Giovedì 18 Aprile 2024

Isis, l'ostaggio nelle Filippine: "Pronta la mia fossa". Libano, respinti i jihadisti

Un miliziano curdo dell'YPG (Ap/Lapresse)

Un miliziano curdo dell'YPG (Ap/Lapresse)

Londra, 15 ottobre 2014  - Tra i nemici dei jihadisti sunniti dell'Isis, non ci sono solo i curdi, gli Usa e gli altri Paesi della coalizione, ma anche i membri di un gruppo di guerriglieri rivali che sta seminando il terrore tra le file dello Stato Islamico. Chiamata "il velo bianco" (come il sudario di cotone con cui vengono avvolti i cadaveri dei musulmani) rapisce da mesi un membro di Isis alla volta nella provincia siriana di Deir Exxor, e finora ne ha eliminati oltre 100. E' quanto rivela il Daily Mail sottolineando che la formazione non ha le stesse capacità di infliggere danni dei raid Usa o degli alleati, ma sta terrorizzando gli affiliati al Califfato. Prpseguono intanto i raid della Coalizione contro le postazioni dell?isis a Kobane, in Siria. E attacchi sono stati effettuati anche da aerei filogovernativi libici a Derna, vicino Bengasi. Drammatico l'appello di uno dei due tedeschi rapiti nelle Filippine: l'ostaggio, un medico di 73 anni rapito assieme alla moglie, racconta che i terroristi hanno già preparato la fossa e gliel'hanno mostrata, in vista della scadenza dellìultimatum del 17 ottobre.

LIBANO, ESERCITO DI BEIRUT E HEZBOLLAH CONTRO JIHADISTI - L'esercito libanese ha respinto un attacco di jihadisti provenienti dalla Siria nella zona di Wadi Rafeq, nella regione nord-orientale di Arsal. Negli scontri, avvenuti nella notte, le truppe di Beirut hanno impedito ai miliziani di prendere il controllo di una collina strategica, aiutate da miliziani sciiti Hezbollah. La zona di Arsal è stata al centro nell'agosto scorso di scontri tra le truppe libanesi e gli jihadisti dello Stato islamico (Isis) e del fronte al-Nusra, in cui sono morti 19 militari e 86 sono rimasti feriti. 

ISIS VUOL PREPARARE TORNEO DI CALCIO IN LIBIA  - Il calcio, si sa, è uno sport praticato da milioni di appassionati. E ora anche i jihadisti dell'Isis, protagonisti delle cronache quotidiane per gli attacchi con kalashnikov e le brutali esecuzioni, stanno pensando di organizzare un vero e proprio torneo da giocare in Libia. L'idea dei combattenti dello Stato islamico è stata rilanciata da diversi media e siti online, nonché dall'emittente Alfajer. Il campionato dovrebbe avere luogo in un unico stadio, quello della città di Turf, controllata dagli islamici, sulla costa del Mediterraneo. A partecipare sarebbero i supporter dell'Isis di Afghanistan, Iraq, Egitto e Siria, nonché i 'padroni di casa' della Libia. Il regolamento sarà tale da non violare i precetti della sharia.  Al momento non si parla di una data di inizio, ma un apposito Comitato per il campionato sarebbe già al lavoro per organizzare tutti i dettagli. Tra i membri, ci sarebbero anche alcuni ex sportivi professionisti. Il torneo, nelle intenzioni degli organizzatori, sarebbe anche un modo per attrarre la simpatia dei giovani verso lo Stato islamico e la sua causa.  

OBAMA PREOCCUPATO PER KOBANE - Barack Obama ha espresso preoccupazione per l'assedio dell'Isis alla città curdo-siriana di Kobane e nella provincia irachena di Anbar e ha assicurato che proseguiranno i raid aerei americani contro gli jihadisti. Il presidente Usa è intervenuto nel corso di una riunione dei vertici militari di 20 Paesi, tra cui la Turchia e l'Arabia Saudita, nella base militare 'Andrews', alle porte di Washington. Obama ha parlato di una "campagna di lungo termine" contro lo Stato islamico e ha dichiarato che l'obiettivo degli Stati Uniti e degli alleati è di distruggere lo Stato islamico. Il presidente ha ammesso tuttavia che l'operazione prevede progressi, ma anche battute di arresto. 

I CURDI RIMUOVONO LA BANDIERA ISIS DA KOBANE - Le milizie curde dello Ypg, le Unità di protezione del popolo, hanno rimosso la bandiera dello Stato islamico che era stata issata la scorsa settimana dai qaedisti su una collina alle porte di Kobane, città curdo-siriana al confine con la Turchia. Lo riferiscono fonti locali, mentre su Twitter residenti locali pubblicano foto dell'area ormai scevra da qualunque segno della presenza jihadista. Lo scorso fine settimana lo Ypg ha organizzato una controffensiva contro lo Stato islamico, che tiene Kobane sotto assedio da oltre tre settimane. I miliziani curdi sarebbero riusciti a espellere i combattenti qaedisti da diversi quartieri della città conquistati la scorsa settimana e a riprendere il controllo, quest'oggi, del villaggio di Tilshahir, quattro chilometri a ovest della città.

