Venerdì 20 Giugno 2025
MARTA OTTAVIANI
Esteri

Israeliani uccisi a Washington

Spari al museo ebraico, l’attentato. Muore coppia di giovani diplomatici. .

Spari al museo ebraico, l’attentato. Muore coppia di giovani diplomatici. .

Spari al museo ebraico, l’attentato. Muore coppia di giovani diplomatici. .

Si sarebbero sposati a breve. La loro vita è finita davanti al Museo Ebraico di Washington, uccisi dalla furia antisemita. Yaron Lischinsky, 28 anni, era un diplomatico israeliano di carriera, con passaporto tedesco. Sarah Milgrim di anni ne aveva 26 ed era una dipendente dell’ambasciata di Israele a Washington. A ucciderli è stato Elias Rodriguez, un trentenne di Chicago appartenente all’estrema sinistra americana.

LA DINAMICA

Lischinsky e Milgrim sono stati freddati mentre si trovavano fuori dalla sede del Museo Ebraico di Washington. Avevano appena partecipato a una serata dedicata ai giovani diplomatici. Poco dopo le 21 Rodriguez ha sparato a un gruppo dove c’era anche la coppia. Prima dell’agguato era stato visto camminare nei pressi del museo. Successivamente, sotto choc, si è recato dalla sicurezza della struttura stessa, chiedendo ai vigilantes di chiamare la polizia. In un primo momento, gli addetti hanno pensato che avesse assistito alla sparatoria e che per quel motivo fosse emotivamente coinvolto. Invece Rodrigue, 10 minuti dopo l’arrivo degli agenti, si è consegnato: "L’ho fatto io, l’ho fatto per Gaza, Palestina libera!". E su sua indicazione, la polizia ha recuperato la pistola usata per l’attentato. L’arma è stata acquistata legalmente dallo stesso Rodriguez in Illinois.

LE VITTIME

Lischinsky, nei giorni scorsi, aveva comprato l’anello di fidanzamento. L’avrebbe donato alla fidanzata, chiedendola in sposa, fra qualche giorno a Gerusalemme. Ma non ha fatto in tempo. Entrambi i giovani affermavano di voler dedicare la vita alla ricomposizione del conflitto e alla pacifica convivenza fra popolo israeliano e palestinese.

L’ATTENTATORE

Uno dei primi aspetti da chiarire è se l’uomo, 30enne, abbia agito da solo o se sia stato aiutato da qualcuno a pianificare l’attentato. L’Fbi ha inviato agenti e artificieri ad Albany Park, quartiere etnicamente eterogeneo di Chicago, per perquisire la casa di Rodriguez e cercare elementi utili per le indagini. Sulla sua casa, all’esterno, sono stati trovati due manifesti a favore della causa palestinese. In uno c’è scritto ’Giustizia per Wadea’ un ragazzino palestinese di 6 anni ucciso due anni fa a Chicago. Il profilo di Rodriguez è stato ricostruito rapidamente. Laureato in inglese alla University of Illinois, ha lavorato come ricercatore e produttore per un sito di storia afroamericana. Attivista politico è da anni impegnato nella difesa dei diritti dei palestinesi e in formazioni di estrema sinistra.

IL ‘MANIFESTO’ SUI SOCIAL

L’Fbi sta anche analizzando un manifesto pro-Palestina postato mercoledì sera, un’ora prima dell’attentato, sul social X (si trattava di una pubblicazione programmata) e che potrebbe essere stato scritto dal killer. Pur non essendoci riferimenti diretti all’attentato c’è una condanna delle azioni militari a Gaza, della condotta di Israele e Stati Uniti e intitolato: "Escalation per Gaza, portiamo la guerra a casa".

AZIONE SOLITARIA

"Il killer ha agito da solo". Lo ha poi confermato l’attorney general americana – equivalente del ministro della giustizia – Pam Bondi. E ha precisato che non era mai stato segnalato alla polizia. Bondi ha anche assicurato che il killer "sarà perseguito con il massimo rigore consentito dalla legge". E poi ha aggiunto: "La nostra comunità ebraica deve sentirsi al sicuro. Quello che abbiamo visto ieri sera è stato disgustoso". Secondo una primissima ricostruzione, prima di sferrare il suo attacco Rodriguez, accusato di omicidio, avrebbe camminato freneticamente avanti e indietro fuori dal museo. Nessuno però lo ha notato. Già ieri è comparso davanti al giudice in tribunale. Durante un briefing sull’attentato le autorità hanno spiegato che Rodriguez rischia la pena di morte.