Roma, 13 giugno 2025 – Qual è l’obiettivo ultimo di Israele? Come potrà reagire l’Iran all’attacco? Quali capacità ha di resistere? Quanto Tel Aviv andrà a fondo nell’operazione? Cadrà il regime? Sono molte le incognite che ora si aprono e gli scenari possibili. Mentre aumenta il rischio caos.
La resurrezione del Leone (forse)
"L'operazione israeliana ha un nome preciso, il Leone nascente, che ha l'obiettivo di sollecitare una resurrezione di quel Leone. Quello della Persia, di quando l'Iran era un forte alleato di Israele, prima degli ayatollah e di Khomeini". Vincenzo Camporini, ex capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica e della Difesa analizza in un colloquio con l’Ansa la situazione e spiega che gli sviluppi nell'area dipenderanno ora tutti "dalle situazioni tattiche".
La difficile risposta di Teheran
"E' chiaro - afferma - che l'Iran dovrà in qualche modo abbozzare una risposta agli attacchi. Lo sta cercando di fare con l'utilizzo di droni ma che hanno un'enorme vulnerabilità, sono facile preda della difesa aerea israeliana, supportata dalla Giordania e dall'Arabia Saudita, tanto che non si registrano danni significativi".

Possibile rovesciare il potere?
Quello che il generale evidenzia è l'obiettivo israeliano, peraltro già dichiarato nei mesi scorsi dallo stesso Netanyahu. Cioè quello di "rovesciare il potere" in un "Paese che è stato negli ultimi anni soffocato dal regime degli ayatollah". Non è chiaro, però, se ora, con il massiccio attacco in Iran, Netanyahu riuscirà a raggiungere quanto prefissato. "Lo vedremo - sottolinea Camporini -. Il capo supremo ha una veneranda età, è stato eliminato uno dei suoi consiglieri, sono stati eliminati i vertici delle forze armate e dei pasdaran. Attualmente all'interno della leadership iraniana c'è una certa agitazione e gli sviluppi sono quanto mai imprevedibili. Di certo, oggi è stato innescato un elemento di forte instabilità".
Supremazia militare e nuova instabilità
L'attacco, inevitabilmente, potrà portare ancora più caos in un'area, quella mediorientale, già devastata dal conflitto israelo-palestinese. "La possibile reazione iraniana potrebbe essere, in primis, quella di attaccare le forze Usa sul territorio. A breve ci sarà sicuramente uno sviluppo tattico in questo senso, così come era già avvenuto nei giorni scorsi con il ritiro del personale statunitense non essenziale in Iraq, Kuwait e Bahrein. Israele - spiega il generale - sta dimostrando di avere una tale supremazia militare che non ha alcun competitor nell'area. Ora però molto dipenderà dalle situazioni tattiche". L'ex capo di Stato Maggiore, però, tende ad escludere un eventuale ricorso alle armi nucleari. "Israele non ha alcun interesse - conclude - e l'Iran non ne ha a disposizione. Si è parlato di armi tattiche nucleari russe in Ucraina, ma l'uso sarebbe poco intelligente".