Sabato 20 Aprile 2024

Julian Assange, il suo WikiLeaks ha fatto tremare Washington

Giornalista, programmatore, ma soprattutto persona scomoda agli Stati Uniti per aver rivelato segreti di Stato

 Un'immagine di Julian Assange durante la sua prigionia

Un'immagine di Julian Assange durante la sua prigionia

Londra, 11 aprile 2019 - Julian Assange, fondatore di Wikileaks, è una persona scomoda per gli Stati Uniti, e le democrazie occidentali in genere. Washington non gli perdona il fatto che lui e il suo portale hanno pubblicato documenti segreti governativi, anche sul Russiagate.

Per sfuggire alle lunghe braccia della giustizia Usa si era rifugiato nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra nel 2012. Sfuggiva a un mandato d'arresto svedese, per un presunto stupro (di cui si dichiarava innocente, sostenendo la tesi del complotto per il suo lavoro di giornalista), e la sede diplomatica di Quito era una delle poche disponibili ad ospitarlo. 

Julian Paul Assange è nato a Townsville, in Australia, il 3 luglio 1971. E' un giornalista, programmatore e attivista australiano con, dal 2012, cittadinanza ecuadoriana. La sua fama è legata alla sua collaborazione al sito WikiLeaks, del quale è cofondatore e caporedattore. Assange si definisce un anarchico e cypherpunk, ma non è contrario alla partecipazione politica elettorale. Anche i genitori, attori teatrali, erano impegnati politicamente, si conobbero durante una manifestazione contro la guerra in Vietnam. 

Dopo le sue pubblicazioni su WikiLeaks, Assange diventa un problema per gli Stati Uniti, pronti a processarlo e a valutare quale sia stato il ruolo del portale specializzato nella pubblicazione di documenti riservati. Le accuse di stupro spuntano poco dopo, e sembrano fatte ad arte per portarlo davanti a un giudice in Svezia, Paese pronto a estradarlo negli Stati Uniti.

Era l'agosto 2010 quando una donna accusa Assange di aver approfittato di lei nel sonno, per stuprarla senza preservativo (lei afferma di avergli sempre rifiutato un rapporto sessuale non protetto). La presunta violenza sarebbe avvenuta quando i due si trovavano a Stoccolma per una conferenza di Wikileaks. 

Dopo questa denuncia nel dicembre 2010 l'australiano viene arrestato in Gran Bretagna, e poi rilasciato su cauzione. A febbraio seguente Londra accetta la richiesta di estradizione inoltrata dalla Svezia e invita il blogger a presentarsi davanti a un tribunale. 

Giugno 2012, Julian Assange non si presenta e chiede asilo all'Ecuador, che lo accoglie nella sua ambasciata a Londra. Nel 2017 la Svezia avrebbe archiviato le accuse: sarranno rieperte solo se Assange rientrerà nel Paese entro agosto 2020, se no cadrà in prescrizione. Resta, per Londra, l'accusa di aver violato gli obblighi legati alla cauzione. 

Nel gennaio 2018 l'Ecuador concede la cittadinanza al suo ospite a Londra. Ma l'Ecuador fa di più, chiede anche a Londra di riconoscerlo come diplomatico in modo da evitargli l'arresto e la probabile estradizione negli Stati Uniti.

Il nuovo presidente dell'Ecuador, Lenin Moreno (colui che revocherà in seguito l'asilo al giornalista), chiede "una soluzione positiva a breve termine". 

In novembre 2017 Donald Trump Jr. pubblica lo scambio di messaggi con WikiLeaks durante le presidenziali negli Stati Uniti. Secondo l'intelligence americana, l'organizzazione guidata da Julian Assange ha collaborato con il Cremlino per condizionare le elezioni Usa.

Un sospetto che era già nell'aria fin da quando era filtrata la notizia che il deputato repubblicano Dana Rohrabacher aveva suggerito a Donald Trump di offrire l'immunità ad Assange in cambio della sua disponibilità a escludere che sia stata la Russia a fornire a Wikileaks le mail hackerate ai democratici durante la campagna per le presidenziali. 

La curiosità è che Assange, finora, non è mai stato incriminato negli Stati Uniti, che invece ne richiedono l'estradizione.