Sabato 12 Luglio 2025
ALDO BAQUIS
Esteri

La tregua a Gaza resta un miraggio. Hamas: pretese impossibili di Israele

Altri novanta morti in 24 ore nella Striscia. Netanyahu: "Buone chance per il rilascio degli ostaggi". Washington dalla parte del premier ebraico nel processo per corruzione. E il giudice rinvia le udienze.

Altri novanta morti in 24 ore nella Striscia. Netanyahu: "Buone chance per il rilascio degli ostaggi". Washington dalla parte del premier ebraico nel processo per corruzione. E il giudice rinvia le udienze.

Altri novanta morti in 24 ore nella Striscia. Netanyahu: "Buone chance per il rilascio degli ostaggi". Washington dalla parte del premier ebraico nel processo per corruzione. E il giudice rinvia le udienze.

di Aldo Baquis

Vista ieri da Gaza, resta lontana la speranza di una tregua evocata da Donald Trump. Il premier Benyamin Netanyahu parla di "numerose opportunità per la liberazione degli ostaggi" ma la situazione sul campo appare ben lontana da una risoluzione. Per tutta la giornata l’artiglieria e l’aviazione israeliana hanno bombardato una serie di obiettivi, fra cui il campo profughi di Jabalya ed il settore est di Gaza City, causando decine di morti: quasi 90 in 24 ore, secondo le stime del ministero della sanità locale. L’esercito ha inoltre emesso ordini di evacuazione immediata per alcuni rioni di Gaza City sospingendo la popolazione verso le cosiddette ‘aree umanitarie’ sulla costa. Ma anche ieri, secondo le stesse fonti, 18 persone sono rimaste uccise in incidenti avvenuti in prossimità dei centri di distribuzione di alimentari gestiti da una organizzazione statunitense in aree controllate dall’esercito israeliano. In queste condizioni drammatiche, a Gaza anche le sepolture sono ora un lusso: prima della guerra costavano 200-300 shekel (l’equivalente di 50-75 euro) mentre adesso, lamentano fonti locali, occorrono fino a 1500 shekel: cifre proibitive per la popolazione impoverita. "Le probabilitòà di una tregua – ha affermato Mahmoud Mardawi, un dirigente di Hamas – sono ancora molto remote perché Benyamin Netanyahu avanza condizioni impossibili e respinge elementi che aveva accettato in passato".

Hamas si dice "pronto a rilasciare tutti gli ostaggi in unica fase", in cambio della fine del conflitto e del ritiro dell’esercito israeliano. Netanyahu – che progetta una missione a Washington per l’inizio di Luglio - propone invece una piattaforma di intesa basata sulla liberazione graduale degli ostaggi mantenendo invece fermo il controllo sulle aree strategiche nella Striscia. "Netanyahu – ha aggiornato ieri Trump sul suo social ‘Truth’ – è impegnato in un processo negoziale con Hamas per un accordo che includerà la liberazione degli ostaggi". Il premier israeliano è "un eroe di guerra" che di fronte all’Iran, assieme con gli Usa, ha fatto "un lavoro favoloso". Secondo il tycoon è allora "pura follia" che la pubblica accusa lo costringa a presentarsi a giorni al tribunale per il processo in cui è accusato di corruzione, frode e abuso di potere. Ricordato che Israele ha un forte debito di riconoscenza verso gli Usa per i miliardi di dollari in aiuti militari, Trump ha sostenuto che quel processo è una vera "caccia alle streghe" e ha imperiosamente concluso: "Let Bibi go !", lasciatelo andare. Una interferenza tale della Casa Bianca in questioni puramente interne di Israele, hanno notato i media, è senza precedenti. Ma Netanyahu ha colto la palla al balzo per ottenere dal Tribunale il rinvio delle prossime udienze dopo aver chiesto al capo del Mossad e al capo dell’intelligence di spiegare ai suoi giudici la delicatezza estrema della situazione regionale dopo i combattimenti con l’Iran. Secondo gli Stati Uniti esiste inoltre la possibilità di estendere anche all’Arabia Saudita e forse anche alla Siria gli ‘Accordi di Abramo’ di normalizzazione fra Israele e paesi arabi sunniti. "Netanyahu avrebbe dovuto ricordare a Trump che Israele è un Paese indipendente e che non ha alcuna veste per intromettersi nel nostro sistema giudiziario" ha commentato il leader centrista Yair Lapid.

Netanyahu, nel frattempo, in visita a una struttura dello Shin Bet, il servizio segreto interno istraeliano, ha ostentato ottimismo e detto che "grazie alla vittoria contro l’Iran" si stanno aprendo "numerose opportunità per liberare i nostri ostaggi e per "raggiungere accordi regionali più ampi".