KERRY: LA TURCHIA CONSENTE L'UTILIZZO DI ALCUNE STRUTTURE  - La Turchia sta consentendo alla coalizione anti-Isis, guidata dagli Stati Uniti, di utilizzare alcune strutture militari per combattere gli jihadisti. E' quanto ha affermato il segretario di Stato Usa, John Kerry. Ankara lunedì aveva smentito l'annuncio degli Stati Uniti di un accordo per concedere le proprie basi militari per lanciare attacchi contro i miliziani sunniti dello Stato islamico in Siria e in Iraq. Ma Kerry ha insistito sulla disponibilità della Turchia ad aiutare la coalizione con "addestramento" ed "equipaggiamento". "Certamente (Ankara) ha concesso l'uso di alcune strutture e non abbiamo bisogno di entrare nello specifico. Non credo che ci sia alcun dissenso" con Ankara, ha affermato il capo della diplomazia americana, al temine dell'incontro a Parigi con il collega russo, Sergei Lavrov. 

USA: ISLAMISTI SOMALI PREPARANO ATTACCO IN ETIOPIA - Gli islamisti somali Shebab stanno progettando un attentato ad Addis Abeba, in Etiopia. E' quanto ha denunciato oggi l'ambasciata americana nella capitale etiopica, invitando i propri concittadini a evitare zone affollate.  L'ambasciata ha riferito di un "possibile attacco terroristico imminente" nel quartiere di Bole, dove si trovano l'aeroporto internazionale e diverse sedi diplomatiche. "L'Ambasciata ha ricevuto informazioni sull'intenzione degli Shebab di colpire la zona di Bole - si legge nella nota - ristoranti, alberghi, bar, luoghi di culto, supermercati e centri commerciali nella zona di Bole dovrebbero essere evitati fino a nuova comunicazione, perchè possibili obiettivi".  Le truppe etiopi sono impegnate in Somalia contro gli Shebab nell'ambito della missione dell'Unione africana e dell'Onu.  L'Ambasciata Usa ha anche invitato i propri concittadini a "evitare le folle e i luoghi frequentati da etiopi e occidentali".

RAPPORTO CIA: ARMARE RIBELLI NON SERVE  - Barack Obama è solo l'ultimo presidente degli Stati Uniti a voler usare la Cia per armare e addestrare gruppi ribelli, come sta facendo ora per favorire l'opposizione moderata siriana contro il presidente Bashar al-Assad, ma uno studio dell'agenzia d'intelligence dimostra che la strategia raramente ha funzionato nei 67 anni di attività, come dimostrano le operazioni in Angola, Nicaragua o Cuba.  Il rapporto interno, ancora classificato ma su cui è stato informato il New York Times, conclude che molti tentativi passati della Cia di armare forze straniere hanno avuto un impatto minimo, nel lungo termine, sull'andamento dei conflitti. Lo studio, uno dei tanti commissionati alla Cia nel 2012 e 2013 durante il dibattito sulla necessità di intervenire o restare spettatori della guerra civile in Siria, è arrivato alla conclusione che questi tentativi sono stati ancor meno efficaci quando le milizie hanno combattuto senza un diretto sostegno delle forze americane sul terreno, come previsto in Siria.  Un'eccezione è stata quella del programma di addestramento dei mujaheddin che hanno combattuto in Afghanistan negli anni '80 contro le truppe sovietiche, che si ritirarono nel 1989. Nemmeno quella, però, è stata esclusivamente una storia di successo, visto che alcuni combattenti afgani hanno poi formato il nucleo di al Qaeda, usando l'Afghanistan come base per pianificare gli attacchi dell'11 settembre 2001. Il pericolo in Siria è che le armi date ai ribelli moderati possano finire in mano a gruppi legati ad al Qaeda, come il Fronte al-Nusra. Il risultato del rapporto, presentato recentemente nella Situation Room della Casa Bianca, ha scatenato lo scetticismo e le critiche di alcuni alti funzionari dell'amministrazione Obama per la scelta del presidente di intervenire ora a sostegno di un'opposizione siriana disunita. 

OSTAGGIO TEDESCO NELLE FILIPPINE: PRONTA LA MIA FOSSA  - Nuovo drammatico appello di uno dei due tedeschi rapiti nelle Filippine dal gruppo terroristico islamico Abu Sayyaf. L'ostaggio racconta che i terroristi hanno già preparato la fossa e gliela hanno mostrata, in vista della scadenza dell'ultimatum il 17 ottobre. "Dicono che questa sia la mia fossa", ha affermato secondo quanto scrive la Dpa. Si tratta di una fossa di 3 metri di profondità, secondo quanto ha raccontato l'ostaggio, un medico di 73 anni, rapito insieme a sua moglie di 55. L'ostaggio ha parlato con una radio locale di Zamboanga. I due cittadini tedeschi, che si trovavano nel Paese per la passione della vela, sono finiti nelle mani del gruppo di ribelli del sud delle Filippine ad aprile. Abu Sayyaf minaccia di decapitare il 73enne, se non saranno versati 4 milioni di euro entro il 17 ottobre. Nelle scorse settimane, i terroristi avevano anche chiesto a Berlino di rivedere la sua politica contro Isis in Iraq e Siria, ricevendo un netto rifiuto dal governo tedesco. Un portavoce dell'organizzazione terroristica, parlando oggi alla radio, ha affermato che i terroristi sarebbero adesso disposti a trattare con uno specifico interlocutore del ministero degli Esteri.