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Roma, 17 marzo 2022 - L’avvertimento di Fitch a Mosca è chiaro. Il pagamento delle rate del debito scaduto ieri in rubli costituisce default. E’ un rischio reale? "Fitch avrà analizzato le carte – risponde Alessandro Terzulli, capo economista di Sace –. In situazioni di questo tipo, il pagamento in valuta diversa di un debito in valuta estera può generare un evento di default. Però in termini di capacità di riserve internazionali, la Russia non è un Paese in default nel cosiddetto ability to pay, cioè nella capacità di pagamento". "Ecco perché l'élite russa non si ribella alla guerra in Ucraina" Nonostante la sanzioni? "Abbiamo ridotto il merito di credito della Russia, ma il Paese resta in grado di ripagare. C’è il tema della cosiddetta willingness to pay, la volontà di farlo". Quando lo sapremo? Ci sono comunque 30 giorni di periodo di grazia prima di un default. "Se il pagamento avverrà in valuta estera, come è auspicabile, lo si saprà prossimi giorni e sarebbe scongiurato il rischio default". Però la Russia ha ancora riserve importanti. "Sì, le loro riserve sono valutate tra i 630 e i 645 miliardi di dollari. Mosca continua a onorare i contratti per gas e petrolio anche verso l’Europa ed è pagata in valuta estera. Si stima che le sanzioni abbiano congelato tra il 40 e il 55% delle riserve. Comunque se paga in rubli c’è un default nel senso tecnico che non dipende da un’effettiva insolvenza. Certo, il creditore si trova con dei rubli con cui non fa molto". Mosca paga il debito in rubli: default a un passo Il default sovrano voluto sarebbe un gesto estremo, di isolamento totale dalla comunità internazionale. Lei che opinione si è fatta? "La mia opinione è che bisogna essere prudenti. Nei giorni scorsi ci sono stati pagamenti di debiti ...
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