Giovedì 15 Maggio 2025
REDAZIONE ESTERI

L’amica più cara. Suor Genevieve arriva per prima

Il pianto della religiosa delle ‘Piccole sorelle di Gesù’. È rimasta a lungo di fronte al feretro di Bergoglio.

Suor Genevieve Jeanningros davanti al feretro di papa Francesco

Suor Genevieve Jeanningros davanti al feretro di papa Francesco

di Nina FabrizioCITTà DEL VATICANOPapa Francesco non aveva una famiglia pontificia vera e propria com’era il caso ad esempio del predecessore Benedetto XVI che condivideva la quotidianità con il segretario mons. Georg Gaenswein e le Memores domini. Francesco ha sempre voluto che i suoi segretari personali rispettassero i turni quinquennali in modo da non creare mai delle concentrazioni, anche involontarie, di potere nelle stesse persone. Tuttavia aveva persone alle quali era più affezionato magari che ad altre, amici e amiche fraterne e tra queste c’era senz’altro Suor Genevieve Jeanningros, Piccola sorella di Gesù, che non solo è stata la prima ieri mattina a comparire davanti al feretro di Papa Francesco non appena è stato esposto nella basilica di San Pietro, ma è stata quasi sempre presente discretamente anche durante la sua degenza al Gemelli.

Suor Genevieve ha una storia personale che è essa stessa una sorta di Vangelo vivente: per 56 anni ha vissuto accanto alla comunità Lgbtq+ e ai giostrai del Luna Park di Ostia Lido. La sua casa è stata a lungo una roulotte fianco a fianco a quelle dei cistercensi dove era riuscita a portare lo stesso Bergoglio. Il suo pianto silenzioso ma incessante, il suo volto ripiegato in una smorfia di smarrimento e di incredulità in una sosta quasi ostinata e prolungata davanti alla bara, sono apparsi subito rispecchiare lo stesso dolore muto di quello che negli ultimi anni è stato l’entourage di Francesco. I problemi al ginocchio prima, l’immobilità in sedia a rotelle, l’insorgere della bronchite cronica poi avevano infatti costretto Francesco a doversi affidare ad un ristretto gruppo di persone con il quale alla fine ha intrecciato un rapporto estremamente filiale: l’infermiere personale Massimiliano Strappetti, l’altro infermiere Andrea Rinaldi, ma anche i segretari, Don Fabio Salerno e don Juan Cruz Villalon.

Nella cappella di Santa Marta prima della traslazione, dove si sono raccolte le persone che erano più a stretto contatto con lui, anche Sandro Mariotti detto Sandrone, laico fidatissimo di Bergoglio sempre pronto ad anticipare le sue mosse, a sorreggerlo, a prendergli la borsa nei tanti viaggi e nelle tante visite. Anche ai medici Luigi Carbone e il professor Andrea Arcangeli si era molto affezionato. Non ultimi i gendarmi, che erano gli unici ad avere le chiavi dell’appartamento pontificio al Gemelli. Nessuno di questi ha rilasciato interviste o commenti, troppo dolore per ora da elaborare.