007 tedeschi: Isis in grado di abbattere aerei di linea. L'ostaggio Cantlie torna in video: "Abbandonati da Usa e Gb"

L'ostaggio britannico in mano agli estremsiti sunniti parla della sua esperienza come prigioniero, delle torture e di 'verità scomode' per Usa e GB sui negoziati sul suo rilascio.

Raid ella coalizione al confine siriano (Lapresse)

Raid ella coalizione al confine siriano (Lapresse)

Londra, 25 ottobre 2014  - I servizi di intelligence tedeschi sono convinti che i jihadisti dello Stato islamico nel nord dell'Iraq sono in possesso di artiglieria antiaerea in grado persino di abbattere aerei di linea. Lo scrive l'edizione domenicale della Bild, secondo la quale gli esperti della Bnd (l'Fbi tedesca) avrebbe fornito un dettagliato rapporto confidenziale a una commissione parlamentare la settimana scorsa.

Nel briefing la Bnd ha detto che i jihadisti sono in possesso di lanciarazzi mobili razziati dagli stock dell'esercito siriano. Alcuni risalgono agli anni Settanta, ma altri sono più moderni e tecnologicamente avanzati. I Manpads (Man Portable Air Defense Systems), cioè i lanciarazzi a spalla, sono tutti di progettazione russa ma costruiti o assemblati in vari Paesi, inclusi Bulgaria e Cina. Le rotte di diverse compagnie aeree attraversano i cieli dell'Iraq settentrionale.

NUOVO VIDEO DELL'OSTAGGIO CANTLIE - L'Isis ha pubblicato un nuovo video sull'ostaggio inglese John Cantlie. Lo riferisce il Site. Nel filmato, della serie 'Prestami le tue orecchie", il prigioniero discute della sua esperienza e di quella di altri ostaggi. Parla poi di 'waterboarding' usato dai miliziani contro di loro e di "verità scomode" per Usa e Gb su negoziati per il suo rilascio.  

Nel video della durata di 6 minuti e 30 secondi distribuito oggi su Twitter, Cantile compare seduto a un tavolo mentre legge un foglio di carta. L'ostaggio britannico dice che l'Isis ha iniziato una operazione "a lungo termine" per catturare gli occidentali entrati in Siria nel 2013 e poi ha cercato di negoziare con i loro Paesi per il rilascio. I cittadini provenienti da Danimarca, Germania e Spagna sono stati liberati dopo negoziati - sottolinea Cantile - ma gli americani e i britannici sono stati "ostacolati" dai loro rispettivi governi. 

Cantile quindi legge un presunto scambio di email tra le famiglie dei prigionieri e l'Isis dove i familiari si lamentano del mancato aiuto del governo Usa. "Ora gli elementi ricorrenti in queste email è che il governo Usa non stava facendo assolutamente nulla per aiutare le famiglie coinvolte in questa trattativa. I mujaheddin ci hanno detto che ai nostri governi non importava nulla di noi e noi non ci credevamo. Ci hanno detto che non valevamo nulla e non ci abbiamo creduto. Ci è stato detto che avremmo iniziato a morire e non abbiamo creduto nemmeno a questo", dice l'ostaggio britannico. 

E ancora: "La mente umana ha una incredibile capacità di autodifesa in situazioni difficili. Ma era tutto vero. I nostri governi hanno scelto di non negoziare con lo Stato islamico ... E mentre tutti gli altri accettavano le condizioni poste per il rilascio, per noi non c'era nessun accordo".

APPELLO ISIS AI 'LUPI SOLITARI': COLPITE GLI INSEGNANTI -  L'ultimo appello lanciato da Isis sulla rete si rivolge ai cosiddetti "lupi solitari", invitandoli a colpire esplicitamente gli insegnanti di inglese americani ed occidentali che vivono e lavorano nei Paesi musulmani. Lo riferisce Site, il gruppo Usa specializzato nel monitoraggio dei siti web estremisti. Si tratta di un appello a colpire obiettivi occidentali stavolta non a casa loro ma in Paesi musulmani dove sono particolarmente esposti, individuabili e quindi vulnerabili. 

I PESHMERGA RICONQUISTANO ZUMAR  - Con l'appoggio aereo, le forze curde irachene sono riuscite a riprendere oggi ai jihadisti dell'Isis il controllo della città di Zumar (60 km a nord-ovest di Mosul) dopo settimane di combattimenti. "Siamo riusciti a cacciare i combattenti (dell'Isis) dal centro" della città e da 11 villaggi nei dintorni, ha dichiarato il generale peshmerga Karim Atuti. Negli ultimi giorni, malgrado i ripetuti raid della coalizione internazionale, i jihadisti hanno proseguito la loro avanzata in altre regioni dell'Iraq. Nel nord del Paese le forze dell'Isis si sono asserragliate nuovamente sul Monte Sinjar, dove restano intrappolate centinaia di famiglie della minoranza degli Yazidi. A sud della capitale Baghdad invece, combattimenti hanno opposto oggi gruppi di jihadisti alle forze governative, con un bilancio di almeno otto soldati uccisi.

BAGHDAD, PRIMO SOLDATO USA MORTO DAL RITIRO - C'è il primo soldato americano morto in Iraq da quando è iniziata l'operazione "determinazione assoluta" contro l'Isis. E' un marine di appena 19 anni, originario della California, caduto a Baghdad non in combattimento - come spiega il Pentagono - bensì in un incidente. Incidente di cui peraltro al momento non vengono divulgati i dettagli. E' il primo militare Usa morto in Iraq da quando il presidente Barack Obama nel 2011 ritirò le ultime truppe dal Paese chiudendo formalmente l'era della guerra iniziata da George Bush e che dal 2003 costò la vita a oltre 4.000 soldati americani. Dal mese di agosto i 'consiglieri militari' inviati da Obama in Iraq per sostenere - ma non in combattimento - le forze irachene e proteggere il personale Usa sono oltre 1.600, in gran parte uomini delle unità speciali come i Navy Seal, i Delta Force e i Berretti Verdi.

RAID USA - Proseguono i raid della coalizione in Iraq, contro gli jihadisti sunniti dello Stato islamico. Il Comando centrale americano ha riferito che nelle ultime 24 ore sono stati compiuti 22 attacchi aerei contro le postazioni dell'Isis. I bombardamenti hanno aiutato i peshmerga curdi a riconquistare la città di Zumar, nel nord dell'Iraq, e le forze di sicurezza irachene a riprendere il controllo di gran parte di Jurf al-Sakhar, vicino Baghdad. I raid si sono concentrati principalmente nei pressi della diga di Mosul, della città di Fallujah e nei dintorni di Bayji, nel nord del Paese. Negli attacchi sono state presi di mira unità dello Stato islamico, edifici e mezzi utilizzati dagli jihadisti. Jet americani sono tornati a colpire anche in Siria, nella zona di Kobane, da oltre un mese assediata dai miliziani islamici.