La nostalgia della Grande Russia. Ecco a cosa punta davvero lo zar

Il presidente vuole l’egemonia dal Baltico all’Oceano indiano. Alla bandiera rossa preferisce il vessillo di Nicola II

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"L’Ucraina è parte integrante della nostra storia e cultura", ha ricordato Putin in un lungo ed emotivo discorso. "Gli ucraini sono nostri compagni, siamo uniti da sempre". Il ricordo di un passato lontano per capire il presente. Ma l'Ucraina è l'ultima mossa in una sfida globale, nel sogno di far rinascere la grande Russia, l'impero degli Zar, dal Baltico all'Oceano indiano. Non la scomparsa Unione sovietica che Gorbaciov tentò di tenere insieme rinunciando a imporre la supremazia di Mosca.

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Nel marzo del 1990, quando il muro era scomparso da cinque mesi, a un comizio di Evtuschenko, vidi sventolare a Mosca le bandiere a strisce orizzontali blu bianco e rosso, quelle dell'ultimo Zar Nicola. La bandiera con falce e martello era già dimenticata. Il popolo russo ritrovava il proprio orgoglio, al di là delle ideologie. L'Occidente, seguendo gli Stati Uniti, non comprese e umiliò una Russia debole, mentre gli Stati satelliti proclamavano l'indipendenza, per entrare nella Nato. Sono 14 dalla riunificazione delle Germanie.

I russi oggi soffrono per le sanzioni, comunque meno di quanto si creda e seguono il loro nuovo Zar. Putin sta realizzando il suo orgoglioso programma annunciato quindici anni fa alla Conferenza per la sicurezza di Monaco, nel 2007: "Il potere globale degli Usa è in crisi". E Mosca stava per tornare sulla scena internazionale. Un anno dopo intervenne con l'esercito per domare la Georgia, ex repubblica sovietica sul Mar Nero. Nel 2014. ha appoggiato Assad in Siria, umiliando Obama.

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Putin non poteva tollerare di perdere la base navale di Tartus, l'unico punto di appoggio russo nel Mediterraneo. Nel gennaio del 2017, ha firmato un nuovo trattato con Assad che prolunga il controllo russo sulla base per altri 49 anni e dà a Mosca la sovranità sul territorio della base.

Oggi, la Russia è protagonista in Libia, dopo l’era di Gheddafi, pronta a sfruttare le divisioni occidentali. Le navi russe sono sempre più presenti nel Mediterraneo. Ai primi di febbraio sei navi da guerra partite dal Baltico, sono passate da Gibilterra per sfilare lungo le coste della Sicilia. Una dimostrazione di forza durante la crisi per l'Ucraina.

Nel 2014, come risposta alla proposta di far entrare l’Ucraina nell'Unione Europea, che è anche un'unione militare sia pure ancora senza un esercito, si è ripreso con un colpo di mano la Crimea, che è sempre stata russa, come le regioni orientali dell'Ucraina. Basta leggere Tolstoi o di Dodstoejvski. I loro romanzi fanno parte della cultura nazionale.

A Yalta i russi andavano in vacanza durante la Belle Epoque, e nel Lavadja Palast, la bianca residenza estiva dello Zar, nel febbraio del 1945 si firmò l´intesa che avrebbe diviso il mondo dopo la guerra. Le repubbliche baltiche, Lettonia, Estonia, Lituania, sono entrate nella Nato, ma ora Putin non può tollerare che entri anche la neutrale Finlandia.

Putin ha voluto ricordare che l'origine della Russia è nell'antica Rus nata a Kiev, il primo nucleo di una nazione, che tra il X e l'XI secolo divenne il più vasto Stato d'Europa. E anche la religione ortodossa proviene da Kiev. "L'Ucraina fu inventata da Lenin ed esiste una sola nazione russa", ha esagerato Putin. Ma erano le parole giuste per esaltare l´orgoglio dei russi.