Mercoledì 24 Aprile 2024

Morto Jean Luc Godard, regista totale: fondò la Nouvelle Vague

Libération: "È ricorso al suicidio assistito in Svizzera". Aveva 91 anni ed è stato anche montatore e sceneggiatore, oltre che critico cinematografico

Parigi, 13 settembre 2022 - Il mondo del cinema in lutto per la scomparsa di Jean Luc Godard, morto all'età di 91 anni. "Un regista totale con mille vite e un'opera tanto prolifica", scrive Liberation dando notizia del decesso. Il quotidiano francese, citando una fonte vicina alla famiglia del cineasta, riferisce che è ricorso al suicidio assistito in Svizzera. "Non era malato, era soltanto esausto - riferisce la fonte -. Così ha deciso di farla finita". 

La moglie Anne-Marie Miéville e i suoi produttori si sono limitati a diffondere un comunicato ufficiale, in cui hanno scritto che il regista si è spento "in pace" nella casa di Rolle, il piccolo centro sul lago di Ginevra dove viveva. "Non ci sarà nessuna cerimonia ufficiale, è morto in pace a casa circondato dai suoi familiari. Sarà cremato", si legge. La nota - spiega un rappresentate legale all'Afp - doveva essere diffusa fra due giorni, ma che in seguito alla fuga di notizie è stata anticipata.

Anche montatore e sceneggiatore, oltre che critico cinematografico, Godard è una delle figure di spicco della seconda metà del Novecento, considerato padre della cosiddetta Nouvelle Vague, termine coniato dai giornali francese per designare un nuovo modo di fare cinema (la nuova onda), in cui per primo si riconobbe proprio Godard, insieme agli amici dell'università Truffaut, Rivette, Chabrol e Rohmer, tutti giovanissimi

Con Prénom Carmen (1983) vince il Leone d'Oro a Venezia nel 1984. Nel 2011 Hollywood lo consacra con l'Oscar alla carriera. Godard è stato fonte di ispirazione per tantissimi nel cinema americano e europeo: non ultimo Quentin Tarantino che ha battezzato la sua casa di produzione con il titolo di uno dei suoi film, Bande à part, considerato come il film-manifesto della Nouvelle Vague. 

Gli inizi della carriera

Godard nasce a Parigi in una famiglia benestante il 3 dicembre 1930. Dopo il liceo si iscrive alla Sorbona e segue i corsi di etnologia. All'università conosce i futuri registi François Truffaut, Eric Rohmer, Jaques Rivette e assieme a quest'ultimo fonda la 'Gazette du cinéma', dove si firma 'Hans Lucas'. E' l'inizio della sua lunga attività prima come critico e poi come regista e sceneggiatore.

Il cinema di rottura

Nel 1959 Godard sposa l'attrice Anna Karina da cui divorzierà dopo pochi anni. Nello stesso anno dirige il primo film, Fino all'ultimo respiro, per il quale ottiene l'Orso d'Argento al Festival di Berlino. La pellicola diventa l'emblema della Nouvelle VagueGodard rompe gli schemi di quello che fino agli anni '50 era stato il cinema tradizionale: montaggio sconnessosguardo in macchina sono le 'trasgressioni' che fin da subito caratterizzano la sua opera.  Con la'nuova ondata' la realtà irrompe nell'immagine annullando la distanza tra racconto e spettatore che aveva contraddistinto il cinema francese tipico del dopoguerra: i film sono girati con mezzi di fortuna, nelle strade, fra la gente, hanno la sincerità del diario intimo e raccontano una generazione giovane, pulsante, inquieta. 

Del 1960 è il film Le petit soldat. Un anno dopo La donna è donna vince l'Orso d'Argento a Berlino. Tra i lavori de queli anni I sette peccati capitali, Questa è la mia vita del 1962 e Il disprezzo del 1963, ispirato al romanzo di Alberto Moravia.  

Il marxismo 

Le successive pellicole di Godard sono impregnate di teorie marxiste: il cinema diventa il mezzo per criticare consumismo e mercificazione dei rapporti umani con l'immagine che si fa portatrice dell'ideologia. 

Il socialismo scientifico è alla base del cinema collettivo che Godard sperimenta con  altri cineasti (il Gruppo Dziga Vertov): Godard rifiuta l'appellativo di autore perché espressione di un'ideologia gerarchica.  Siamo nel 1969, anno in cui esce anche Lotte in Italia, film per la tv italiana che indaga il rapporto tra cinema e ideologia e racconta la vita di una ragazza borghese che milita in un gruppo extraparlamentare, pur restando ancorata alle idee della sua classe. 

Lavora che con Marco Bellocchio e Pier Paolo Pasolini in Vangelo 70, uno degli episodi di Amore e rabbia. 

L'ultimo Godard

Qui l'attività di Goadard si interrompe: il regista è vittima di un incidente stradale che lo costringe in ospedale per mesi. Contemporaneamente va esaurendosi l'esperienza della Nouvelle Vague: Godard congela la sua opera nel tentativo di ritrovare un filo. 

L'ultimo Godard si confronta con le nuove tecnologie, sperimentando un nuovo linguaggio con nuovi mezzi. I contenuti virano da una dimensione 'sociale' a una più familiare e intima. Di questo periodo è Prénom Carmen che vince il Leone d'Oro a Venezia, espressione di una concezione estetica del cinema, che fonda immagine e musica: la forma vale in sé e non per il contenuto che veicola.

Nel 1987 Godard si cimenta nel Re Lear. Nel 1990 gira Nouvelle Vague con Alain Delon e sei anni dopo torna a Venezia dove presenta Forever Mozart. Le ultime pellicole sono Film Socialiste del 2010, Addio al linguaggio del 2014,  I ponti di Sarajevo sempre del 2014 e Le livre d'immage.