Lunedì 12 Maggio 2025
REDAZIONE ESTERI

Tensione sul Baltico, aerei russi sfiorano lo spazio Nato. La Royal Air force decolla tre volte in tre giorni

Due velivoli ‘spia’ Ilyushin e un biposto da combattimento partiti da Kaliningrad sono stati intercettati dall’aeronautica britannica nell’Operazione Chessman. Mosca minaccia: “In caso di scontro con il Patto atlantico i primi a rimetterci saranno Polonia e Paesi Baltici”

Un jet Typhoon della Raf (Ansa)

Un jet Typhoon della Raf (Ansa)

Roma, 20 aprile 2025 – Tensione nei cieli baltici. Per tre volte in tre giorni la Royal Air Force, l’aviazione britannica, ha fatto decollare i suoi caccia in risposta alle manovre di avvicinamento allo spazio aereo Nato da parte di velivoli in uscita da Kaliningrad, l’exclave russa militarizzata, stretta tra Polonia e Lituania e confinante a Ovest con il Mar Baltico. La notizia è stata riportata da diversi media inglesi. 

Le prime operazioni di ‘scramble’ della RAF sono datate 15 aprile, quando i fighter Nato sono stati fatti decollare due volte: la prima per intercettare e identificare velivoli ‘spia’ Ilyushin Il-20M, mezzi da ricognizione di fabbricazione sovietica, e la seconda per intercettare due caccia biposto SU-30MKI, tutti e due in uscita da Kaliningrad. 

L’ultimo intervento risale allo scorso giovedì, 17 aprile: i Typhoon si sono alzati una terza volta in volo, in funzione di ricognizione e deterrenza, per la presenza di un altro velivolo poi identificato come un Ilyushin Il-20M, che ha lambito lo spazio aereo Nato sopra il Mar Baltico, dopo essere decollato dall’exclave russa. 

È la prima volta che la RAF è chiamata in azione nell'ambito dell'Operazione Chessman, la nuova missione NATO per rafforzare le difese aeree europee, che prevede la cooperazione tra forze polacche, svedesi (il più recente membro dell’Alleanza) e britanniche. I typhoon inglesi sono decollati dalla base aerea di Malbork, in Polonia.

La minaccia russa su Polonia e Baltici

Autonomamente dalla Nato, i Paesi del fianco est dell’Alleanza stanno rinforzando i loro presidi di difesa per il timore di un attacco russo. Nei giorni scorsi la Lituania ha confermato il progetto di ricostruzione di un’arteria stradale che attraversa il corridoio di Suwalki, alternativa alla Via Baltica, attualmente l’unica che garantisce il collegamento tra i Paesi Baltici e il territorio Nato. Da parte sua la Polonia ha deciso di aumentare la presenza militare in Lettonia: 40 delle unità dislocate saranno soldati specializzati in armi chimiche. 

Del resto, in caso di scontro tra Nato e Russia, Polonia e Paesi Baltici saranno i “primi” a subire l’aggressione di Mosca, sottolineava pochi giorni fa Serghei Naryshkin, il capo del servizio d'intelligence russo per l'estero, in visita in Bielorussia. Il Cremlino ha recentemente ribadito, per bocca della portavoce degli Esteri Maria Zakharova, che anche l’invio di truppe Nato come forze di peacekeeping in Ucraina sarebbe considerato dalla Russia cpotrebbero innescare uno “conflitto diretto” con Mosca.

La minaccia per Polonia, Lettonia, Estonia e Lituania, non è mai stata così esplicita: “Loro  – dice Naryshkin – dovrebbero capire, ma non capiscono ancora, che in caso di aggressione dell'Alleanza del Nord Atlantico contro lo Stato dell'Unione, il danno sarà certamente inflitto all'intero blocco Nato, ma, in misura maggiore, i primi a soffrirne saranno” Polonia e Stati Baltici.