Giovedì 25 Aprile 2024

Caos in Israele, Netanyahu caccia il ministro della Difesa. Proteste e scontri

Yoav Gallant aveva chiesto di fermare la riforma della giustizia che sta spaccando il Paese. Manifestanti tentano di sfondare le barricate davanti alla casa del premier. Bloccata l'autostrada. Anche l'Università si ferma. E si dimette il console israeliano a New York

Tel Aviv, la folla protesta contro la riforma della giustizia (Ansa)

Tel Aviv, la folla protesta contro la riforma della giustizia (Ansa)

Tel Aviv, 27 marzo 2023 - Escalation di proteste in Israele contro la riforma della Giustizia. L'ultima ondata di manifestazioni segue la decisione del premier Benyamin Netanyahu di cacciare il ministro della Difesa, 'colpevole' di opporsi alla legge giudiziaria. Yoav Gallant ieri aveva chiesto pubblicamente di fermare la riforma che sta spaccando il Paese in nome dell'unità nazionale. "Il primo ministro ha deciso di rimuovere dall'incarico Gallant", ha dichiarato l'ufficio di Netanyahu in un breve comunicato senza specificare se il funzionario sarà spostato e dove. "La sicurezza dello Stato di Israele è sempre stata e sarà sempre la missione della mia vita", si è difeso su Twitter Gallant, che aveva ottenuto il sostegno di altri membri del Likud, ma di cui l'estrema destra aveva chiesto subito la testa.

Bloccata l'autostrada, violenti scontri 

Alla notizia del licenziamento del ministro la gente è scesa in piazza. Migliaia di persone si sono riversate in strada a Tel Aviv all'appello dei leader delle proteste antigovernative. Altrettante hanno bloccato l'autostrada Ayalon, in entrambe le direzioni, e il traffico sulle arterie principali della città, bruciando pneumatici e alzando barricate. Violenti scontri si registrano tra polizia e manifestanti che hanno cercato di sfondare i cordoni di sicurezza davanti alla residenza di Netanyahu a Gerusalemme, presa d'assalto. E le persone si sono date appuntamento anche davanti alla casa di Gallant, per esprimere solidarietà. Si mobilita il mondo dell'Università: gli atenei annunciano che fermeranno le lezioni da domani, in protesta contro la riforma della giustizia del governo.

Si dimette il console negli Usa

Intanto il console generale di Israele a New York, Asaf Zamir, si è dimesso. "Non posso più continuare a rappresentare questo governo", ha dichiarato il diplomatico sui social. "Considero mio dovere garantire che Israele rimanga un faro di democrazia e libertà nel mondo". E c'è preoccupazione negli Usa, alleati di Israele. "Siamo profondamente preoccupati per gli sviluppi in corso, compreso il potenziale impatto sulla capacità di reazione militare sollevato dal ministro della difesa Yoav Gallant, che sottolinea ulteriormente l'urgente necessità di un compromesso", ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa John Kirby. 

La riforma contestata 

I manifestanti denunciano la riforma nel suo complesso e accusano il capo dell'esecutivo, di voler utilizzare la legge per aggirare un'eventuale sentenza di condanna, a fronte delle ipotesi di corruzione che lo riguardano. 

Lo scorso 14 marzo il parlamento israeliano ha adottato in prima lettura la clausola che dà al Parlamento la possibilità di annullare a maggioranza semplice (61 deputati su 120) alcune decisioni della Corte Suprema: si tratta della clausola di deroga, che permette di sottrarsi al controllo della massima corte israeliana. In precedenza, il Parlamento aveva approvato in prima lettura un altro disegno di legge che riduceva notevolmente la possibilità che un primo ministro in corso di mandato potesse essere dichiarato non idoneo a ricoprire una carica. Dalla presentazione del disegno di legge a inizio gennaio, guidata dal gabinetto formato a fine dicembre dal primo ministro Binyamin Netanyahu, uno dei governi più di destra della storia di Israele, composto da destra, estrema destra e ultra-ortodossi, le manifestazioni si susseguono ogni settimana in tutto il Paese.