
Donald Trump (78 anni) ha cambiato la politica Usa in Ucraina Storico lo scontro con Zelensky
Roma, 3 luglio 2025 – Kiev trema e a Mosca si festeggia. Gli Stati Uniti sono pronti a interrompere le consegne di alcune armi all’Ucraina, in particolare i sistemi di difesa anti-aerea Patriot. Se questa decisione da ufficiale diventasse esecutiva, per il Paese invaso sarebbe un grosso guaio, perché a quel punto la Russia, sapendolo più scoperto e debole, potrebbe rendere la sua offensiva ancora più violenta.
Da Kiev si prende tempo. Il consigliere del presidente Zelensky, Dmytro Lytvyne, ha dichiarato che i contatti con Washington "vanno avanti su tutti i livelli" e che si sta cercando di "chiarire la situazione". Il Ministero degli Esteri ha convocato l’incaricato d’affari statunitense. Il ministero della Difesa ha diffuso una nota in cui afferma di non sapere nulla della decisione.
"L’Ucraina – si legge – non ha ricevuto alcuna notifica ufficiale in merito alla sospensione o alla revisione dei programmi di fornitura per l’assistenza militare concordata". Tradotto in termini chiari: senza armi americane, vincono i russi. Fonti provenienti dalle Forze Armate ucraine parlano di "fatica e difficoltà" senza le scorte provenienti da oltreoceano. Ma Zelensky avverte: "Un taglio sarebbe disumano".
Ieri, Anna Kelly, vice portavoce della Casa Bianca, ha chiarito che il provvedimento è stato preso "per mettere al primo posto gli interessi americani, a seguito di una revisione da parte del Dipartimento della Difesa dell’assistenza militare fornita dal nostro Paese ad altri Stati in tutto il mondo". Ma il timore di molti è che dietro una scelta ufficialmente generalizzata si celi un cambio di priorità nell’agenda del presidente Trump, oggi molto più concentrato sulla situazione in Medio Oriente e sulla competizione con la Cina. La dotazione di Kiev tra l’altro registra già un forte calo delle scorte per gli Iris-T tedeschi, mentre sono esauriti i missili che alimentano i sistemi di difesa europei Samp/T e Crotal.
Gli unici a essere contenti di questa decisione, come prevedibile, sono sulla Piazza Rossa. "I dettagli devono ancora essere resi noti, ma se fosse vero, si tratterebbe di una decisione che potrebbe davvero spingere il regime di Kiev verso il processo di pace" ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aggiungendo che "la decisione non può che essere accolta con favore". Per l’Ucraina è iniziata l’estate più difficile. L’impressione è quella di una Russia che vuole chiudere la partita e costringere il Paese invaso alla resa, forte dei 210mila soldati a pagamento reclutati nei primi sei mesi del 2025, e degli altri 30mila militari in arrivo dalla Corea del Nord. La mancanza di armi americane significherebbe per Mosca la possibilità di sferrare il colpo finale.