Jinping (Ansa)
Vladimir Putin e Xi Jinping (Ansa)

Professore, l’asse dei "Paesi del male" si sta sgretolando?

"C’è all’orizzonte un mondo nuovo il cui processo è iniziato e avrà bisogno di tempo per consolidarsi. Ma l’asse è spezzato. La Repubblica islamica in Iran va verso la dissoluzione, le milizie di Hamas, Hezbollah e Houthi sono indebolite, la Russia ha perso la propria influenza a Teheran e in Siria".

La pace porterà a nuovi assetti economici?

"In gran parte. Nel futuro c’è la realizzazione della ‘via del cotone’ alternativa alla ‘via della seta’ di derivazione cinese, un progetto che punta a sviluppare un corridoio economico tra India, Medio Oriente e Mediterraneo. Per fare questo serve un nuovo Iran".

Gli Stati Uniti avranno un ruolo?

"Gli Usa di Donald Trump hanno un progetto preciso del nuovo mondo. Presidenti come Bush, Obama, Biden tendevano ad essere divisivi. Trump lavora per una cooperazione economica col rilancio dell’economia reale sulla finanza, Russia e Israele e India seguiranno questa strada".

L’Iran, cardine del ’patto del male’, è battuto?

"Dal punto di vista militare ormai sì. L’80% degli iraniani vuole uscire dal sistema della Repubblica islamica. Il governo prima o poi cambierà, bisogna capire come".

La Cina che fa?

"Vorrebbe salvare la Repubblica islamica e mantenere il vecchio ordine, come anche parte dell’Europa. Il governo italiano di Giorgia Meloni è uno dei pochi che guarda al nuovo ordine e pensa alla pace per favorire i commerci".

Come fermare Pechino?

"È necessario seguire gli Stati Uniti, i quali hanno compreso che l’espansione cinese va assolutamente contenuta".

Con quale formula?

"Il paradigma americano sostiene il no alle guerre e il sì all’abbondanza della produzione. Per realizzare questo materialismo positivo bisogna necessariamente colpire le ideologie negative".

La Russia è un nemico dell’Occidente?

"Mosca va recuperata, ha ceduto su Siria e Iran, perchè indebolita e dovrà accodarsi al nuovo assetto. Ne trarrà anch’essa un beneficio".

Israele vuole annientare l’Iran?

"No, Tel Aviv vuole neutralizzare la Repubblica islamica, perno del ‘patto del male’, non l’Iran come Paese. Ha eliminato infatti capi militari, siti di ricerca nucleare e altri simboli del potere".

Si parla del figlio dello scià come figura che potrebbe governare in alternativa agli Ayatollah.

"Gode della stima di parte della popolazione, è un laico, un moderato".

Che elementi racchiude?

"Patriottismo, laicità e modernismo, concetti che gli derivano dalla storia della sua famiglia. È il pahalavismo. Lo vedo come un elemento unificatore per la transizione".

La generazione dei più giovani in Iran può agevolare il cambio di regime?

"Certo è una fascia della popolazione colta. Sono loro che sanno quando dovranno uscire dal tunnel. Non possiamo dirglielo noi".