Mercoledì 24 Aprile 2024

Khashoggi, Riad: "Re Salman punirà i killer. Il principe era all'oscuro"

La versione saudita sulla morte del giornalista dissidente non convince. Erdogan: "Martedì la verità"

Il principe saudita Mohammed bin Salman, da molti sospettato di essere il mandante (Ansa)

Il principe saudita Mohammed bin Salman, da molti sospettato di essere il mandante (Ansa)

Riad (Arabia Saudita), 21 ottobre 2018  - Mentre da parte di Usa, nonostante i dubbi di Trump, Germania, Regno Unito e Francia, si chiedono chiarimenti sulla morte del giornalista Jamal Khashoggi, Adel al Jubeir, ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita, in un'intervista a Fox News, ha assicurato che il re saudita Salman è determimato a punire i killer dell'editorialista del Washington Post, definendo l'uccisione "un errore gravissimo che non si ripeterà più". Il ministro ha anche precisato, visto le ipotesi fatte nei giorni scorsi di un suo coinvolgimento, che il principe ereditario Mohammed bin Salman "non era a conoscenza" delle intenzioni degli assassini. Inoltre Adel al Jubeir non sembra preoccupato per le relazioni tra il Regno e gli Stati uniti, dopo l'uccisione del reporter, perché "sopravviveranno".  

RIAD NON SA DOV'E' IL CORPO - Le autorità dell'Arabia Saudita non sono a conoscenza del luogo in cui è stato portato il cadavere del giornalista dissidente dopo la sua uccisione al consolato saudita di Istanbul. "Non sappiamo dove si trova il corpo", ha confermato il ministro degli Esteri di Riad. 

ERDOGAN: MARTEDI' I MACABRI DETTAGLI - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato, durante un comizio a Istanbul, che la Turchia martedì prossimo rivelerà al mondo "tutta la cruda verità" sull'uccisione di Jamal Khashoggi. "Stiamo cercando la giustizia qui e tutto sarà rivelato nella sua cruda verità, non attraverso passi ordinari ma tutta la verità". Erdogan ha poi posto anche qualche interrogativo: "Perchè sono venuti qui quei 15 uomini? Perchè sono state arrestate 18 persone?", riferendosi alle prime mosse intraprese da Riad dopo aver ammesso l'uccisione del giornalista nel suo consolato nella città su Bosforo.

CONVOCATI 25 TESTIMONI - I procuratori turchi hanno convocato altri 25 testimoni per deporre nell'ambito delle indagini, riferisce la tv turca privata NTV, senza fornire altri dettagli. I membri dello staff del consolato dell'Arabia Saudita a Istanbul erano già stati sentiti venerdì, all'interno del principale tribunale della città. Tra loro c'erano il conducente della sede diplomatica, tecnici e contabili. Dopo 17 giorni, in cui il mistero della scomparsa di Khashoggi montava, l'Arabia Saudita ha ammesso che era stato ucciso all'interno del consolato del regno a Istanbul dove si era recato il 2 ottobre, sostenendo che la morte era la conseguenza di una colluttazione.

FRANCIA, GERMANIA, UK: CHIARIMENTI - C'è "un bisogno urgente di chiarimenti" sulla morte del giornalista saudita Jamal Khashoggi. Lo affermano in una dichiarazione congiunta Regno Unito, Francia e Germania. Le autorità dei tre Paesi europei chiedono "fatti credibili" da parte dell'Arabia Saudita. "Nulla può giustificare questo assassinio e noi lo condanniamo nei termini più forti possibili", scrivono i ministri degli Esteri europei, Jean-Yves Le Drian, Heiko Maas e Jeremy Hunt, in una nota congiunta diffusa dal Foreign Office. "La minaccia, l'aggressione o l'uccisione di giornalisti sono inaccettabili, in qualsiasi circostanza, e suscitano la più grave delle inquietudini nelle nostre nazioni",  ricordando che "la difesa della libera stampa è una delle priorità chiave per Germania, Regno Unito e Francia".

TRUMP: BUGIE, MA ALLEATO INCREDIBILE - Anche Donald Trump ha dei dubbi sulla versione fornita dall'Arabia Saudita sulla morte di Khashoggi. "Ovviamente c'è stato un inganno e ci sono state bugie", ha detto il presidente Usa in una intervista telefonica al Washington Post, quotidiano col quale il giornalista collaborava. Ma Trump ha anche aggiunto che l'Arabia Saudita è un "alleato incredibile" degli Usa, e che si augura che il principe ereditario Mohammed bin Salman non sia coinvolto. "Nessuno mi ha detto che è responsabile e nessuno mi ha detto che non lo è, non abbiamo ancora definito questo punto... mi piacerebbe che lui non fosse responsabile". Sui buoni rapporti tra il genero, Jared Kushner, e  MbS, il numero uno della Casa Bianca non ha dubbi: "Jared sta facendo un buon lavoro", ma che "si tratta di due ragazzi. Lui non lo conosce bene. Sono solo due ragazzi che hanno la stessa età e che si piacciono, io credo".