Venerdì 19 Aprile 2024

Di nuovo sul K2 per l'impresa: gli eroi del Nanga Parbat senza limiti

Denis Urubko, l’alpinista russo che insieme ai polacchi Adam Bielecki, Piotr Tomala e Jroslaw Botor, è riuscito a soccorrere e portare in salvo l’alpinista francese Elisabeth Revol, è concentrato sul suo obiettivo. In queste ore punta a quota 7.000 metri

Denis Urubko, Elisabeth Revol e Adam Bielecki sul Nanga Parbat (foto Ansa)

Denis Urubko, Elisabeth Revol e Adam Bielecki sul Nanga Parbat (foto Ansa)

Milano, 5 febbraio 2018 - Deve ricredersi chi aveva pensato che l’incredibile salvataggio sul Nanga Parbat potesse aver compromesso la spedizione che sta tentando la 'prima' invernale al K2. Denis Urubko, l’alpinista russo che insieme ai polacchi Adam Bielecki, Piotr Tomala e Jroslaw Botor, è riuscito a soccorrere e portare in salvo l’alpinista francese Elisabeth Revol a oltre seimila metri, è concentrato sul suo obiettivo, tanto da essere già tornato in azione sulla montagna di 8.611 metri. Quello che hanno fatto lui e Bielecki lassù di notte in pieno inverno su un colosso pericoloso come il Nanga Parbat, un gesto di grande generosità e di coraggio, probabilmente avrebbe sfiancato chiunque, ma non loro che dopo qualche giorno di attesa a Skardu in Pakistan, si sono fatti riaccompagnare in elicottero al campo base sul ghiacciaio del Baltoro

Chi sono Elisabeth Revol e Tomek Mckiewicz

Solo Jaroslaw Botor ha deciso di tornare a casa per importanti motivi personali. Dopo qualche giorno alle prese con il cattivo tempo, con venti forti che hanno sferzato anche le tende del campo base, il meteo è tornato a far sperare nonostante le raffiche in quota. Nei giorni scorsi alcuni alpinisti polacchi sono tornati in alto lungo la via Cesen, dove avevano già installato alcuni campi. Denis Urubko la notte scorsa ha dormito a campo 1 a 5.900 metri e oggi sembra che stia procedendo sempre più in quota per raggiungere i 6.300 metri dove, le scorse settimane, era stata piazzata una tendina. Se il vento lo consentirà la spedizione polacca potrebbe procedere verso l’alto nel tentativo di raggiungere i settemila metri e continuare così ad attrezzare la via e completare l’acclimatazione. Sembra che da metà settimana in poi le condizioni lo permetteranno.

Nanga Parbat, com'è finita per gli alpinisti bloccati. L'impresa dei soccorritori-eroi

C’è una grande tifo per Denis Urubko anche in Italia e in particolare nella zona di Bergamo dove si è trasferito ormai da anni fra una spedizione e l’altra. Tanti amici, fra i quali i membri del Cai di Bergamo, hanno fatto sentire la loro vicinanza inviando messaggi di affetto per il salvataggio dell’alpinista francese e di incoraggiamento per il tentativo invernale sul K2. Nato in Russia 45 anni fa, Denis Urubko oltre che scalatore professionista delle alte quote, con numerose prime sulle pareti più dure del mondo, è anche giornalista, attore teatrale e musicista. "Denis, con le imprese che ha realizzato, stupisce sempre per modestia, semplicità e genuinità", spiega il presidente del Cai Bergamo Paolo Valoti.