Mercoledì 24 Aprile 2024

La battaglia Ue alle aziende cinesi. “Così aggirano le sanzioni e aiutano la Russia”

La Lituania accelera per colpire Pechino, sette big nel mirino per la vendita di attrezzature a “duplice uso”. La Cina: se l’Europa agirà, siamo pronti a muoverci per tutelare i nostri interessi

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi (Ansa)

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi (Ansa)

La Lituania accelera sulle sanzioni contro la Cina. Il paese baltico sollecita l’Unione europea a “reagire con chiarezza di fronte a chiunque violi le sanzioni alla Russia nei paesi extra-Ue”, facendo riferimento in particolare a sette aziende cinesi, accusate di aiutare Mosca a raggirare le misure punitive di Bruxelles. “Se partiamo con la preoccupazione che qualcuno possa arrabbiarsi se facciamo ciò che abbiamo promesso di fare, allora stiamo mandando il messaggio che non siamo abbastanza forti”, ha dichiarato il ministro degli Esteri lituano, Gabrielus Landsbergis, al suo arrivo alla riunione informale dei titolari del medesimo dicastero.

Le tensioni tra Lituania e Cina

Vilnius ha rapporti tesi con Pechino da anni: il piccolo paese del Nord Europa ha provocato già in passato la superpotenza mondiale, a volte raggiungendo anche qualche risultato. Ora con l’undicesimo pacchetto di sanzioni sul tavolo, il più radicale finora, la Lituania e l’Ue prendono di mira non solo la Cina, ma anche la Turchia e altri paesi terzi sospettati di aver favorito lo sforzo bellico del Cremlino.

Ma le misure contro dei partner commerciali geostrategici talmente importanti rischiano di ritorcersi contro, hanno avvertito alcuni diplomatici europei citati da Politico. Secondo la proposta sul tavolo, visionata dal quotidiano Usa, la Commissione vuole colpire "le persone e le entità che eludono le misure restrittive dell’Unione attraverso attività che hanno lo scopo o il risultato di vanificare i divieti contenuti in tali misure. Si tratta, ad esempio, di società stabilite in Paesi terzi che ottengono merci soggette a restrizioni da società europee, che vengono poi fornite alla Russia, direttamente o tramite intermediari”.

Le aziende cinesi nel mirino

Sarebbero finite nel mirino, secondo quanto riportato dal Financial Times, anche sette aziende cinesi: 3HC Semiconductors, King-Pai Technology, Sinno Electronics, Sigma Technology, Asia Pacific Links, Tordan Industry e Alpha Trading Investments. Queste aziende, tra cui quattro erano già sotto la lente d’ingrandimento degli Stati Uniti, avrebbero venduto attrezzature ‘dual use’ (a duplice uso) a Mosca, che potrebbero avere impieghi militari.

In particolare, secondo l’Ue la società King-Pai rifornirebbe il Cremlino di prodotti con "applicazioni di difesa che includono sistemi di guida per missili da crociera” come aveva concluso anche il Tesoro statunitense.

Gli avvertimenti di Pechino

Finora Bruxelles aveva evitato di seguire l’esempio di Washington, ma la bozza della Commissione rappresenta una chiara inversione di marcia. Lunedì, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha avvertito che se l’Ue prende “la strada sbagliata”, la Cina sarà pronta ad agire per salvaguardare i propri diritti e interessi.

Il ministro degli Esteri Qin Gang ha avuto anche uno ‘scontro diretto’ in conferenza stampa con l’omologa tedesca Annalena Baerbock. “Siamo contrari al fatto che alcuni Paesi o alcuni blocchi di Paesi utilizzino le loro cosiddette leggi per esercitare una giurisdizione a lungo raggio e sanzioni unilaterali contro altri Paesi, inclusa la Cina”, ha affermato Qin. “Per quanto riguarda le esportazioni di beni a duplice uso, procediamo secondo i regolamenti e le leggi. Le imprese cinesi e russe hanno una cooperazione e scambi normali, e non dovrebbero essere colpite”, ha aggiunto.