Giovedì 18 Aprile 2024

Iraq, arrivate le armi italiane. Usa: "Siamo in guerra contro l'Isis come con al Qaeda"

Allarme Cia: "L'Isis ha reclutato già 20-30mila combattenti". Kerry: "Non vogliamo l'Iran alla conferenza sulla sicurezza in Iraq"

Soldati iracheni (Ansa)

Soldati iracheni (Ansa)

Baghdad, 12 settembre 2014 - E' giunto a Baghdad il carico di armi italiane destinate ai curdi per la lotta contro Isis, come ha riferito ieri sera il ministro della Difesa Pinotti. Il carico è già stato consegnato alle autorità irachene che ne avevano fatto richiesta. Spetterà ora a queste ultime trasferire il materiale bellico ai curdi. Secondo quanto si apprende da fonti della Difesa, "tutto procede secondo quanto comunicato di recente al Parlamento dal ministro Pinotti".

ALLARME CIA - Intanto la Cia lancia l'allarme: negli ultimi mesi la chiamata alle armi dell'Isis ha avuto una risposta senza precedenti. Migliaia di jihadisti sono accorsi da tutto il mondo a combattere per lo Stato islamico. Secondo l'agenzia di spionaggio statunitense da giugno l'Isis non solo ha conquistato un vasto territorio tra Siria e Iraq, ma ha anche raddoppiato, o forse addirittura triplicato, il numero dei suoi 'effettivi': da circa diecimila a una cifra compresa tra 20.000 e 31.500, in base ad una nuova stima che da ancora più peso alle parole di Obama secondo cui "per sradicare un cancro come l'Isis ci vorrà del tempo".

"USA IN GUERRA CON L'ISIS" - E oggi il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest ha dichiarato che "gli Stati Uniti sono in guerra contro l'Isis allo stesso modo in cui sono in guerra contro al Qaeda e suoi affiliati in tutto il mondo". Appena ieri, il segretario di Stato John Kerry aveva detto alla Abc News in Arabia Saudita che gli Usa "sono impegnati in una operazione anti-terrorismo di notevole portata... credo che il termine 'guerra' sia un riferimento sbagliato". Anche l'ammiraglio John Kirby, portavoce del Pentagono, aveva affermato che "questa non è la guerra in Iraq", ma "siamo in guerra contro l' Isis allo stesso modo in cui siamo in guerra contro al Qaeda e i suoi affiliati".

ALLEN NOMINATO CAPO DELLA FORZA ANTI-ISIS - John Allen, generale dei marine in pensione ed ex comandante delle forze statunitensi e Nato in Afghanistan, è stato scelto dal presidente Barack Obama per coordinare lo sforzo internazionale contro gli estremisti sunniti dell'Isis. L'amministrazione Obama considera fondamentale la costruzione di un'alleanza ampia e solida per combattere l'Isis e la scelta è ricaduta su Allen per la sua lunga esperienza nella regione. Durante la guerra in Iraq, il generale è stato il vicecomandante nella provincia di Anbar, dove ha ricoperto un ruolo molto importante per rafforzare i rapporti con le tribù sunnite e promuovere l'Awakening movement, un movimento per coalizzare le tribù sunnite e rafforzare la sicurezza nelle loro comunità. Allen è poi stato il vicecomandante del Central Command, che supervisiona le operazioni militari in Medio Oriente. Dal 2011 al 2013, il generale ha guidato le forze statunitensi e Nato in Afghanistan. Allen è stato inoltre consigliere del segretario di Stato, John Kerry, sviluppando un piano di sicurezza per la Cisgiordania durante il fallito tentativo di forgiare un accordo di pace tra israeliani e palestinesi.

DAMASCO: ASSAD ALLEATO NATURALE USA - Damasco "non ha riserve di sorta" ai raid aerei Usa contro l'Isis, perché nella lotta al terrorismo il presidente della Siria Bashar al Assad è un "alleato naturale" degli Stati Uniti, "combattiamo lo stesso nemico", ha detto il vice ministro degli esteri siriano, Faisal Mekdad, alla Nbc News"Quando si tratta di terrorismo, dovremmo dimenticare le nostre differenze, dimenticare il passato", ha detto Mekdad, secondo il quale "bisogna essere in due per ballare il tango" e "noi siamo pronti a parlare". L'amministrazione Usa, ha detto, dovrebbe unirsi "coraggiosamente e vigorosamente" alla Siria nella lotta contro l'Isis e possibilmente nell'ambito di una coalizione di cui facciano parte anche Russia, Cina e Iran. Ma gli Usa dovrebbero coordinarsi con Damasco per i raid aerei, perché "non ci siano errori". Come, a suo dire, è "un grande errore scommettere su altre forze in Siria", ovvero sulla opposizione moderata a cui il presidente Obama intende rafforzare il sostegno. 

Intanto sale ad almeno 50 morti, tra cui oltre 20 bimbi, il bilancio dei raid aerei di Damasco compiuti nelle ultime ore a Duma, nel nord della capitale. Lo riferiscono all'Ansa fonti mediche fornendo una lista delle 52 vittime: 23 minori, 6 donne e una decina di anziani. Duma,abitata da migliaia di civili, è la roccaforte di insorti islamici contro Damasco

HOLLANDE IN IRAQ - Il presidente francese, Francois Hollande, è arrivato in Iraq per dare sostegno al nuovo governo e sostenere l'impegno francese nella lotta allo Stato Islamico. E' la prima visita di un capo di Stato nel Paese da quando i jihadisti si sono impossessati di larghe porzioni del territorio iracheno, dando vita al 'califfato'. L'aereo di Hollande portava 15 tonnellate di aiuti umanitari che nel corso della giornata saranno consegnati ad Arbil, capitale del Kurdistan iracheno. Ma prima, in mattinata, sono Hollande incontrerà il suo omologo, Fuad Masum, il premier, Haidar al-Abadi, e il presidente del Parlamento, Salim al-Juburi.

KERRY IN TURCHIA - Il segretario di stato Usa John Kerry si è recato invece ad Ankara. Il capo della diplomazia americana intende chiedere il sostegno della Turchia nell'intervento contro lo Stato islamico (Isis) in Siria e in Iraq. Ieri la Turchia ha fatto sapere che non intende prendere parte alle operazioni militari contro i jihadisti. 

NO ALL'IRAN - E proprio Kerry ha fatto sapere che gli Stati Uniti si sono opposti a una eventuale partecipazione dell'Iran alla conferenza sulla sicurezza in Iraq che si terrà lunedì a Parigi. "Nessuno mi ha chiamato nè mi ha chiesto conto della loro presenza ma credo che determinate circostanze, come il loro impegno in Siria e altrove, non siano tali da indicare come opportuna la partecipazione", ha detto il segretario di Stato americano da Istanbul.