Domenica 15 Giugno 2025
ALDO BAQUIS
Esteri

L’annuncio degli Usa: "A breve un accordo per il cessate il fuoco"

L’inviato speciale per il Medio Oriente: pronta una nuova intesa preliminare. Ma Netanyahu: "Eliminato Sinwar, otterremo la vittoria e la distruzione di Hamas".

Steve Witkoff, inviato speciale Usa per il Medio Oriente, assieme al presidente Donald Trump

Steve Witkoff, inviato speciale Usa per il Medio Oriente, assieme al presidente Donald Trump

Mentre i palestinesi di Gaza erano impegnati anche ieri nella lotta contro la fame accaparrandosi per quanto possibile gli aiuti umanitari sul terreno e mentre decine di migliaia di israeliani partecipavano a estese manifestazioni di protesta contro il loro governo nel 600esimo giorno della guerra di logoramento contro Hamas, da Washington l’emissario personale del presidente Trump, Steve Witkoff, ha lanciato un raggio di speranza. C’è sul tavolo, ha detto, una nuova proposta di cessate il fuoco. "Abbiamo una sensazione positiva – ha aggiunto – circa le speranze di raggiungere una tregua temporanea e una soluzione di lunga durata per la guerra". Vicino a lui Trump annuiva col capo. Poi ha anche segnalato ad Israele che i margini di manovra si restringono e che, per quanto riguarda l’Iran, sarà opportuno che Benjamin Netanyahu non compia alcuna azione che potrebbe rivelarsi dannosa riguardo le trattative Usa- Iran sul potenziale nucleare iraniano.

Sul terreno a Gaza sono proseguite per il secondo giorno le distribuzioni di pacchi di generi alimentari da parte della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), una società americana poco nota scelta dal governo israeliano e osteggiata apertamente dall’Onu perché ritenuta inadeguata alla missione. La critica principale riguarda l’allestimento di solo quattro centri di smistamento in tutta la Striscia, cosa che costringe decine di migliaia di persone a spostamenti complessi e faticosi per raggiungerli.

Dopo le scene caotiche del primo giorno (in cui sono stati comunque distribuiti 10 mila pacchi) ieri le operazioni di consegna sono riprese e altri 14 mila palestinesi sono rientrati a casa con derrate che dovrebbero essere sufficienti per le loro famiglie per cinque giorni. Alla Knesset Netanyahu ha espresso grande soddisfazione: "Si tratta di una svolta drammatica verso la sconfitta definitiva di Hamas – ha affermato. –. Noi preleviamo adesso a Hamas il controllo sulla distribuzione del cibo, che è la macchina che finanzia il loro esercito terroristico". Nelle stesse ore nella principale arteria di Gaza, la Sallah a-Din, una folla di palestinesi ha preso d’assalto un vasto magazzino gestito da Hamas e ha saccheggiato le scorte di farina. E in serata è stato saccheggiato anche un deposito di aiuti del Pam, un’agenzia dell’Onu. Per Hamas si tratta di uno sviluppo preoccupante, giunto peraltro mentre alla Knesset Netanyahu confermava per la prima volta la morte del leader Mohammed Sinwar in un recente bombardamento israeliano. In precedenza Israele aveva eliminato anche il fratello Yahia, ideatore della ‘Operazione Alluvione al-Aqsa’ con cui il 7 ottobre 2023 Hamas colse Israele di sorpresa. Netanyahu ha ribadito anche ieri di essere determinato a conseguire una "vittoria totale" che includerà – ha insistito – la distruzione di Hamas, l’espulsione da Gaza della sua leadership e la smilitarizzazione della Striscia. Ma alcune ore dopo il suo intervento le parole di Witkoff hanno invece aperto la possibilità che le operazioni militari a Gaza debbano essere congelate in virtù di una tregua che includerebbe la liberazione di 10 ostaggi, l’afflusso massiccio di aiuti umanitari e l’avvio di trattative per una "tregua permanente" sostenuta dagli Usa.

Intanto i familiari dei 58 ostaggi hanno tenuto ieri numerose manifestazioni in tutto Israele lanciando dure critiche a Netanyahu per non essere ancora riuscito (o, peggio, per "non aver voluto") riportare a casa i loro congiunti, "20 dei quali sicuramente vivi", secondo il premier. "La prosecuzione della guerra – ha avvertito l’organizzazione – rischia di provocare la morte degli ostaggi. Solo il loro ritorno sarebbe la vera vittoria di Israele".